Il Maxxi svela il legame tra architettura e mito negli stadi

Il Maxxi svela il legame tra architettura e mito negli stadi
Fino al 26 ottobre, il MAXXI di Roma ospita la prima grande mostra in Italia dedicata agli stadi, un vero e proprio viaggio attraverso l’architettura sportiva e il suo significato culturale e sociale. Intitolata “Stadi. Architettura e mito”, la mostra, curata da Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri, offre un’analisi approfondita di come queste strutture non siano solo luoghi di competizione sportiva, ma veri e propri templi del divertimento, della musica, della politica e della religione.
Gli stadi raccontano storie di passione collettiva e mitologia popolare. Tra i più celebri, spiccano il Wembley Stadium e l’Olympic Stadium, progettati dallo studio Populous, che hanno ospitato eventi storici e concerti memorabili. Il San Nicola di Bari, realizzato dal rinomato architetto Renzo Piano, e il Ferraris di Genova, rinnovato da Vittorio Gregotti, sono esempi di come l’architettura possa migliorare l’esperienza degli spettatori e l’identità di una città. Ma non possiamo dimenticare il Colosseo, il monumento più visitato al mondo, che, pur non essendo uno stadio moderno, incarna l’idea di grandezza e spettacolo che caratterizza anche gli impianti sportivi contemporanei.
L’opera video di apertura
La mostra si apre con un’opera video straordinaria: “Zidane, A 21st Century Portrait” di Douglas Gordon e Philippe Parreno. Quest’opera è un ritratto intimo e profondo del calciatore francese Zinedine Zidane, catturato in un momento di gioco durante una partita tra Real Madrid e Villareal nel 2005. Utilizzando 17 telecamere per seguire ogni gesto e sguardo del campione, l’opera invita a riflettere sul legame tra il corpo dell’atleta e l’architettura dello stadio, creando un’atmosfera di contemplazione e ammirazione.
Progetti architettonici in mostra
Il percorso espositivo prosegue con una rassegna di progetti architettonici che spaziano dagli illustri antesignani come il Panathenaiko di Atene agli stadi moderni come l’Ayresome Park, progettato da Archibald Leitch, e il Municipal Stadium di Braga, realizzato da Eduardo Souto de Moura su una ex cava di pietre. Questi esempi illustrano come gli stadi possano essere integrati nel paesaggio urbano, rispondendo alle esigenze sociali e culturali delle comunità che li abitano.
Inoltre, la mostra non si limita a presentare solo le strutture architettoniche, ma arricchisce il racconto con oggetti e documenti storici che evocano eventi significativi legati al mondo dello sport. Ad esempio, è presente la prima radiocronaca sportiva italiana del 1928 e il leggendario concerto dei Beatles del 1965 al Shea Stadium di New York, che ha segnato un’epoca nella storia della musica e della cultura pop. Non mancano nemmeno i ricordi degli anni bui degli incidenti di Hillsborough e dell’Heysel, che hanno segnato profondamente il mondo del calcio e le sue dinamiche.
Successi della Nazionale italiana di calcio
Un’altra sezione della mostra è dedicata agli storici successi della Nazionale italiana di calcio, con il patrocinio della FIGC. I visitatori possono ammirare i trofei simbolo della storia del calcio italiano, tra cui i quattro Mondiali vinti e i due trionfi agli Europei nel 1968 e nel 2020. Questi trofei non sono solo oggetti di valore sportivo, ma rappresentano un’identità nazionale, un motivo di orgoglio e un simbolo di unità per il popolo italiano.
Un ideale appendice alla mostra è il focus intitolato “Il Foro Italico di Enrico Del Debbio. Classicismo e modernità”, che si protrarrà fino al 31 ottobre. Questa sezione, a cura di Ariane Varela Braga e Carla Zhara Buda, è coprodotta dal MAXXI e dall’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, e si concentra sull’intensa attività creativa di Del Debbio, architetto attivo tra il 1891 e il 1973. Il Foro Italico**, su cui Del Debbio ha lavorato per quarant’anni a partire dal 1927, rappresenta il primo grande intervento architettonico e paesaggistico dedicato allo sport in Italia, simboleggiando l’incontro tra classicismo e modernità.
La mostra “Stadi. Architettura e mito” al MAXXI offre quindi un’opportunità unica per esplorare non solo l’architettura sportiva, ma anche il suo impatto culturale e sociale. Gli stadi, come luoghi di incontro e celebrazione, raccontano storie di emozioni, ricordi e identità collettive, invitando il pubblico a riflettere su cosa significhi oggi fare parte di una comunità attraverso lo sport e la cultura. Un’esperienza da non perdere per chiunque sia appassionato di architettura, sport e storia.