Gadda sulla legge antispreco: risultati sorprendenti per la sostenibilità

Gadda sulla legge antispreco: risultati sorprendenti per la sostenibilità
Negli ultimi dieci anni, la legge antispreco in Italia, conosciuta come legge 166/2016, ha avuto un impatto significativo sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e prima firmataria di questa legge, ha recentemente condiviso i risultati di questo importante provvedimento durante la conferenza stampa ‘Prevenire lo spreco alimentare: la rivoluzione digitale di Planeat’, svoltasi presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato.
La legge 166 è stata concepita per combattere lo spreco alimentare a valle della filiera produttiva. Gadda sottolinea come grazie a questa normativa il recupero delle eccedenze alimentari da parte di organizzazioni come il Banco Alimentare sia aumentato del 390% rispetto ai dati precedenti all’entrata in vigore della legge. Questo risultato straordinario non è solo una questione di numeri; rappresenta anche un cambiamento culturale nella percezione del cibo e del suo valore, fondamentale per promuovere una società più sostenibile.
Unione tra imprese e terzo settore
Uno degli aspetti più rilevanti della legge 166 è la sua capacità di unire due mondi che, a prima vista, potrebbero sembrare distanti: quello delle imprese e quello del terzo settore. Gadda afferma che la donazione di alimenti non è solo un atto di generosità, ma un modo per allungare il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo così a una gestione più responsabile delle risorse. Le aziende che partecipano a questo processo non lo fanno perché si trovano in difficoltà, ma perché riconoscono l’importanza di integrare la sostenibilità nelle loro politiche aziendali.
Gestione strategica delle risorse
Gadda mette in evidenza che donare alimenti richiede una profonda consapevolezza dei processi interni delle aziende, dalla logistica alla distribuzione, fino alla relazione con i consumatori. Questo implica una gestione attenta e strategica delle risorse, che va ben oltre l’idea di semplice gestione delle eccedenze. La donazione diventa quindi un indicatore della maturità e della responsabilità di un’impresa, segnando un passaggio verso un’economia circolare che considera l’impatto sociale delle proprie azioni.
Importanza della digitalizzazione
In questo contesto, la rimozione degli ostacoli burocratici è fondamentale. Gadda sottolinea l’importanza di condividere buone pratiche e studi tra le varie realtà coinvolte nella filiera alimentare, al fine di facilitare l’adozione di politiche sostenibili. La legge antispreco deve essere supportata da un tessuto culturale e sociale che promuova attivamente la sostenibilità, affinché le aziende possano operare in un ambiente favorevole alla riduzione degli sprechi.
La conferenza ha anche messo in luce l’importanza della digitalizzazione nel processo di recupero delle eccedenze alimentari. Progetti come Planeat, che si occupano di sviluppare piattaforme digitali per facilitare la donazione di cibo, rappresentano un passo avanti significativo. Questi strumenti tecnologici possono semplificare la connessione tra donatori e destinatari, rendendo il processo più efficiente e accessibile.
Inoltre, Gadda ha evidenziato come la legge 166 abbia ispirato un cambiamento di mentalità tra le aziende. Sempre più imprese stanno riconoscendo il valore della responsabilità sociale e della sostenibilità come elementi chiave della loro strategia commerciale. Questo non solo contribuisce a ridurre gli sprechi, ma migliora anche l’immagine aziendale, creando un legame più forte con i consumatori, sempre più attenti alle pratiche etiche delle aziende da cui acquistano.
Il ruolo dell’educazione
Un’altra dimensione importante del dibattito sulla sostenibilità è il ruolo dell’educazione. È fondamentale che le nuove generazioni siano educate all’importanza del rispetto delle risorse e alla lotta contro lo spreco alimentare. In questo senso, le scuole e le istituzioni educative hanno un ruolo cruciale nell’informare i giovani su come gestire il cibo in modo responsabile e consapevole.
La legge antispreco rappresenta quindi non solo un passo avanti nella lotta contro gli sprechi alimentari, ma anche un’opportunità per costruire un futuro più sostenibile per le prossime generazioni. La strada è ancora lunga, ma i risultati ottenuti finora mostrano che è possibile creare un cambiamento significativo attraverso la collaborazione tra settore pubblico e privato, oltre che con il supporto della società civile.
Gadda conclude il suo intervento ricordando che l’obiettivo finale non è solo quello di ridurre gli sprechi, ma di trasformare il nostro approccio al cibo e alle risorse, promuovendo un modello di economia circolare che privilegi la sostenibilità e la responsabilità sociale. La sfida ora è quella di mantenere viva questa spinta verso il cambiamento, affinché la legge antispreco continui a produrre risultati positivi negli anni a venire.