Il boom delle bioplastiche compostabili: scopri i numeri della filiera sostenibile

Il boom delle bioplastiche compostabili: scopri i numeri della filiera sostenibile
L’industria delle bioplastiche compostabili in Italia ha attraversato un periodo di trasformazione e sfide significative negli ultimi anni. Secondo uno studio di Plastic Consult, nel 2024 si registrano 278 aziende attive nel settore, suddivise in diverse categorie: 7 produttori di chimica di base e intermedi, 22 produttori e distributori di granuli, 189 operatori di prima trasformazione e 60 operatori di seconda trasformazione. Nonostante la filiera impieghi 2.913 persone e generi una produzione di 121.500 tonnellate di manufatti compostabili, il panorama presenta segni di difficoltà.
Diminuzione degli addetti e delle aziende
Negli ultimi anni, il numero degli addetti è diminuito del 2,2%, passando da 2.980 a 2.913 unità. Anche il numero di aziende ha subito un calo del 3,5% rispetto al 2023. Le regioni italiane con il maggior numero di imprese di trasformazione sono:
- Veneto – 298 addetti
- Emilia-Romagna – 297 addetti
- Campania – 266 addetti
- Lombardia – 185 addetti
- Umbria – 159 addetti
Flessione del fatturato e produzione
Un aspetto preoccupante è la diminuzione del fatturato della filiera, sceso a 704 milioni di euro, con una flessione del 15,4% rispetto all’anno precedente. Questa contrazione è stata influenzata dalla riduzione dei listini delle materie prime e dei semilavorati. Tuttavia, nel 2024 si osserva un timido rimbalzo nei volumi complessivi dei manufatti, con un incremento dello 0,5%, raggiungendo 121.500 tonnellate.
Il comparto monouso ha subito le maggiori difficoltà, con un calo di oltre il 10%, a causa della concorrenza sleale dei prodotti ‘pseudo-riutilizzabili’ e delle importazioni dal Far East. Al contrario, settori come il film agricolo, il packaging alimentare e gli ultraleggeri hanno mostrato segni di crescita.
Prospettive future e sfide
Negli ultimi dieci anni, l’industria delle bioplastiche ha vissuto una crescita costante, ma le prospettive per il 2025 non sono rosee. Si prevede una stagnazione della produzione nazionale di manufatti compostabili, con un aumento dei consumi finali che non sarà sufficiente a stimolare la ripresa. La presenza di sacchetti illegali, stimata attorno al 27%, e la continua diffusione di prodotti ‘pseudo-riutilizzabili’ rappresentano ostacoli significativi.
Il Piano Nazionale per la Transizione Ecologica (Pnrr) e le normative europee, come il Pacchetto per l’Economia Circolare (Ppwr), potrebbero avere un impatto positivo sul settore, ma i risultati tangibili si vedranno solo nel medio termine. La modalità di attuazione delle nuove leggi sarà cruciale per il futuro della filiera.
L’analisi della situazione è confermata anche dal presidente di Assobioplastiche, Luca Bianconi, che evidenzia come il quadro attuale dell’industria delle bioplastiche in Italia sia caratterizzato da luci e ombre. Nonostante un timido rimbalzo nel 2024, il settore deve affrontare sfide significative legate alla concorrenza sleale e alle importazioni a basso costo, rendendo la competitività delle aziende italiane sempre più difficile.