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Il 79% degli italiani crede nei vantaggi della transizione ecologica

Il 79% degli italiani crede nei vantaggi della transizione ecologica

Il 79% degli italiani crede nei vantaggi della transizione ecologica

Domani, 2 luglio, si svolgerà all’Ecoforum la presentazione del report Appalti Verdi e la premiazione di Comun Ricicloni 2025, un evento di grande importanza per l’ecosistema italiano. La transizione ecologica, sempre più riconosciuta come un pilastro fondamentale per l’economia italiana, ha dimostrato di apportare benefici non solo all’ambiente, ma anche al clima, alle aziende, all’occupazione e, di conseguenza, al risparmio dei cittadini. Questo messaggio è rafforzato da un recente sondaggio Ipsos intitolato “L’Italia e la sostenibilità”, realizzato per la XII edizione dell’“Ecoforum nazionale sull’economia circolare” organizzato da Legambiente, Kyoto Club e Nuova Ecologia.

I risultati del sondaggio Ipsos

Secondo i dati raccolti, il 79% degli intervistati percepisce la transizione ecologica come fonte di benefici e opportunità. Tra le risposte, spicca il 34% di coloro che la considerano fondamentale per la salvaguardia del pianeta. Altri aspetti positivi citati includono:

  1. Riduzione dei costi energetici per famiglie e imprese (24%).
  2. Rischio di esclusione dal mercato per le aziende che non si adeguano (22%).
  3. Ottimismo sull’aumento dei green jobs (40%), percentuale che sale al 61% tra coloro che hanno familiarità con l’economia circolare.

Opinioni sull’energia rinnovabile

Le opinioni degli italiani riguardo all’energia rinnovabile sono chiare e decise. Un forte 47% ritiene che il Governo debba incentivare l’uso delle fonti pulite, mentre il 36% sottolinea l’importanza di semplificare le procedure autorizzative per la creazione di impianti di energie rinnovabili. È significativo notare che il 91% del campione si oppone alla costruzione di centrali nucleari nelle vicinanze, con il 39% che non le vuole affatto. Inoltre, il 37% degli intervistati ha espresso preoccupazioni sui tempi di realizzazione dei potenziali benefici derivanti dall’energia nucleare, ritenendo che potrebbero passare 20 anni prima di vedere risultati tangibili.

La leadership italiana nell’economia circolare

Un altro aspetto interessante emerso dal sondaggio riguarda la percezione della leadership italiana in materia di economia circolare. Solo il 16% degli intervistati crede che l’Italia stia performando meglio della media europea, mentre un 37% pensa erroneamente che il Paese sia al di sotto degli standard europei.

L’Ecoforum ha rappresentato anche un’importante piattaforma per presentare tre proposte al Governo Meloni, mirate a rendere il Clean Industrial Deal made in Italy competitivo e incentrato sull’economia circolare. Le proposte includono:

  1. Accelerazione degli iter di autorizzazione per i progetti previsti dal PNRR.
  2. Semplificazione dell’approvazione dei decreti End Of Waste (EOW).
  3. Potenziamento dei controlli ambientali per prevenire l’illegalità nel ciclo dei rifiuti.

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha dichiarato che “l’economia circolare italiana continua a rappresentare un’eccellenza a livello europeo”. Ha inoltre sottolineato la disponibilità dei cittadini a intraprendere questa sfida, evidenziando il rifiuto verso il nucleare e l’orientamento verso produzioni più pulite.

Il sondaggio Ipsos ha anche affrontato il tema del corretto smaltimento dei rifiuti: quasi 8 italiani su 10 credono che l’olio motore usato venga smaltito correttamente, dimostrando una significativa consapevolezza ambientale. La filiera italiana degli oli minerali usati, rappresentata dal consorzio Conou, si conferma leader in Europa, con una raccolta di 188mila tonnellate nel 2024.

In tema di riciclo degli imballaggi, i dati di Conai sono incoraggianti, con un tasso di riciclo che ha raggiunto il 76,7% nel 2024. È fondamentale continuare a investire in infrastrutture e tecnologie innovative per migliorare l’efficienza impiantistica. La questione del riciclo dei materiali tessili e della raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche rimane critica, richiedendo ulteriori azioni per raggiungere gli obiettivi europei e garantire una gestione sostenibile e trasparente dell’intero ciclo produttivo.