Istat: boom di occupati a maggio con 80mila nuovi posti e un aumento annuale di 408mila

Istat: boom di occupati a maggio con 80mila nuovi posti e un aumento annuale di 408mila
Nel mese di maggio 2025, l’Italia ha registrato un significativo incremento nel numero di occupati, con un aumento di 80mila unità rispetto ad aprile e un impressionante incremento di 408mila unità rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questi dati, pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), evidenziano una ripresa continua nel mercato del lavoro italiano, con il tasso di occupazione che ha raggiunto il 62,9%, un livello che si avvicina ai picchi pre-pandemia.
Aumento degli occupati e calo degli inattivi
L’incremento degli occupati si accompagna a un calo degli inattivi, suggerendo che un numero crescente di cittadini sta entrando nel mercato del lavoro. Questo fenomeno è particolarmente rilevante in un contesto economico globale che ha visto sfide significative negli ultimi anni, incluse le ripercussioni della pandemia di COVID-19. Tuttavia, è importante notare che, nonostante l’aumento degli occupati, il tasso di disoccupazione è cresciuto, raggiungendo il 6,5%. Questo può essere attribuito a un aumento della forza lavoro attiva che, sebbene porti a un numero maggiore di disoccupati, è indice di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro.
A maggio 2025, il numero totale degli occupati in Italia ha raggiunto i 24,3 milioni, un record storico dall’inizio delle serie storiche nel 2004. Questo dato rappresenta quasi 1,3 milioni di occupati in più rispetto a gennaio 2020, il mese immediatamente precedente all’emergenza sanitaria globale. La crescita occupazionale è un segnale positivo per l’economia italiana, che ha dovuto affrontare molteplici sfide, tra cui la crisi economica legata alla pandemia e le tensioni geopolitiche in corso.
Disoccupazione e inattivi
I dati mostrano che i disoccupati in Italia sono attualmente 1 milione e 691mila, con un incremento di 113mila unità rispetto ad aprile e di 15mila unità rispetto a maggio 2024. Questo aumento può essere visto come un segnale di una forza lavoro più attiva, ma solleva anche interrogativi sulla qualità dei posti di lavoro creati e sulla loro sostenibilità nel lungo termine.
Particolarmente significativo è il calo degli inattivi, che si riferisce a coloro che non sono né occupati né in cerca di lavoro. Nel mese di maggio 2025, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono circa 12 milioni e 119mila, segnando una riduzione di 172mila unità rispetto ad aprile e di 320mila unità rispetto a maggio 2024. Questo dato è un chiaro indicatore di un cambiamento nella dinamica del mercato del lavoro, suggerendo che più persone sono motivate a cercare occupazione, contribuendo così a una maggiore inclusione nel mercato lavorativo.
Qualità dei posti di lavoro e disparità regionali
La crescita del tasso di occupazione e la diminuzione degli inattivi sono risultati positivi, ma è cruciale analizzare le caratteristiche di questi nuovi posti di lavoro. Se la maggior parte dei nuovi occupati proviene da contratti precari o part-time, la qualità dell’occupazione potrebbe non essere sufficiente a garantire una stabilità economica per le famiglie italiane. L’analisi del mercato del lavoro deve quindi considerare non solo il numero di posti di lavoro creati, ma anche la loro qualità e le condizioni in cui vengono offerti.
Inoltre, è fondamentale considerare le differenze regionali all’interno dell’Italia. Mentre alcune aree del paese stanno registrando una crescita robusta nel mercato del lavoro, altre continuano a lottare con tassi di disoccupazione più elevati e un accesso limitato alle opportunità di impiego. Le politiche regionali e nazionali dovrebbero quindi mirare a ridurre queste disuguaglianze, promuovendo programmi di formazione e riqualificazione professionale per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro di categorie svantaggiate.
In sintesi, i dati di maggio 2025 evidenziano una situazione di crescita nel mercato del lavoro italiano, con un numero record di occupati e una significativa diminuzione degli inattivi. Tuttavia, è essenziale rimanere vigili riguardo alla qualità dell’occupazione e alle disparità regionali, affinché la ripresa economica sia solida e inclusiva per tutti i cittadini italiani.