Imprese e utilities: un balzo del 79% nel valore della produzione in dieci anni

Imprese e utilities: un balzo del 79% nel valore della produzione in dieci anni
Il settore delle utilities in Italia ha mostrato una straordinaria resilienza e capacità di crescita nell’ultimo decennio. Durante l’Assemblea generale di Utilitalia, tenutasi a Roma per celebrare il decennale della federazione, sono stati presentati dati significativi che evidenziano l’evoluzione e le prospettive future di questo importante comparto. Fondata nel 2015 dalla fusione di Federutility e Federambiente, Utilitalia rappresenta le imprese attive nei settori dell’acqua, dei rifiuti e dell’energia, svolgendo un ruolo cruciale nella transizione ecologica del Paese.
Tra i dati più rilevanti, spicca un aumento impressionante del valore della produzione, che è passato dai 38 miliardi di euro del 2015 ai 68 miliardi previsti per il 2025, con un incremento del 79%. Questo aumento non solo indica una crescita economica, ma riflette anche l’importanza crescente delle utilities nel contesto socio-economico italiano. Parallelamente, il numero degli occupati nel settore è aumentato del 15%, passando da 90.000 a 104.000 unità, dimostrando che, nonostante le sfide, il comparto continua a generare occupazione e sviluppo.
Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, ha messo in evidenza le difficoltà affrontate dal settore negli ultimi anni, tra cui la pandemia, la crisi energetica e i cambiamenti climatici. Queste sfide hanno richiesto un impegno straordinario da parte delle utilities, che hanno dovuto garantire la continuità dei servizi e investire in innovazioni fondamentali per la transizione ecologica. Il contributo delle aziende del settore è dunque cruciale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e per la creazione di un futuro più verde.
Acqua: investimenti e sfide
Il settore idrico rappresenta una delle aree più critiche per le utilities. Gli investimenti pro-capite nel servizio idrico sono aumentati da 38 euro annui nel 2015 a 80 euro previsti per il 2025, con una crescita del 110%. Tuttavia, esistono ancora delle criticità, soprattutto nelle gestioni “in economia”, dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio. In queste situazioni, gli investimenti scendono a soli 29 euro per abitante.
Utilitalia stima che il fabbisogno annuale per il settore idrico sia di almeno 6 miliardi di euro, mentre gli investimenti attuali, alimentati dalle tariffe, ammontano a circa 4 miliardi. Per colmare questo gap, è necessario un intervento pubblico che possa garantire un contributo annuale di almeno 1 miliardo di euro per i prossimi dieci anni, al fine di assicurare la qualità e la sostenibilità del servizio.
Raccolta differenziata e gestione dei rifiuti
Un altro fronte su cui le utilities stanno investendo è quello della gestione dei rifiuti. Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto significativi progressi nella raccolta differenziata, che è aumentata dal 47,5% del 2015 al 67% attuale. Anche il tasso di riciclaggio ha visto un incremento, passando dal 41,1% al 50,8%. Tuttavia, l’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per il 2035, richiedendo un riciclo del 65% dei rifiuti urbani e limitando lo smaltimento in discarica al 10%. Attualmente, l’Italia si colloca al 16%, ma il miglioramento rispetto al 26% del 2015 è un segnale positivo.
Per raggiungere questi traguardi, Utilitalia prevede che siano necessari investimenti aggiuntivi di circa 4,5 miliardi di euro, di cui 3 miliardi per potenziare la dotazione impiantistica e 1,5 miliardi per migliorare i sistemi di raccolta differenziata. Questi investimenti sono essenziali non solo per rispettare le normative europee, ma anche per migliorare la qualità della vita nei territori e promuovere una maggiore sostenibilità ambientale.
Il settore energetico e la transizione ecologica
Il settore energetico si trova di fronte a una trasformazione radicale, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e lotta ai cambiamenti climatici. La Federazione osserva che il Green Deal e la Legge Europea per il Clima pongono l’obiettivo della neutralità climatica al 2050. Le utilities energetiche hanno già pianificato investimenti significativi, con una previsione di circa 19 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, di cui oltre 7,6 miliardi per le reti elettriche e 7,7 miliardi per la produzione di energia rinnovabile e non rinnovabile.
Le sfide per il futuro
Guardando al futuro, il comparto delle utilities deve affrontare sfide importanti che richiedono un approccio strategico. Come evidenziato dal vicepresidente vicario di Utilitalia, Luca Dal Fabbro, le imprese dei servizi pubblici sono chiamate a diventare attori fondamentali nel nuovo equilibrio tra sicurezza energetica, innovazione e crescita economica. Le priorità includono:
- Il rafforzamento della regolazione indipendente.
- L’aumento degli investimenti per la sicurezza delle infrastrutture.
- L’industrializzazione del settore.
- L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi operativi.
Inoltre, sarà fondamentale garantire la stabilità e la formazione per la forza lavoro, per affrontare al meglio i cambiamenti e le innovazioni che caratterizzeranno il settore nei prossimi anni. La strada verso il 2035 è ricca di opportunità, ma richiede un impegno collettivo e una visione chiara per affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo.