Fascicolo sanitario: la frattura digitale tra le Regioni secondo Gimbe

Fascicolo sanitario: la frattura digitale tra le Regioni secondo Gimbe
Il fascicolo sanitario elettronico (FSE) rappresenta uno strumento cruciale per la trasformazione digitale della sanità italiana. Tuttavia, un’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe mette in evidenza che la sua implementazione sta avvenendo a ritmi disomogenei tra le diverse Regioni, creando una preoccupante frattura digitale. Questa situazione non solo evidenzia le disuguaglianze nel sistema sanitario nazionale, ma rischia di escludere milioni di cittadini dal diritto di accesso alle proprie informazioni sanitarie.
Durante il 9° Forum Mediterraneo in Sanità, in corso a Bari, il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha sottolineato l’importanza del FSE e le sue attuali carenze. Cartabellotta ha dichiarato: “Per milioni di cittadini, il fascicolo sanitario elettronico resta uno strumento ben lontano dalla piena operatività”. Ha inoltre avvertito che il divario digitale tra le Regioni potrebbe trasformarsi in una nuova forma di esclusione sanitaria.
Disparità nell’accesso al FSE
L’analisi di Gimbe si basa su dati aggiornati al 31 marzo 2025, pubblicati sul portale Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 del Ministero della Salute e del Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Secondo queste informazioni, dovrebbero confluire nel FSE 16 tipologie di documenti, ma attualmente solo quattro – lettera di dimissione ospedaliera, referti di laboratorio, referti di radiologia e verbale di pronto soccorso – sono disponibili in tutte le Regioni. Questo significa che un cittadino siciliano non ha le stesse possibilità di accesso alla propria documentazione clinica rispetto a un cittadino veneto, una situazione che Cartabellotta ha definito “inaccettabile in un servizio sanitario che si definisce universale”.
Uno dei problemi principali è la scarsa adesione da parte dei cittadini al consenso per la consultazione dei propri dati. Attualmente, solo il 42% della popolazione ha espresso il proprio consenso, limitando ulteriormente l’efficacia del FSE. Le ragioni di questo basso tasso di partecipazione possono includere:
- Mancanza di informazione e sensibilizzazione sui benefici del fascicolo elettronico.
- Timori relativi alla privacy e alla sicurezza dei dati.
Miglioramenti recenti e prospettive future
È importante notare che l’analisi di Gimbe non considera un aggiornamento recente del portale Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, che ha visto l’aggiunta di altri due documenti disponibili in tutte le Regioni: prescrizione farmaceutica e prescrizione specialistica. Inoltre, è migliorata la disponibilità del certificato vaccinale, contribuendo a un quadro più positivo rispetto alla situazione complessiva.
Il FSE è stato introdotto in Italia con l’intento di rendere i dati sanitari più accessibili e gestibili, facilitando la comunicazione tra le strutture sanitarie e migliorando l’efficienza del sistema. Tuttavia, la sua attuazione richiede un impegno coordinato tra le Regioni per garantire che tutti i cittadini abbiano pari opportunità di accesso alle proprie informazioni sanitarie.
Impatti sulla salute pubblica
L’ineguaglianza nell’accesso al FSE potrebbe avere conseguenze significative per la salute pubblica. La mancanza di accesso a documenti clinici essenziali potrebbe ritardare diagnosi e trattamenti, con effetti potenzialmente gravi sulla salute dei pazienti. Questo è particolarmente preoccupante in un contesto post-pandemia, dove la digitalizzazione della sanità è diventata cruciale per garantire una risposta efficace alle emergenze sanitarie.
Inoltre, la frattura digitale si estende oltre la disponibilità di documenti, riflettendo anche le disparità di infrastrutture tecnologiche e competenze digitali tra le Regioni. Alcune aree, più avanzate tecnologicamente, potrebbero beneficiare di un accesso più rapido e agevole a queste risorse, mentre altre, con minori investimenti in tecnologia e formazione, continuerebbero a rimanere indietro.
Le istituzioni sanitarie e governative devono affrontare con urgenza queste sfide. È fondamentale sviluppare politiche e strategie che promuovano un’implementazione uniforme del FSE in tutto il Paese, investendo in tecnologie e formazione per il personale sanitario e per i cittadini. Solo così si potrà garantire che il fascicolo sanitario elettronico non diventi un ulteriore strumento di esclusione, ma piuttosto un mezzo per migliorare l’accesso e la qualità delle cure sanitarie per tutti.
In conclusione, il fascicolo sanitario elettronico ha il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui i cittadini interagiscono con il sistema sanitario. Tuttavia, affinché ciò avvenga, è essenziale superare la frattura digitale esistente tra le Regioni, garantendo che ogni cittadino, indipendentemente dalla propria posizione geografica, possa beneficiare di un accesso equo e completo alle proprie informazioni sanitarie.