Rubio incontra Netanyahu: un dialogo cruciale sull’annessione della Cisgiordania

Rubio incontra Netanyahu: un dialogo cruciale sull'annessione della Cisgiordania
Il segretario di Stato americano Marco Rubio si prepara a un viaggio in Israele, dove uno dei temi centrali delle sue discussioni sarà l’eventuale annessione da parte di Israele di alcune aree della Cisgiordania occupata. Questa visita arriva in un momento delicato, poiché numerosi paesi occidentali stanno preparando un riconoscimento formale dello Stato di Palestina, un annuncio previsto entro la fine del mese durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La notizia è stata riportata da Axios, citando fonti sia israeliane che statunitensi.
L’interesse di Netanyahu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è particolarmente interessato a comprendere, attraverso il colloquio con Rubio, se l’ex presidente Donald Trump e la sua amministrazione darebbero il loro sostegno a tale annessione, nonostante i potenziali rischi di destabilizzazione degli Accordi di Abramo. Questi accordi, che hanno normalizzato le relazioni tra Israele e vari paesi arabi, sono già stati messi a dura prova dalle tensioni regionali e dalle reazioni internazionali alle politiche israeliane.
La comunità internazionale, nella sua grande maggioranza, considera la Cisgiordania come un territorio occupato e riterrebbe qualsiasi forma di annessione israeliana non solo illegale, ma anche altamente provocatoria. Gli Emirati Arabi Uniti, uno dei principali protagonisti degli Accordi di Abramo, hanno espresso preoccupazioni esplicite riguardo a questa possibilità. Hanno avvertito sia l’amministrazione Trump sia il governo israeliano che un’eventuale annessione della Cisgiordania potrebbe compromettere significativamente il trattato di pace tra Abu Dhabi e Tel Aviv, minando così le speranze dell’attuale amministrazione americana di espandere ulteriormente tali accordi.
I segnali di Rubio
Secondo due funzionari israeliani, Rubio avrebbe già dato segnali positivi in riunioni private, suggerendo che non si opporrebbe a un’eventuale annessione in Cisgiordania e che l’amministrazione Trump non si frapporrebbe a tale iniziativa. Queste affermazioni hanno suscitato preoccupazione all’interno del governo statunitense, dove l’assenza di una posizione chiara su questo tema ha fatto sorgere timori che Israele stesse cercando di mettere Washington con le spalle al muro.
Recentemente, si sono tenute diverse riunioni interne alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato per definire una posizione pubblica chiara riguardo all’eventualità di un’annessione israeliana. Le principali preoccupazioni espresse da funzionari della Casa Bianca includono:
- L’annessione dei territori potrebbe portare al collasso degli Accordi di Abramo.
- Comprometterebbe non solo la stabilità della regione, ma anche l’eredità politica di Trump, che ha investito molto in questi accordi per migliorare l’immagine diplomatica degli Stati Uniti in Medio Oriente.
Le conseguenze regionali
Le tensioni tra Israele e i paesi arabi, che hanno cominciato a normalizzare le loro relazioni con Tel Aviv, sono già aumentate a causa delle politiche di insediamento attuate da Israele. La questione palestinese rimane uno dei conflitti più complessi e duraturi del mondo, e qualsiasi mossa unilaterale da parte di Israele potrebbe far deragliare anche le relazioni più recenti e fragili.
Una fonte ben informata ha rivelato che gli Emirati Arabi Uniti hanno ribadito chiaramente la loro posizione al Dipartimento di Stato prima della partenza di Rubio per Israele. La necessità di una gestione attenta di questa situazione è cruciale, data la delicatezza delle relazioni già esistenti e le potenziali conseguenze di un’ulteriore escalation.
Il viaggio di Rubio si inserisce, dunque, in un contesto di grande tensione e complessità geopolitica. I rapporti tra Israele e i paesi arabi moderati, che hanno iniziato a costruire legami più forti con Tel Aviv, potrebbero subire un duro colpo se le ambizioni di annessione di Netanyahu dovessero concretizzarsi. La posizione degli Stati Uniti, tradizionalmente vista come mediatore nel conflitto israelo-palestinese, diventa fondamentale in questo frangente, poiché il modo in cui Washington decide di procedere potrebbe avere ripercussioni ben oltre le frontiere della Cisgiordania.
In questo scenario, si prospetta una sfida significativa per la diplomazia americana, che dovrà bilanciare gli interessi di Israele con quelli degli altri attori regionali e della comunità internazionale, mantenendo al contempo viva la speranza di una soluzione pacifica e duratura per il conflitto israelo-palestinese. La visita di Rubio a Netanyahu rappresenta, quindi, un momento cruciale non solo per le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Israele, ma anche per l’intero futuro della pace nella regione.