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Rifiuti nei parchi urbani: una crisi da quattro scarti al metro quadrato

Rifiuti nei parchi urbani: una crisi da quattro scarti al metro quadrato

Rifiuti nei parchi urbani: una crisi da quattro scarti al metro quadrato

Un recente studio condotto da Legambiente ha messo in luce una situazione allarmante riguardo alla gestione dei rifiuti nei parchi urbani italiani. Nel 2025, i volontari dell’associazione ambientalista hanno raccolto e catalogato ben 24.260 rifiuti in 49 parchi sparsi in 20 città del Paese, da Milano a Firenze, da Napoli a Potenza, senza dimenticare Perugia, Terracina (LT), Bologna e Udine. La densità di rifiuti riscontrata è davvero preoccupante: si registrano quattro oggetti abbandonati ogni metro quadrato monitorato.

La ricerca, denominata “Park Litter”, è stata pubblicata in concomitanza con la 33esima edizione di “Puliamo il Mondo”, la storica campagna di volontariato che si svolge dal 19 al 21 settembre, coinvolgendo migliaia di cittadini in attività di pulizia e sensibilizzazione ambientale. Il motto di quest’anno, “Chi lo ama, lo protegge”, invita alla responsabilità collettiva nella cura degli spazi pubblici.

Mozziconi di sigaretta e plastica: i rifiuti più frequenti

Analizzando i dati raccolti, emergono chiaramente i rifiuti più comuni nei parchi: i mozziconi di sigaretta. Con un totale di 10.472 pezzi raccolti, questi rappresentano il 42,8% del totale dei rifiuti. La presenza di mozziconi è particolarmente allarmante, con una media di 161 mozziconi ogni 100 metri quadrati. Questo fenomeno non solo contribuisce all’inquinamento visivo, ma rappresenta anche un grave problema ambientale, poiché i filtri delle sigarette sono composti da materiali non biodegradabili.

La plastica, d’altra parte, continua a dominare le statistiche, con una percentuale che raggiunge il 64,3% del totale dei rifiuti raccolti. È evidente che la gestione dei rifiuti plastici è un tema cruciale e urgente, soprattutto in considerazione dell’impatto che ha sugli ecosistemi e sulla salute umana.

Il problema dei cestini e della raccolta differenziata

Un altro aspetto preoccupante emerso dallo studio è la dotazione di cestini nei parchi. Solo in 28 dei 65 transetti monitorati sono stati trovati contenitori con chiusura antivento, e in 27 dei 60 transetti in cui erano presenti cestini, questi erano predisposti per la raccolta differenziata. Questo suggerisce che, oltre a una maggiore educazione civica, è fondamentale migliorare le infrastrutture dedicate alla raccolta dei rifiuti, rendendo più facile per i cittadini smaltire correttamente i loro rifiuti.

L’assenza di adeguati sistemi di raccolta e smaltimento è spesso alla base dell’abbandono di rifiuti, creando zone di accumulo, specialmente in prossimità di panchine e tavoli. Legambiente sottolinea che la presenza di aree di accumulo è stata osservata in 38 dei 65 transetti esaminati, evidenziando un problema che richiede interventi immediati.

Rifiuti e inquinamento marino

Un dato particolarmente critico rilevato dall’indagine riguarda la presenza di canali di scolo e tombini. In 48 dei 65 transetti monitorati (73,8%), sono stati identificati questi elementi, che costituiscono vie dirette per il trasporto di rifiuti verso il mare, soprattutto in caso di cattiva gestione dei rifiuti urbani. Questo rappresenta un rischio significativo per la biodiversità marina e per la qualità delle acque, un problema che affligge molte città costiere italiane.

La direttiva europea sugli imballaggi monouso

Un focus particolare dell’indagine è dedicato alla Direttiva europea sugli imballaggi monouso (Sup), entrata in vigore in Italia nel 2022. Nonostante le normative in atto, la maggior parte dei rifiuti raccolti appartiene ancora a categorie di prodotti regolamentati dalla direttiva, rappresentando il 51,1% del totale monitorato. Questo suggerisce che, nonostante i buoni propositi, è necessario un impegno maggiore da parte delle istituzioni e dei cittadini per ridurre l’uso e il consumo di plastica monouso.

Un appello alla responsabilità collettiva

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato l’importanza di prendersi cura dell’ambiente, sottolineando che ogni piccolo gesto può portare a un cambiamento significativo. “Con ‘Puliamo il Mondo’ mettiamo insieme la conoscenza con l’azione, attraverso la citizen science per monitorare i rifiuti dispersi nell’ambiente,” ha dichiarato. Questo approccio mira a rafforzare il senso di comunità e a diffondere una cultura del rispetto e della responsabilità verso l’ambiente.

Il problema dei rifiuti nei parchi urbani è un tema che coinvolge tutti noi. L’invito è a riflettere sulle proprie abitudini quotidiane e a impegnarsi attivamente per la protezione degli spazi pubblici. La partecipazione a iniziative di pulizia, la corretta gestione dei rifiuti e la sensibilizzazione della comunità sono passi fondamentali per costruire un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.