Pichetto: il green deal dell’Ue a cinque anni dal lancio, cosa è cambiato?

Pichetto: il green deal dell'Ue a cinque anni dal lancio, cosa è cambiato?
Cinque anni fa, l’Unione Europea ha lanciato il Green Deal, un programma ambizioso volto a promuovere la sostenibilità ambientale e a ridurre le emissioni di carbonio. Questo progetto è stato concepito in un contesto di relativa stabilità economica, ben prima dell’emergere di eventi globali significativi come la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina. Oggi, il panorama è drasticamente cambiato, e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato l’importanza di adattarsi a queste nuove realtà in un videomessaggio durante l’evento “Mitigare o adattarsi: strategie per il climate change”, organizzato in collaborazione con il Soft Power Club e supportato da Proger, alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.
L’importanza di un mix energetico diversificato
Pichetto ha evidenziato che è essenziale per l’Italia e per l’Europa riconoscere i cambiamenti che la tecnologia offre. È necessario diversificare il mix energetico per garantire una maggiore indipendenza energetica e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Ha dichiarato:
- Incrementare le fonti di energia rinnovabile.
- Promuovere la produzione di energia da fonti nazionali.
- Evolvere il sistema di approvvigionamento energetico.
Questa strategia non solo mira a garantire maggiore indipendenza, ma è anche fondamentale per affrontare le sfide future legate al cambiamento climatico.
Cambiamento nelle politiche energetiche
Durante il suo intervento, Pichetto ha sostenuto che le azioni ambientali devono essere accompagnate da un cambiamento profondo nelle politiche energetiche. Queste ultime devono mirare a rendere il paese più resiliente e capace di affrontare le sfide future. È richiesto un impegno collettivo a livello nazionale ed europeo per integrare le nuove tecnologie e promuovere un’economia circolare.
In questo contesto, Marco Lombardi, amministratore delegato di Proger, ha aggiunto un’importante prospettiva. Secondo Lombardi, è urgente adottare strategie di adattamento in attesa di politiche globali di mitigazione. Ha affermato che:
- “Finora, quelle adottate non hanno funzionato”.
- È necessario ripensare territori e infrastrutture per renderli compatibili con le esigenze ambientali.
Innovazione e intelligenza artificiale
Lombardi ha enfatizzato l’importanza di un approccio ingegneristico differente, capace di rispondere in modo efficace alle sfide ambientali. Ha dichiarato: “Sfruttare le nuove tecnologie significa monitorare quello che abbiamo intorno e farlo con l’intelligenza artificiale“. Questa visione implica una progettazione dinamica e in continua evoluzione, in grado di anticipare le necessità future.
La Biennale di Venezia, con il suo focus su architettura e urbanistica, rappresenta un palcoscenico ideale per discutere questi temi. È fondamentale che le città diventino più resilienti e sostenibili, capaci di affrontare eventi climatici estremi, come inondazioni e ondate di calore, sempre più frequenti.
In questo quadro, la collaborazione tra pubblico e privato diventa cruciale. Le aziende, come Proger, hanno un ruolo fondamentale nel portare innovazione e nuove soluzioni ingegneristiche al servizio delle amministrazioni pubbliche e delle comunità. Tuttavia, è necessario un impegno politico forte e coerente per promuovere politiche di sostenibilità e incentivare investimenti nelle tecnologie verdi.
L’Unione Europea ha messo in campo diverse iniziative per affrontare il cambiamento climatico, come il pacchetto “Fit for 55”, che mira a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Tuttavia, come evidenziato da Pichetto e Lombardi, l’attuazione di queste politiche richiede un cambiamento culturale e strutturale profondo, coinvolgendo tutti i settori della società.
In conclusione, il messaggio che emerge dall’evento alla Biennale di Venezia è chiaro: per affrontare le sfide del cambiamento climatico è necessario un approccio integrato che unisca tecnologia, politiche pubbliche e progettazione urbana. Solo così sarà possibile costruire un futuro sostenibile e resiliente, capace di rispondere alle sfide del nostro tempo.