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La dieta mediterranea: un modello di sostenibilità secondo Gherardi di Confagricoltura

La dieta mediterranea: un modello di sostenibilità secondo Gherardi di Confagricoltura

La dieta mediterranea: un modello di sostenibilità secondo Gherardi di Confagricoltura

Durante il XV Human&Green Retail Forum tenutosi a Milano, Nicola Gherardi, membro della giunta di Confagricoltura, ha sottolineato l’importanza della dieta mediterranea come simbolo di sostenibilità. Gherardi ha affermato: “Come mondo agricolo, siamo convinti che il concetto della dieta mediterranea rispecchi completamente il tema della sostenibilità, che deve essere visto come un’opportunità e non come un elemento penalizzante”. Queste parole evidenziano un approccio proattivo verso le pratiche agricole sostenibili, enfatizzando la necessità di informare i consumatori per consentire scelte più consapevoli.

La dieta mediterranea e la sostenibilità

La dieta mediterranea è considerata un modello alimentare salutare, caratterizzato da un alto consumo di frutta, verdura, cereali integrali, pesce e olio d’oliva, con un consumo ridotto di carni rosse e zuccheri. Questa dieta non solo promuove la salute individuale, ma è anche in sintonia con la gestione sostenibile delle risorse naturali. Gherardi ha evidenziato che, per trasmettere efficacemente questo messaggio, è fondamentale lavorare sulla consapevolezza dei consumatori riguardo alle pratiche agricole e ai benefici di un’alimentazione sana.

Cambiamenti nel settore agricolo

Uno degli aspetti chiave del discorso di Gherardi è stato il cambiamento significativo avvenuto nel settore agricolo italiano negli ultimi due decenni. “In questi venti anni abbiamo progressivamente ridotto di oltre il 26% il consumo e l’utilizzo degli agrofarmaci”, ha affermato. Questo dato è particolarmente significativo poiché l’uso eccessivo di pesticidi è una delle principali preoccupazioni legate alla sostenibilità agricola. Ecco alcuni punti salienti:

  1. Riduzione dell’uso di agrofarmaci da oltre 156mila tonnellate a poco più di 115mila.
  2. Impegno del settore verso pratiche più ecologiche.
  3. Produzione di alimenti sicuri con residui solo dell’1%, molto al di sotto della media europea.

Innovazione e collaborazione nel settore

Gherardi ha proseguito, sottolineando la necessità di una maggiore collaborazione tra agronomi e produttori per massimizzare i benefici delle nuove tecnologie. “L’obiettivo è quello di lavorare in questa direzione, con la consapevolezza che serve conoscenza e competenza da parte degli agronomi nel valorizzare al massimo i dati che oggi la sensoristica e l’intelligenza artificiale ci propongono”, ha aggiunto. Questo approccio integra competenze tradizionali con innovazioni tecnologiche, creando un ecosistema agricolo più sostenibile e produttivo.

Il messaggio di Gherardi si inserisce in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità e alla salute ambientale. Negli ultimi anni, c’è stata una crescente domanda di prodotti alimentari sostenibili, e i consumatori sono sempre più interessati a conoscere l’origine dei cibi che acquistano. Questo trend è supportato da iniziative come il “Green Deal” dell’Unione Europea, che mira a rendere l’economia europea sostenibile e a ridurre le emissioni di gas serra.

In questo scenario, è fondamentale che i produttori agricoli italiani continuino a investire in pratiche sostenibili e a comunicare efficacemente ai consumatori i benefici delle loro scelte. La trasparenza è un elemento chiave per costruire la fiducia con i consumatori e per dimostrare che le scelte alimentari consapevoli possono avere un impatto positivo sia sulla salute individuale che sull’ambiente.

Gherardi ha concluso il suo intervento richiamando l’attenzione sull’importanza di educare i consumatori. “Abbiamo bisogno di lavorare sulla consapevolezza del consumatore riguardo tutto ciò che si può fare dal punto di vista agricolo, in modo da dare un quadro completo di informazioni sulle quali potrà compiere le sue scelte finali”, ha affermato. Questo approccio educativo è essenziale per promuovere un cambio di mentalità verso la sostenibilità e per incoraggiare abitudini alimentari che supportano non solo il benessere personale, ma anche la salute del nostro pianeta.

In questo contesto, la dieta mediterranea emerge non solo come un modello alimentare, ma come una guida per un futuro più sostenibile, in cui il benessere dell’individuo e quello dell’ambiente possono coesistere in armonia.