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L’autonomia strategica: il cuore del Green Deal europeo secondo Corazza

L'autonomia strategica: il cuore del Green Deal europeo secondo Corazza

L'autonomia strategica: il cuore del Green Deal europeo secondo Corazza

Nella cornice dell’evento Adnkronos Q&A dal titolo “Sostenibilità al bivio”, tenutosi al Palazzo dell’Informazione di Roma, Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, ha espresso con forza la necessità di rivedere il Green Deal europeo alla luce delle attuali sfide geopolitiche ed economiche. Corazza ha sottolineato l’importanza di mettere al centro del Green Deal la nozione di “autonomia strategica”, avvertendo che continuare a dipendere da potenze autocratiche in un periodo di crescente instabilità è non solo rischioso, ma anche miope.

Il Green Deal, approvato nel 2019, ha rappresentato una svolta per l’Unione Europea, ponendo l’accento sulla sostenibilità e sulla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, come ha evidenziato Corazza, il contesto in cui è stato concepito è radicalmente cambiato. “Un’era geologica fa”, ha detto, richiamando alla mente eventi significativi come la pandemia di COVID-19, l’aggressione russa all’Ucraina e la conseguente crisi energetica. Questi eventi hanno avuto un impatto profondo non solo sulle politiche economiche, ma anche sulla sicurezza e sull’approvvigionamento delle risorse.

le sfide globali e il green deal

Corazza ha fatto riferimento agli sviluppi globali e alle dinamiche di potere che stanno cambiando il panorama economico mondiale. La Cina, ad esempio, è diventata sempre più dominante in settori chiave come le tecnologie avanzate e le materie prime. “Dobbiamo interrogarci se il Green Deal del 2019 è ancora quello che serve all’Unione Europea”, ha affermato, sottolineando la necessità di adattare le politiche europee alle nuove realtà geostrategiche.

Un punto cruciale evidenziato da Corazza riguarda il finanziamento della transizione ecologica. “Non possiamo fare una transizione di questo tipo, che è una transizione di politica industriale, senza mettere i soldi”, ha affermato con convinzione. Nonostante gli sforzi iniziali, l’Europa, secondo Corazza, ha investito troppo poco in questo ambizioso progetto. “La Commissione europea non sembra voler cambiare rotta su questo punto”, ha aggiunto, evidenziando un nodo cruciale che potrebbe frenare la realizzazione degli obiettivi del Green Deal.

l’importanza di un’industria forte

In un contesto in cui la sicurezza energetica è diventata una priorità, Corazza ha sottolineato l’importanza di avere una base industriale solida. “Readiness 2030 non significa solo più armi, più cybersicurezza o più spazio, ma anche più industria”, ha dichiarato. La capacità dell’industria di innovare e rispondere alle sfide del futuro è fondamentale per il successo del Green Deal. “Senza un’industria forte e innovativa, il Green Deal non può essere attuato”, ha ribadito, evidenziando il ruolo cruciale che il settore industriale gioca nell’innovazione e nella sostenibilità.

Corazza ha anche menzionato la leadership tecnologica dell’Europa in alcune filiere, come il nucleare e lo stoccaggio del carbonio, riconoscendo tuttavia che in molti altri settori l’Europa è in ritardo. “Sarà molto difficile recuperare il terreno perduto”, ha avvertito, mettendo in guardia contro la possibilità di una dipendenza crescente da paesi che non condividono gli stessi valori democratici e sostenibili.

il futuro dell’unione europea

Un altro aspetto cruciale sollevato durante l’incontro è stato il futuro dell’Unione Europea stessa. Corazza ha avvertito che se l’Europa non troverà risposte unitarie su questioni fondamentali come il debito comune e la difesa, rischia di perdere la sua sovranità. “Non stiamo parlando di cedere sovranità a Bruxelles, ma a qualche autocrazia”, ha concluso, sottolineando l’importanza di una risposta collettiva e coesa da parte degli Stati membri.

In un momento in cui la comunità internazionale è alle prese con sfide senza precedenti, la visione di Corazza per un’Europa autonoma e strategicamente forte è più rilevante che mai. La transizione verso una sostenibilità reale e duratura non può prescindere da una riflessione profonda sulle priorità economiche e strategiche dell’Unione Europea. La strada da percorrere è complessa e richiede un impegno collettivo per garantire non solo la prosperità economica, ma anche la sicurezza e la stabilità del continente europeo nel lungo termine.

La discussione sulla sostenibilità e sull’autonomia strategica si colloca quindi all’interno di un dibattito più ampio che coinvolge non solo le politiche ambientali, ma anche la definizione della posizione dell’Europa nel contesto geopolitico globale. La sfida è quella di costruire un futuro in cui l’Unione Europea possa affermarsi come un attore autonomo e responsabile, capace di affrontare le sfide del presente e del futuro con determinazione e visione.