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Rivoluzione verde: gli utenti chiedono azioni concrete oltre il Green Deal

Rivoluzione verde: gli utenti chiedono azioni concrete oltre il Green Deal

Rivoluzione verde: gli utenti chiedono azioni concrete oltre il Green Deal

Un recente studio condotto dall’agenzia di stampa Adnkronos ha rivelato un clima di scetticismo crescente tra gli utenti delle piattaforme digitali riguardo alle politiche di sostenibilità promosse dall’Unione Europea. La rilevazione, che ha coinvolto circa 4.600 partecipanti tra il 18 agosto e il 29 settembre 2025, è stata presentata nel corso dell’evento “Sostenibilità al Bivio”, tenutosi presso il Palazzo dell’Informazione.

La percezione di una disconnessione tra le politiche ambientali europee e le esigenze economiche e sociali è emersa con forza. Tra i risultati, il 69% degli intervistati ritiene che il Green Deal europeo debba essere eliminato, evidenziando un forte disincanto verso un modello che molti considerano inadeguato. Solo il 10% pensa che questa iniziativa sia una priorità. Questo scetticismo si riflette anche sulla transizione green, con il 68% dei rispondenti che teme possa danneggiare l’economia, suggerendo che per molti la sostenibilità non può essere vista come un obiettivo a sé stante, ma deve essere integrata in un contesto economico più ampio.

Ripensare le strategie di sostenibilità

Durante l’evento, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato la necessità di ripensare le strategie di sostenibilità. Ha messo in evidenza il potenziale dei biocarburanti come strumento per ridurre le emissioni e promuovere la crescita, una visione che contrasta con le linee guida iniziali del Green Deal, che non prevedevano questa alternativa. Pichetto Fratin ha anche menzionato la questione del nucleare, che è stata riaperta nel dibattito pubblico, evidenziando la necessità di trovare un equilibrio tra diverse fonti di energia per affrontare le sfide energetiche del Paese.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si è unito all’appello per un approccio più equilibrato e realistico alla transizione energetica, criticando l’ideologia del Green Deal, che secondo lui limita le capacità delle imprese europee. Urso ha affermato che l’Italia deve assumere un ruolo guida nell’elaborazione delle politiche energetiche europee, sottolineando che la questione dell’automotive è centrale per il futuro economico del Paese.

Dialogo costruttivo tra istituzioni e imprese

All’evento hanno partecipato anche rappresentanti delle istituzioni europee, tra cui l’europarlamentare Brando Benifei e Carlo Corazza, il Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia. Questi interventi hanno messo in evidenza la necessità di un dialogo costruttivo tra le istituzioni e le imprese per affrontare le sfide della sostenibilità.

Le discussioni si sono articolate su vari temi, dalla mobilità sostenibile all’economia circolare. Nel primo tavolo tematico, esperti del settore automobilistico hanno discusso delle sfide e delle opportunità legate all’introduzione di veicoli elettrici. Le preoccupazioni degli utenti riguardano principalmente:

  1. Il costo elevato delle auto elettriche.
  2. La difficoltà di trovare stazioni di ricarica adeguate.

Il 37% degli intervistati ha dichiarato di non acquistare veicoli elettrici per motivi economici.

Nell’ambito dell’economia circolare, gli esperti hanno sottolineato come l’Italia possa sfruttare il suo primato in materia di sostenibilità per promuovere pratiche innovative che possano stimolare la crescita economica. Tuttavia, le aziende si trovano di fronte a una sfida significativa: comunicare il proprio impegno verso la sostenibilità in modo credibile. Una parte significativa degli intervistati, il 59%, ha considerato le comunicazioni aziendali in questo ambito come un esempio di greenwashing, suggerendo che le aziende potrebbero non essere percepite come autentiche nel loro impegno per la sostenibilità.

La necessità di una comunicazione trasparente

Un altro aspetto cruciale emerso dalla rilevazione è che, per il 64% degli intervistati, la responsabilità delle aziende in materia di sostenibilità non influisce in modo significativo sulle scelte d’acquisto. Questo mette in evidenza la necessità di una comunicazione più trasparente e basata su dati concreti. La fiducia dei consumatori, infatti, si costruisce attraverso dati verificabili e coerenza tra le azioni promesse e quelle realmente intraprese.

Il futuro della sostenibilità in Europa e in Italia richiede quindi un cambiamento di paradigma. Le politiche devono essere non solo dichiarative, ma attuabili e misurabili, integrate nelle pratiche quotidiane di cittadini e imprese. La transizione ecologica, sebbene necessaria, deve essere accompagnata da misure che tutelino l’economia e il lavoro, evitando di caricare ulteriormente le spalle di chi già affronta sfide quotidiane. La sfida è quindi quella di trovare un equilibrio tra esigenze ambientali, economiche e sociali, in un contesto dove la sostenibilità è sempre più vista come un imperativo da non sottovalutare.