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Briganti: storie e immagini che raccontano il Risorgimento al museo

Briganti: storie e immagini che raccontano il Risorgimento al museo

Briganti: storie e immagini che raccontano il Risorgimento al museo

Dal 23 ottobre 2023 fino al 30 marzo 2026, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino ospita una mostra di grande rilevanza culturale e storica, intitolata “Briganti! Storie e immagini dal Risorgimento a oggi”. Curata da Silvia Cavicchioli, direttore scientifico del Museo, questa esposizione esplora il brigantaggio come fenomeno storico e mito culturale, analizzando la sua evoluzione dal Settecento fino ai giorni nostri. Realizzata in collaborazione con diverse università, tra cui Torino, Salerno, Pisa e Padova, la mostra si propone di restituire una visione autentica dei briganti e del contesto storico in cui si sono mossi.

Il brigantaggio, spesso romantizzato e mitizzato dal cinema e dalla letteratura, viene qui presentato in un’ottica più realistica, lontana dalle agiografie e dalle rappresentazioni idealizzate che hanno caratterizzato la sua narrazione per oltre due secoli. La mostra si propone di esaminare le radici storiche e sociali di questo fenomeno, mettendo in luce come i briganti fossero, in realtà, il prodotto di un’epoca segnata da profonde trasformazioni politiche e sociali, guerre e rivoluzioni.

un viaggio attraverso la storia del brigantaggio

L’esposizione è articolata in cinque sezioni cronologiche che accompagnano il visitatore in un viaggio attraverso la storia del brigantaggio:

  1. Rivoluzione e controrivoluzione (1796-1825)
  2. Romantici fuorilegge (1825-1857)
  3. Italiani, borbonici, briganti (1857-1876)
  4. Dopo il brigantaggio (1876-1961)
  5. Briganti di massa (1961-2011)

Questa suddivisione tematica permette di comprendere meglio le varie fasi della storia italiana e il ruolo che i briganti hanno avuto in esse.

Un elemento di particolare interesse è l’Album Carelli, che contiene 16 disegni raffiguranti “Scene del brigantaggio nelle provincie napoletane”. Queste opere non solo documentano la vita e le attività dei briganti, ma offrono anche uno spaccato della società dell’epoca, mostrando le tensioni e le lotte che caratterizzavano quel periodo storico. La mostra include anche una significativa documentazione fotografica, che mette in evidenza “la violenza esposta” attraverso ritratti macabri dei briganti giustiziati. Queste immagini, spesso inquietanti, servono a sottolineare la brutalità del contesto in cui si sviluppò il brigantaggio.

la rappresentazione del brigantaggio nella cultura popolare

In aggiunta, l’esposizione presenta caricature satiriche che, nel corso dell’unificazione italiana, hanno contribuito a demonizzare il brigantaggio, trasformando i briganti da potenziali eroi della resistenza a figure di disprezzo. Questo aspetto è importante per comprendere come la narrativa contemporanea abbia influenzato la percezione storica di coloro che, per molti, rappresentano i legittimi difensori di un territorio in tumulto.

Il percorso espositivo è arricchito da dispositivi narrativi multimediali che permettono ai visitatori di immergersi ulteriormente nelle storie dei briganti e del periodo storico in cui vissero. Inoltre, sono presenti due installazioni interattive che offrono un’esperienza coinvolgente e stimolante, facendo in modo che il pubblico possa interagire con i contenuti esposti.

Grazie a oltre 200 opere, che comprendono dipinti, stampe, uniformi militari, fotografie, pugnali, amuleti e manifesti cinematografici, la mostra riesce a fornire una panoramica completa e variegata del brigantaggio. Questi materiali provengono non solo dalle collezioni del Museo del Risorgimento, ma anche da istituzioni prestigiose come il Museo Cesare Lombroso, il Musée d’Art et d’histoire de Neuchâtel e i Musei Reali e Nazionali di Matera. La varietà delle opere consente di esplorare non solo la figura del brigante, ma anche il contesto sociale, culturale e politico che ha influenzato la loro esistenza.

riflessioni sulla memoria storica

La mostra si inserisce in un dibattito più ampio riguardante la memoria storica e l’interpretazione degli eventi passati. Riflessioni su come il brigantaggio sia stato rappresentato nel corso del tempo, sia nel bene che nel male, pongono interrogativi sull’identità nazionale e sulle narrazioni storiche che spesso rischiano di semplificare o distorcere la complessità di eventi e figure storiche.

L’importanza di questa esposizione va oltre la mera documentazione storica; essa invita a riflettere su come la cultura popolare e le interpretazioni storiche possano influenzare la nostra comprensione del passato e, di conseguenza, del presente. Con l’avvicinarsi di importanti anniversari legati all’unità d’Italia, il Museo Nazionale del Risorgimento si conferma come un luogo cruciale per il dibattito culturale e storico, offrendo al pubblico l’opportunità di confrontarsi con una parte della storia italiana spesso trascurata o banalizzata.