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Da rifugio a icona: i 100 anni del motel tra sogni on the road e cultura pop

Da rifugio a icona: i 100 anni del motel tra sogni on the road e cultura pop

Da rifugio a icona: i 100 anni del motel tra sogni on the road e cultura pop

Il motel, icona della cultura americana, celebra un secolo di storia. Il 12 dicembre 1925 segna l’inaugurazione del Milestone Mo-Tel Inn a San Luis Obispo, fondato dai fratelli architetti Arthur e Alfred Heineman. Con un costo di soli 1,25 dollari per notte, questa nuova forma di ospitalità si è proposta come un’alternativa accessibile agli alberghi tradizionali, offrendo comodità e libertà ai viaggiatori.

Il contesto storico del motel è cruciale per comprenderne il successo. Durante la Grande Depressione degli anni ’30, molti americani si spostarono in cerca di opportunità, trovando nei motel una soluzione pratica ed economica. La crescente diffusione dell’automobile, simbolo di libertà, contribuì alla proliferazione di questi stabilimenti lungo le strade americane, in particolare sulla leggendaria Route 66.

Il simbolo della cultura americana

I motel, con le loro insegne al neon e piscine a forma di stella o cuore, divennero parte integrante del paesaggio rurale americano. Non solo luoghi di sosta, ma simboli di un’epoca in cui la mobilità individuale e il sogno americano si intrecciavano. L’immagine del motel si fissò nell’immaginario collettivo come una tappa temporanea, sempre aperta, come recitava la famosa pubblicità della catena Motel 6: “Per te lasciamo le luci accese”.

Un legame con la storia sociale

La storia del motel non è solo una questione di viaggi. Nel 1944, in un periodo di crescente segregazione razziale, Ellis Marsalis Sr. aprì un motel in Louisiana per accogliere viaggiatori neri, spesso rifiutati in altri luoghi. Un altro capitolo emblematico si svolse nel Lorraine Motel di Memphis, dove nel 1968 fu assassinato Martin Luther King. Oggi, questo luogo è diventato museo, rappresentando una ferita profonda nella storia dei diritti civili americani.

L’impatto nella cultura popolare

Il motel ha attirato l’attenzione di artisti e cineasti, diventando un simbolo di solitudine e anonimato. Alfred Hitchcock lo trasformò in un luogo inquietante nel suo film “Psycho” del 1960, mentre l’artista Edward Hopper, con il suo dipinto “Western Motel” del 1957, ha catturato l’essenza di questo spazio. Anche Vladimir Nabokov scelse un motel come scenario nel suo romanzo “Lolita”, sottolineando l’ambivalenza di questi luoghi.

Nel corso degli anni, il motel è diventato un tema ricorrente anche nel cinema e nella televisione contemporanea. Ecco alcuni esempi significativi:

  1. Thelma e Louise (1991) – Un viaggio liberatorio.
  2. Paris, Texas – Un malinconico deserto.
  3. Breaking Bad – Notti tossiche e trasformazione.
  4. Schitt’s Creek – Storie umane nei motel.

Oggi, il panorama dei motel sta cambiando. Negli anni ’60, oltre 60.000 motel adornavano le strade americane, ma oggi molti di questi stabilimenti sono chiusi o riconvertiti in residence, gallerie d’arte o boutique hotel. Questi ultimi, spesso ispirati alla nostalgia vintage, possono vantare prezzi che farebbero arrossire i fondatori Heineman: ad esempio, una stanza di alta stagione allo Skyview Los Alamos, fondato nel 1959, può costare fino a 699 dollari a notte.

Questa evoluzione riflette un cambiamento nelle abitudini di viaggio e un mutamento culturale più ampio. Il motel, un tempo simbolo di libertà e avventura, è oggi un mito pop che continua a ispirare e affascinare le generazioni. Mentre celebriamo il centenario di questa istituzione, è impossibile non riconoscere il suo impatto duraturo sulla cultura americana e la sua continua rilevanza nel contesto contemporaneo. La storia del motel è un racconto di sogni, speranze e trasformazioni che continua a scriversi, un viaggio senza fine.