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Crosetto: l’Ucraina non riavrà i territori perduti

Crosetto: l'Ucraina non riavrà i territori perduti

Crosetto: l'Ucraina non riavrà i territori perduti

Roma, 28 giugno 2024 – “Riconquistare i territori persi nel 2014 e dopo febbraio 2022 ormai è un’impresa impossibile: la Russia non li mollerà mai, e l’Ucraina da sola non ha la forza per riprenderseli, nemmeno con il nostro aiuto”. Così Guido Crosetto, ministro della Difesa, risponde a Bruno Vespa nel libro “Finimondo”, in uscita giovedì 30 ottobre per Mondadori-Rai Libri. Parole che arrivano in un momento delicato, mentre la guerra tra Mosca e Kiev continua a mietere vittime e la diplomazia internazionale cerca una via d’uscita.

Crosetto e la partita chiusa sui territori occupati

Nel dialogo con Vespa, Crosetto non lascia spazio a illusioni: “Putin non può tornare indietro, soprattutto perché ha cambiato la Costituzione, trasformando quei territori occupati in parte integrante della Russia”. Una mossa che, spiega il ministro, ha praticamente chiuso la porta a qualsiasi trattativa. “Si è messo in una posizione da cui non può tornare indietro”, aggiunge, sottolineando come la questione sia ormai sancita dal diritto interno russo.

Il riferimento è alle quattro province ucraine – Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia – che Mosca ha annesso unilateralmente dopo referendum mai riconosciuti dalla comunità internazionale. Crosetto ribadisce che questa mossa ha chiuso ogni spiraglio: “La Russia non li cederà mai”. E lascia intendere che il conflitto rischia di andare avanti ancora a lungo.

Trump, Biden e le strade di Washington

Quando Vespa gli chiede se Donald Trump sarebbe disposto a firmare una cessione di tutti i territori, Crosetto evita di sbilanciarsi: “La prima ipotesi che è stata fatta negli Stati Uniti è proprio quella di parlare di cessioni…”. Parole che lasciano intendere come, almeno in parte, anche a Washington si sia discusso di una soluzione negoziata con qualche concessione territoriale.

Ma la posizione ufficiale della Casa Bianca, sia sotto Biden sia ai tempi di Trump, è sempre stata chiara: sostenere l’integrità dell’Ucraina. “Non so se Kiev potrà mai accettare di cedere le quattro province”, dice Crosetto. “La scelta spetta solo a loro: decidere se il prezzo più alto è rinunciare a quei territori o continuare una guerra sanguinosa che potrebbe peggiorare”.

Il costo umano della guerra

Il ministro non evita il tema delle perdite umane. “I morti ucraini sono 520mila, quelli russi oltre un milione”, ricorda, citando cifre che circolano da mesi ma che non hanno conferme ufficiali né da Kiev né da Mosca. “La differenza è che gli ucraini conoscono le loro perdite, mentre il popolo russo non ha idea”, sottolinea, mettendo in luce il diverso modo di raccontare la realtà da parte dei due paesi.

Secondo fonti occidentali, i numeri reali restano un’incognita: l’Ucraina tende a tenere riservati i dati, mentre il Cremlino ha sempre minimizzato le perdite. Comunque, le cifre citate da Crosetto mostrano la portata della tragedia. A Kiev, intanto, i funerali militari si susseguono ogni settimana. A Mosca, invece, le informazioni sulle vittime arrivano soprattutto da canali indipendenti o dai social.

La scelta di Kiev e il futuro del conflitto

Il nodo resta quello della decisione da prendere: continuare a combattere o accettare una rinuncia dolorosa. “Tocca solo a loro decidere”, ribadisce Crosetto, lasciando intendere che nessuna pressione esterna potrà sostituire la volontà di Kiev. Nel frattempo, la diplomazia europea segue con attenzione ogni segnale dal fronte e dalle cancellerie occidentali.

Nel libro di Vespa, Crosetto si prende un attimo, guarda fuori dalla finestra del suo ufficio al ministero. “Non possiamo decidere noi per loro”, confida a bassa voce, mentre sul tavolo restano aperti i dossier con le ultime mappe del Donbass e le foto dei villaggi distrutti.