Ostaggio trovato: il corpo in viaggio verso Tel Aviv per l’identificazione
Ostaggio trovato: il corpo in viaggio verso Tel Aviv per l'identificazione
Tel Aviv, 5 giugno 2024 – Questa mattina all’istituto forense di Tel Aviv è arrivata la bara trasportata fuori dalla Striscia di Gaza dall’esercito israeliano. Dentro ci sarebbero i resti di un ostaggio morto, ma al momento l’identità resta un mistero. Hamas non ha fornito alcuna informazione sul nome della persona consegnata.
Arriva la bara, scortata e sotto stretto controllo
Il convoglio militare ha attraversato il valico di Erez poco dopo le 7.30, con mezzi blindati a fare da scorta. La bara, coperta da un telo bianco, è stata caricata su un furgone delle Forze di Difesa israeliane (IDF) e portata direttamente all’istituto medico-legale Abu Kabir, il centro principale per le analisi forensi in Israele. Un portavoce militare ha spiegato che “le procedure di riconoscimento sono delicate e possono richiedere tempo”, soprattutto perché non c’è alcuna documentazione da parte palestinese.
“Ci vorranno giorni per capire chi è”
Daniel Hagari, portavoce del Ministero della Difesa israeliano, ha detto che per identificare il corpo si faranno analisi del DNA e controlli odontoiatrici. Solo dopo si potrà dire ai familiari se si tratta di uno degli ostaggi rapiti durante l’attacco del 7 ottobre. Intanto, fuori dall’istituto, i parenti aspettano con ansia, alcuni con le lacrime agli occhi. “Non sappiamo nulla, nessuno ci dice chi sia”, ha raccontato una donna, cercando di trattenere le emozioni.
Hamas tace, restano 12 corpi da trovare
La bara è stata consegnata senza che Hamas abbia rivelato chi sia l’ostaggio. Fonti israeliane dicono che se il corpo fosse di uno dei rapiti, resterebbero ancora da recuperare altri 12 corpi. L’IDF ricorda che ogni recupero è frutto di trattative difficili e pericolose. La Croce Rossa Internazionale ha confermato di aver aiutato nel trasferimento della salma attraverso il valico, ma non ha aggiunto altro.
Attesa e silenzio carico di dolore
Davanti all’istituto di Tel Aviv la tensione è palpabile. Alcuni familiari hanno portato foto e candele, altri sono seduti in silenzio sui gradini. “Aspettiamo da mesi una risposta”, ha detto Yossi, padre di uno degli ostaggi. “Anche solo sapere sarebbe già una vittoria”. Le autorità hanno chiesto rispetto per la privacy delle famiglie e invitano i giornalisti a evitare speculazioni fino a quando non finiranno le analisi.
Ostaggi e negoziati: una partita ancora aperta
Da quando è iniziato il conflitto, il tema degli ostaggi è stato centrale nei negoziati tra Israele e Hamas. Secondo i dati ufficiali, decine di persone sono ancora nelle mani dei miliziani palestinesi o scomparse dopo gli attacchi dello scorso autunno. Il governo israeliano ha ribadito che il ritorno degli ostaggi è una priorità, ma le trattative vanno a rilento. La notizia della bara arrivata da Gaza ha riacceso speranze, ma anche paura, tra i familiari.
All’esterno dell’istituto Abu Kabir, una giovane donna si è fermata davanti al cancello con in mano una lettera piegata in quattro. “La leggerò solo quando saprò chi c’è dentro quella bara”, ha sussurrato.
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Meta description: Bara con presunto ostaggio portata da Gaza a Tel Aviv: identificazione forense in due giorni. Hamas non rivela l’identità.
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