Gioielli del Louvre: la procura di Parigi annuncia il loro mancato recupero
Gioielli del Louvre: la procura di Parigi annuncia il loro mancato recupero
Parigi, 6 giugno 2024 – I gioielli rubati dal Louvre non sono ancora stati ritrovati, ma la speranza di recuperarli resta forte. Lo ha detto questa mattina Laure Beccuau, procuratrice di Parigi, durante una conferenza stampa al Palazzo di Giustizia, nel cuore della città. L’indagine, partita subito dopo il furto nella notte tra il 2 e il 3 giugno, va avanti a ritmo serrato. Gli investigatori, coordinati dalla procura, lavorano senza sosta per ricostruire cosa è successo e scoprire chi c’è dietro.
Furto al Louvre, le indagini non si fermano
La procuratrice Beccuau ha spiegato che i gioielli sottratti – pezzi unici della collezione storica del museo – sono ancora spariti. «Non li abbiamo ancora in mano, ma resto fiduciosa di riuscire a recuperarli e restituirli al Louvre e al Paese», ha detto davanti ai giornalisti. Ha poi sottolineato che si tratta di oggetti «invendibili» per il loro valore artistico e la fama internazionale. «Chi li compra commette un reato di ricettazione», ha aggiunto, facendo capire che la sorveglianza sulle possibili vie di riciclaggio è stata intensificata.
Dietro al colpo, una banda organizzata?
L’inchiesta, affidata alla Brigade de Répression du Banditisme, punta ora a scovare i complici. Due uomini, tra i 30 e i 40 anni, residenti nell’Île-de-France, sono stati già fermati. «Non escludiamo che dietro ci sia un gruppo più grande, forse almeno quattro persone con un mandante», ha ammesso Beccuau. I due sospetti sono stati interrogati a lungo negli uffici della polizia giudiziaria in rue du Bastion. Avrebbero «parzialmente confessato» il loro coinvolgimento. Ora gli inquirenti stanno controllando le loro versioni, confrontandole con le immagini delle telecamere dentro e fuori il museo.
Un tesoro difficile da vendere
I gioielli rubati valgono, secondo fonti vicine alle indagini, più di 10 milioni di euro. Parliamo di anelli, collane e spille del periodo napoleonico, alcuni ancora esposti nella sala Denon fino a poche ore prima del colpo. «Sono pezzi che non si possono vendere facilmente», ha ribadito la procuratrice. Gli esperti d’arte ascoltati dalla polizia temono che i ladri possano smontarli o fonderli per cancellare ogni traccia. Ma proprio la loro unicità potrebbe aiutare a recuperarli: «Chi li ha sa che sono troppo famosi per finire sul mercato nero», ha confidato un investigatore.
Il Louvre sotto choc, si rafforzano le misure di sicurezza
Dentro il Louvre l’atmosfera è carica di tensione. Il direttore Jean-Luc Martinez ha espresso «profonda amarezza» per quanto accaduto e ha promesso che la sicurezza sarà resa ancora più stretta. Ieri l’ala colpita è rimasta chiusa fino alle 14:30 per permettere i rilievi della polizia scientifica. Visitatori e personale sono stati ascoltati come testimoni: qualcuno ha raccontato di aver visto movimenti strani nei corridoi nelle prime ore del mattino.
Pista internazionale, la caccia continua
Gli investigatori non escludono che i gioielli siano già stati portati all’estero. La collaborazione con Europol e Interpol è scattata subito dopo il furto. «Stiamo seguendo tutte le piste», ha detto Beccuau, lasciando intendere che le prossime ore saranno decisive. Nel frattempo, il Louvre ha lanciato un appello: chi ha informazioni utili è invitato a contattare la direzione del museo o la polizia di Parigi.
La città segue con ansia gli sviluppi. In attesa che i gioielli tornino al loro posto, nelle teche illuminate della sala Denon, resta una ferita aperta. Un colpo che ha scosso non solo Parigi, ma tutto il mondo dell’arte.
