Olanda al voto: sfida avvincente tra Wilders e i suoi avversari
Olanda al voto: sfida avvincente tra Wilders e i suoi avversari
Amsterdam, 6 giugno 2024 – Questa mattina alle 7 in tutta l’Olanda hanno aperto i seggi per le elezioni politiche. Oltre 13 milioni di cittadini sono chiamati alle urne in una sfida che potrebbe cambiare gli equilibri del Paese. Dopo la spinta dell’ultradestra di Geert Wilders nel 2023 e la breve esperienza del governo tecnico guidato da Dick Schoof, il confronto si concentra su migrazione, casa, sicurezza e clima. In gioco c’è il futuro dell’Olanda: proseguire sulla strada nazionalista di Wilders o tornare al pragmatismo dei centrismi di sempre.
Cinque partiti in campo, nessuno vince da solo
Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos di ieri sera, il Partito per la Libertà (Pvv) di Wilders resta primo, ma perde terreno, con un risultato stimato tra 24 e 28 seggi. Dietro di lui, l’alleanza fra laburisti e verdi guidata da Frans Timmermans, che punta a prendere tra 22 e 26 seggi. I liberali progressisti di D66, con Rob Jetten, sono in crescita e potrebbero sorprendere, raccogliendo tra 21 e 25 seggi. Più distanti i centristi del Cda di Henri Bontenbal (18-22) e i liberali di destra del Vvd, ora guidati da Dilan Yesilgoz, erede politica di Mark Rutte, con 15-19 seggi.
Il sistema proporzionale olandese, con i suoi 150 seggi e una soglia d’ingresso molto bassa, rende quasi impossibile un governo di maggioranza assoluta. Sono 27 i partiti che si sfidano. “Qui nessuno vince da solo”, ha ricordato Jetten ieri sera nel dibattito televisivo trasmesso dalla NOS. La frammentazione non è una novità: nel 2021 ci vollero 223 giorni di trattative per mettere insieme un esecutivo.
Gli indecisi e la partita ancora aperta
La commissione elettorale stima che quasi quattro elettori su dieci siano ancora indecisi a poche ore dal voto. Un segnale chiaro della volatilità dell’elettorato olandese, che lascia tutto aperto. “Non ho ancora deciso, aspetto di vedere chi mi convince di più”, ha detto stamattina a Rotterdam Marijke, 41 anni, impiegata pubblica. Scene simili si sono viste anche a Utrecht e L’Aia, con lunghe code ai seggi già prima delle 8.
La campagna si è concentrata soprattutto sulla migrazione, con Wilders che ha promesso “tolleranza zero”, e sulla crisi delle case, che colpisce soprattutto i giovani. “Serve un governo stabile e concreto”, ha detto Timmermans ai giornalisti davanti al municipio di Amsterdam. Sullo sfondo resta la questione del clima: D66 ha spinto per accelerare la transizione verde, mentre il Cda ha puntato su sicurezza e welfare.
Wilders isolato, exit poll dopo le 21
Nonostante i successi dell’anno scorso, Wilders si trova isolato. Tutti i partiti principali hanno escluso alleanze con lui, accusandolo di aver fatto cadere l’ultimo governo per le sue posizioni sulla migrazione. “Non è un partner affidabile”, ha ribadito Yesilgoz nel confronto finale. Solo dopo la chiusura dei seggi, prevista per le 21, arriveranno i primi exit poll che daranno un’idea della situazione.
Il voto olandese è seguito con attenzione anche a Bruxelles: l’Olanda è considerata un laboratorio politico per l’Europa, capace di anticipare tendenze e nuovi equilibri. “Siamo abituati a negoziare”, ha sorriso Bontenbal ai giornalisti stranieri. Ma senza una maggioranza chiara, si profila un lungo periodo di trattative, forse settimane o addirittura mesi.
Attesa tesa per i risultati
Nel cuore di Amsterdam, tra Damrak e Leidseplein, l’atmosfera è carica di tensione. Nei bar si segue ogni aggiornamento, mentre fuori dai seggi la gente si scambia impressioni e previsioni. “Sarà una lunga notte”, ammette un volontario della commissione elettorale. I risultati ufficiali arriveranno domani, ma dalle prime proiezioni si capirà se l’Olanda manterrà il suo mosaico politico o se si aprirà una nuova pagina.
Per ora, resta solo l’attesa. E la consapevolezza che questo voto potrebbe cambiare ancora una volta il volto della politica olandese.
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