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Cina chiede agli Usa di onorare la moratoria globale sui test nucleari

Cina chiede agli Usa di onorare la moratoria globale sui test nucleari

Cina chiede agli Usa di onorare la moratoria globale sui test nucleari

Pechino, 14 giugno – La Cina ha chiesto agli Stati Uniti di rispettare la moratoria globale sui test nucleari, dopo che l’ex presidente Donald Trump ha annunciato la possibile ripresa “immediata” dei test americani, senza però entrare nei dettagli su tempi o modalità. La dichiarazione, fatta ieri sera durante un comizio in Florida, ha subito acceso reazioni in tutto il mondo. Da Pechino è arrivata una “profonda preoccupazione” per le parole di Trump.

Scontro aperto sulla moratoria nucleare

Questa mattina, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha detto chiaro e tondo che la Cina “si aspetta che gli Stati Uniti rispettino gli impegni presi con il trattato che vieta i test nucleari”. Per Guo, Washington deve agire concretamente per difendere il sistema globale di disarmo e mantenere l’equilibrio strategico e la stabilità nel mondo. Parole forti, pronunciate durante la conferenza stampa di routine a pochi passi da piazza Tiananmen.

La posizione di Pechino non è una novità. Da anni il paese insiste sulla necessità di mantenere la moratoria sui test nucleari, vista come un pilastro fondamentale per la sicurezza globale. Ma le dichiarazioni di Trump – che già in passato non si è risparmiato su questo tema – hanno riacceso i timori di una possibile escalation tra le grandi potenze. Nessun dettaglio è stato fornito dall’ex presidente, ma solo l’annuncio ha già fatto muovere le borse asiatiche e preoccupare le agenzie di rating.

Il CTBT sotto la lente internazionale

Il Trattato sulla messa al bando totale dei test nucleari (CTBT), firmato nel 1996, vieta ogni tipo di esplosione nucleare, sia a scopo militare che civile. Gli Stati Uniti hanno firmato ma mai ratificato il trattato, mentre la Cina lo ha ratificato nel 1997. Sono 185 i Paesi firmatari, secondo l’Organizzazione del Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBTO), ma il trattato non è ancora entrato in vigore proprio perché mancano alcune ratifiche chiave, tra cui quella degli Stati Uniti.

Le parole di Trump arrivano in un momento già fragile per la diplomazia internazionale. “Ritornare ai test nucleari sarebbe un passo indietro per la sicurezza mondiale”, ha detto un funzionario europeo della Commissione per il disarmo, contattato nella notte. Anche il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha espresso “preoccupazione” tramite una nota del suo portavoce.

Le conseguenze sullo scacchiere globale

Secondo diversi esperti, la minaccia di riprendere i test da parte degli Usa rischia di far partire una nuova corsa agli armamenti. “Se Washington dovesse rompere la moratoria, altri Paesi potrebbero sentirsi liberi di fare lo stesso”, spiega Li Ming, docente di relazioni internazionali all’Università di Pechino. Un rischio che potrebbe mettere a repentaglio decenni di sforzi per controllare gli armamenti.

Negli Stati Uniti, le parole di Trump hanno scatenato reazioni contrastanti. Alcuni parlamentari hanno chiesto chiarimenti al Pentagono, mentre la senatrice democratica Dianne Feinstein ha definito “irresponsabile” anche solo pensare a una ripresa dei test.

Cosa succederà adesso?

Per ora, dalla Casa Bianca non è arrivata alcuna conferma ufficiale su un cambiamento di rotta. Il portavoce del Pentagono si è limitato a sottolineare che “gli Stati Uniti restano impegnati per la sicurezza globale”, senza commentare direttamente le parole di Trump. Nel frattempo, il mondo osserva con attenzione.

A Pechino, intanto, si respira tensione. Nei corridoi del ministero degli Esteri si parla di possibili consultazioni con Mosca e Parigi nelle prossime ore. Solo allora si capirà se le parole di Trump resteranno chiacchiere o se segneranno davvero una svolta nei rapporti tra le potenze nucleari.