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Cremlino: la verità sui test nucleari e la fine della corsa agli armamenti

Cremlino: la verità sui test nucleari e la fine della corsa agli armamenti

Cremlino: la verità sui test nucleari e la fine della corsa agli armamenti

Mosca, 12 giugno 2024 – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto oggi che la Russia non vede all’orizzonte una nuova corsa agli armamenti, nonostante l’annuncio di Donald Trump sulla possibile ripresa dei test nucleari negli Stati Uniti. La dichiarazione è arrivata nel primo pomeriggio, proprio mentre il dibattito internazionale sulla sicurezza nucleare torna a far parlare di sé, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali americane.

Peskov: “Nessuna nuova corsa agli armamenti in vista”

Durante la conferenza stampa al Cremlino, Peskov ha risposto ai giornalisti spiegando che, dal punto di vista di Mosca, l’annuncio di Trump non significa automaticamente un aumento delle tensioni militari. “In fin dei conti no”, ha detto, citato dall’agenzia Ria Novosti, lasciando intendere che la Russia non intende cambiare la sua strategia nucleare per ora. Parole che arrivano in un momento delicato: i rapporti tra Mosca e Washington restano tesi, soprattutto dopo che diversi trattati sul controllo degli armamenti sono stati sospesi negli ultimi anni.

Nessuna notifica ufficiale da Washington

Nel corso dell’incontro con la stampa, Peskov ha chiarito che la Russia non ha ricevuto alcuna comunicazione formale dagli Stati Uniti sulla possibile ripresa dei test nucleari. “Non siamo stati messi al corrente”, ha detto, sottolineando che il governo russo si riserva di decidere come reagire “a seconda di quello che succederà”. Una posizione prudente, che mostra come il Cremlino stia seguendo con attenzione le mosse della Casa Bianca sul fronte della difesa strategica.

Il contesto internazionale e le reazioni

L’annuncio di Trump, che nei giorni scorsi aveva accennato alla possibilità di nuovi test nucleari come parte del suo programma elettorale, ha diviso gli alleati occidentali e sollevato preoccupazioni nelle organizzazioni internazionali. Il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), firmato nel 1996 ma mai ratificato dagli Stati Uniti, resta un punto fermo per la comunità globale. Secondo fonti diplomatiche europee, una ripresa dei test da parte di Washington potrebbe mettere in crisi tutto il sistema di non proliferazione.

Mosca guarda e aspetta

Per ora, la Russia mantiene la linea della cautela. “Agiremo a seconda di come si svilupperanno gli eventi”, ha ribadito Peskov, sottolineando che ogni eventuale risposta sarà decisa in base alle mosse degli Stati Uniti. In passato, Mosca aveva sospeso la sua partecipazione ad alcuni accordi bilaterali sul controllo degli armamenti – come il trattato New START – proprio a causa delle tensioni con Washington e della mancanza di un dialogo costruttivo. Al momento, però, non sono previsti passi immediati da parte russa.

Le incognite della campagna elettorale americana

L’uscita di Trump sui test nucleari arriva in una campagna elettorale già segnata da toni molto accesi e promesse forti. Per alcuni osservatori, le parole dell’ex presidente sono più rivolte all’elettorato interno che alla scena internazionale. “Non è la prima volta che Trump usa temi legati alla sicurezza nazionale per rafforzare la sua immagine”, ha detto un analista del Carnegie Moscow Center. Resta però il fatto che una decisione concreta di riprendere i test nucleari potrebbe avere conseguenze difficili da prevedere, sia sul piano diplomatico che militare.

La voce degli esperti

Nel frattempo, molti esperti hanno ricordato i rischi legati a una possibile ripresa degli esperimenti nucleari. Uno studio pubblicato su “Nature” nel 2023 sottolinea come un ritorno ai test potrebbe vanificare decenni di sforzi per ridurre le armi atomiche e alimentare nuove tensioni fra le grandi potenze. Anche l’Organizzazione del Trattato per il Bando Totale degli Esperimenti Nucleari (CTBTO) ha espresso “profonda preoccupazione” per le recenti dichiarazioni provenienti dagli Stati Uniti.

Uno scenario da monitorare

In attesa di sviluppi da Washington, il Cremlino resta in attesa. Nessuna reazione immediata, nessun segnale di escalation: solo la promessa, ribadita oggi da Peskov, di valutare ogni mossa “a seconda di come si evolverà la situazione”. Un equilibrio fragile, che riflette la complessità delle relazioni tra le due potenze nucleari più importanti del mondo.