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M5s in prima linea contro la modifica della Carta Costituzionale

M5s in prima linea contro la modifica della Carta Costituzionale

M5s in prima linea contro la modifica della Carta Costituzionale

Roma, 5 giugno 2024 – Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha lanciato un nuovo allarme sulla riforma della giustizia, parlando questa mattina in Senato. Secondo Conte, il governo sta portando avanti un “disegno per scardinare la Costituzione”, con l’obiettivo di “tagliare le unghie alla magistratura” e ridurne il potere di controllo. Parole forti, che arrivano proprio mentre in Parlamento si discute della separazione delle carriere e della riforma della Corte dei Conti.

Conte attacca: “Vogliono pieni poteri”

Poco dopo le 11, davanti a giornalisti e parlamentari, Conte ha spiegato che non si tratta solo della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. “Stanno cambiando anche la Corte dei Conti”, ha detto, sottolineando come le modifiche toccano vari aspetti della giustizia. Per l’ex presidente del Consiglio, il rischio è quello di “depotenziare la magistratura”, togliendole gli strumenti necessari per fare da garante.

Vogliono pieni poteri e noi li fermeremo in tutti i modi”, ha aggiunto Conte, con tono deciso. Il riferimento è alle proposte di riforma che, secondo il Movimento 5 Stelle, vogliono ridurre i controlli e rafforzare il governo a scapito degli equilibri costituzionali.

Referendum sulla giustizia: “Non è destra contro sinistra”

Nel suo discorso, Conte ha parlato anche del prossimo referendum sulla giustizia, previsto tra qualche mese. “Non è uno scontro tra destra e sinistra”, ha precisato, “ma tra chi vuole difendere i pilastri della Costituzione e chi vuole mettere il governo sopra la legge”. Una posizione chiara, che sposta il dibattito dal piano politico a quello istituzionale.

Fonti vicine al Movimento spiegano che la preoccupazione principale riguarda il rischio che le riforme del governo Meloni alterino gli equilibri tra i poteri dello Stato. In particolare, la separazione delle carriere viene vista come un modo per limitare l’autonomia della magistratura.

Corte dei Conti e premierato: i punti caldi

Durante il suo intervento, Conte ha citato anche la riforma della Corte dei Conti, un organismo chiave per il controllo della spesa pubblica. “Non è solo giustizia ordinaria”, ha spiegato, “ma anche controlli su trasparenza e legalità dei soldi pubblici”. Secondo lui, modificare le competenze della Corte potrebbe indebolire i controlli su appalti e investimenti.

Altro nodo è il progetto di premierato, ormai al centro del dibattito politico da settimane. Per Conte, l’elezione diretta del presidente del Consiglio sarebbe un altro passo verso la concentrazione dei poteri nelle mani del governo. “Non possiamo accettare che il governo sia sopra la legge”, ha ribadito.

Reazioni in Parlamento e tra i magistrati

Le parole di Conte hanno subito scatenato reazioni in Parlamento. Dal centrodestra sono arrivate accuse di “strumentalizzazione”, mentre il Partito Democratico ha mostrato apertura al confronto sulle riforme. Nel frattempo, l’Associazione Nazionale Magistrati ha espresso “forte preoccupazione” per le possibili conseguenze dei cambiamenti in discussione.

Secondo le prime ricostruzioni, il governo vuole andare avanti in fretta con l’iter parlamentare, puntando a una prima approvazione entro l’estate. Ma le divisioni restano forti, sia nella maggioranza che tra le opposizioni.

Un clima teso davanti al Senato

In piazza delle Cinque Lune, davanti al Senato, alcuni cittadini si sono fermati ad ascoltare le parole di Conte. Qualcuno annuisce, altri discutono animatamente. Il clima è teso: la riforma della giustizia resta uno dei temi più caldi e divisivi della legislatura.

Per ora, il confronto si sposta nelle commissioni parlamentari. Ma lo scontro tra chi difende l’autonomia della magistratura e chi vuole rivedere gli equilibri istituzionali sembra destinato a durare ancora a lungo.