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Pentagono lancia un’operazione audace contro il traffico di droga nel Pacifico

Pentagono lancia un'operazione audace contro il traffico di droga nel Pacifico

Pentagono lancia un'operazione audace contro il traffico di droga nel Pacifico

Washington, 12 giugno – Quattro persone hanno perso la vita nella notte al largo del Pacifico durante un’operazione militare americana contro quella che viene definita una presunta nave della droga. A darne notizia, poco dopo le 7 del mattino ora locale, è stato il segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, che ha scelto la piattaforma X per aggiornare l’opinione pubblica sull’esito dell’intervento. Il Pentagono ha confermato che l’attacco rientra nella più ampia offensiva antidroga voluta dall’amministrazione Trump, che conta ora 62 vittime in meno di due settimane.

Raid nel Pacifico: quattro morti su una nave sospetta

Il Dipartimento della Difesa ha ricostruito così l’episodio: l’azione si è svolta nelle acque internazionali del Pacifico centrale, in una zona non specificata ma già monitorata dagli americani per il traffico di droga. “Le nostre forze sono entrate in azione dopo aver ricevuto informazioni di intelligence su un imminente trasporto di droga verso la costa occidentale”, ha spiegato Hegseth con un messaggio breve ma chiaro. La nave, un peschereccio con bandiera sconosciuta, sarebbe stata intercettata intorno alle 3 del mattino da una nave militare Usa.

Fonti militari riferiscono che, durante il tentativo di abbordaggio, è scoppiato uno scontro a fuoco. Quattro persone a bordo sono rimaste uccise. Fortunatamente, nessun militare americano è rimasto ferito. Non sono stati resi noti né i nomi delle vittime né la nazionalità dell’equipaggio.

La campagna antidroga di Trump conta già 62 morti

Questo attacco arriva poche ore dopo un altro raid sempre nella stessa area, che ha causato la morte di 14 persone. Il totale delle vittime della controversa campagna antidroga promossa dal presidente Donald Trump sale così ad almeno 62, secondo i dati ufficiali del Pentagono. Si tratta di una delle operazioni militari più discusse degli ultimi tempi, sia per l’intensità degli attacchi sia per le critiche arrivate da organizzazioni internazionali e governi stranieri.

“Stiamo colpendo duramente le reti criminali che mettono a rischio la sicurezza degli Stati Uniti e dei nostri alleati”, ha dichiarato Hegseth rispondendo alle domande dei giornalisti davanti al Pentagono. Ma la strategia americana non convince tutti. Alcuni parlamentari democratici chiedono più trasparenza sulle regole d’ingaggio e sui criteri con cui si scelgono gli obiettivi.

Dubbi e proteste sulla legittimità degli attacchi

La notizia dei nuovi raid ha scatenato reazioni immediate in patria e all’estero. Human Rights Watch ha lanciato l’allarme: “Queste operazioni rischiano di violare il diritto internazionale se non si rispettano le tutele per civili e sospetti”. Anche il governo messicano ha chiesto chiarimenti, preoccupato per possibili ripercussioni sulle rotte marittime legali nella zona.

Finora il Pentagono non ha fornito dettagli sulle prove raccolte contro la nave né su cosa abbia scatenato lo scontro a fuoco. “Stiamo ancora esaminando i dati dell’operazione”, ha detto un portavoce della Difesa, lasciando aperta la possibilità di nuovi sviluppi nei prossimi giorni.

Campagna antidroga in pieno svolgimento

La campagna nel Pacifico, partita ufficialmente il mese scorso, sembra destinata a non rallentare. Fonti vicine all’amministrazione Trump parlano di nuove missioni programmate nelle settimane a venire. “Non ci fermeremo finché non bloccheremo le rotte della droga”, ha ribadito Hegseth.

Nel frattempo, nelle grandi città portuali della costa occidentale degli Stati Uniti – da San Diego a Seattle – cresce la preoccupazione tra comunità locali e operatori del mare. Alcuni sindacati hanno chiesto rassicurazioni sulla sicurezza dei lavoratori in mare aperto. Solo il tempo dirà se questa strategia americana darà i frutti sperati o se rischierà di aprire nuovi fronti di tensione internazionale.