La portaerei Usa Gerald Ford sbarca nei Caraibi: cosa aspettarsi
La portaerei Usa Gerald Ford sbarca nei Caraibi: cosa aspettarsi
Miami, 7 giugno 2024 – Gli Stati Uniti alzano il tiro nei Caraibi. La portaerei USS Gerald Ford, la più grande e moderna della flotta americana, è in viaggio verso le acque di fronte al Venezuela, scortata da tre navi da guerra. L’arrivo è previsto per la prossima settimana e, come confermato dal Washington Post, segna un nuovo capitolo nelle tensioni tra Washington e il governo di Nicolás Maduro.
USS Gerald Ford: la portaerei che spinge verso il Venezuela
Fonti militari statunitensi raccontano che a bordo della USS Gerald Ford ci sono circa 4.000 militari pronti a rafforzare la presenza americana nella regione. Il gruppo navale naviga in acque caraibiche con l’obiettivo di “garantire la sicurezza regionale” e di tenere d’occhio da vicino le mosse di Caracas, spiegano funzionari del Pentagono. In particolare, preoccupano le recenti esercitazioni militari venezuelane e le tensioni con i paesi vicini.
La flotta americana ha già attirato l’attenzione in Venezuela. Negli ultimi giorni, sui social sono girate foto di movimenti insoliti nei porti e nelle basi militari. Il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino López ha risposto con un messaggio chiaro: “Siamo pronti a difendere la nostra sovranità”. Nessun dettaglio sulle mosse, solo un avvertimento: “Non accetteremo provocazioni”.
Washington e Caracas: la tensione non molla
L’invio della USS Gerald Ford arriva in un momento delicato per i rapporti tra Stati Uniti e Venezuela. Negli ultimi mesi, l’amministrazione Biden ha più volte espresso preoccupazione per i diritti umani nel Paese e per le restrizioni contro l’opposizione. Solo pochi giorni fa, il Dipartimento di Stato ha chiesto “elezioni libere e trasparenti”, ricevendo una risposta fredda da Maduro.
Per gli esperti militari interpellati dal Washington Post, questa mossa è un segnale chiaro: “Gli Stati Uniti vogliono far capire che non tollereranno nuove escalation nella regione”, spiega Michael Shifter, esperto di America Latina all’Inter-American Dialogue di Washington. Ma tra i diplomatici europei c’è chi teme che una presenza così massiccia possa peggiorare le cose, invece di calmare gli animi.
I Caraibi, crocevia strategico
Le acque dei Caraibi tornano al centro della scena internazionale. Storicamente zona d’influenza americana, questa regione vede ora la presenza della USS Gerald Ford – nave ammiraglia lunga oltre 330 metri e dotata delle tecnologie più avanzate. “È una dimostrazione di forza”, confida un ufficiale americano anonimo. “Ma serve anche a tenere lontani i rischi”.
Nel frattempo, il governo venezuelano ha rafforzato i controlli lungo la costa settentrionale e ha convocato d’urgenza il Consiglio di Difesa Nazionale. Secondo fonti locali, negli ultimi due giorni sono stati avvistati droni e pattuglie navali a presidiare le acque territoriali. La gente segue con apprensione. A Caracas, dai bar del centro alle periferie, si parla di una possibile crisi internazionale.
Reazioni a catena nel mondo
La comunità internazionale osserva con attenzione. L’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) ha chiesto calma e dialogo: “Serve responsabilità da entrambe le parti”, ha detto il segretario generale Luis Almagro. Anche il governo colombiano ha espresso “preoccupazione” per il rischio di incidenti nelle acque di confine.
Al momento, la Casa Bianca non ha fornito dettagli ufficiali sulla missione navale. Fonti diplomatiche sostengono che l’obiettivo è “prevenire destabilizzazioni” e “proteggere gli interessi americani nella regione”. Ma la tensione resta alta e nei prossimi giorni potrebbero esserci sviluppi importanti.
Con l’arrivo della USS Gerald Ford alle porte, le coste venezuelane si preparano a giorni di incertezza. Il mondo guarda, mentre la tensione nei Caraibi sembra destinata a crescere ancora.
