La Ue dice no: tabaccai in rivolta contro la nuova direttiva sulle sigarette
La Ue dice no: tabaccai in rivolta contro la nuova direttiva sulle sigarette
Roma, 13 giugno 2024 – In Italia si prepara un nuovo rincaro sulle sigarette. La manovra di bilancio prevede un aumento di 60 centesimi in tre anni, che scatterà già dal prossimo gennaio. Nel frattempo, si è appena chiusa la consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea per rivedere la direttiva sulle accise sui tabacchi. L’obiettivo di Bruxelles è chiaro: mettere un tetto comune alle tasse sui prodotti contenenti nicotina, comprese le e-cigarette. Per l’Italia, questo potrebbe tradursi in un aumento di circa 3 euro a pacchetto.
Accise europee, la stretta che potrebbe cambiare tutto in Italia
Oggi un pacchetto di sigarette in Italia costa intorno ai 5 euro. Con la nuova direttiva, il prezzo potrebbe salire fino a quasi 8 euro. Resterebbe comunque sotto i livelli di paesi come Irlanda o Norvegia, dove un pacchetto arriva a costare anche 13 euro. La proposta della Commissione Ue dovrà ora passare al vaglio dei governi e del Parlamento europeo. L’intento è di ridurre le differenze tra gli Stati membri e, soprattutto, di frenare il fumo, in particolare tra i giovani.
Ma non si parla solo di sigarette tradizionali. La nuova normativa dovrebbe coinvolgere anche prodotti alternativi, come le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato. Un cambiamento che, secondo gli operatori italiani, rischia di avere pesanti conseguenze su consumatori e rivenditori.
Tabaccai in allarme: “Aumento delle tasse fa crescere il contrabbando”
La Federazione Italiana Tabaccai (Fit) non nasconde la propria preoccupazione. Sul sito ufficiale, la Fit spiega che “la Commissione Ue sembra non capire il legame stretto tra l’aumento delle tasse e l’espansione del mercato nero”. Il rischio, secondo loro, è un balzo del contrabbando e della produzione illegale. Nei giorni scorsi, la federazione ha invitato i clienti a partecipare alla consultazione pubblica europea per far sentire la propria voce.
Per la Fit, “si sottovalutano gli effetti negativi sulle tabaccherie, microimprese familiari che rappresentano una rete fondamentale nel sistema distributivo e nel tessuto sociale del Paese”. In Italia, le tabaccherie sono circa 50mila, spesso a gestione familiare, ben radicate nei quartieri delle città e nei piccoli centri. “Prima di decidere – scrive ancora la federazione – è fondamentale mantenere la possibilità di adeguare le tasse al potere d’acquisto di ogni Stato, per proteggere la competitività del settore italiano”.
L’esperienza degli altri Paesi: prezzi alti e mercato nero in crescita
Il problema non è solo italiano. In Francia, Irlanda e Paesi Bassi – ricorda la Fit – “l’aumento eccessivo dei prezzi ha subito fatto esplodere il contrabbando e la contraffazione”. In Francia, ad esempio, il mercato illegale vale ormai più del 30% delle sigarette vendute. Una piaga che danneggia sia le imprese sia le casse dello Stato, oltre a mettere a rischio i consumatori con prodotti privi di controlli sanitari.
“Il rischio – spiega Marco Bianchi, tabaccaio romano in zona San Giovanni – è che sempre più persone si rivolgano al mercato nero. E lì non esistono regole né garanzie sulla qualità”.
Salute pubblica e tasse: un equilibrio difficile da trovare
Sul fronte della salute pubblica, l’Unione europea spinge per tagliare il consumo di tabacco con tasse più alte. L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda che in Europa il fumo provoca ogni anno oltre 700mila morti premature. Ma, come sottolineano i tabaccai italiani, “aumentare le accise senza controlli efficaci contro il contrabbando rischia di essere un boomerang”.
Il governo italiano, al momento, resta prudente. Il Ministero dell’Economia non ha ancora preso una posizione ufficiale sulla proposta europea. I consumatori, intanto, attendono con ansia. “Se davvero il prezzo salirà così tanto – confida una cliente abituale in una tabaccheria del centro di Roma – forse smetterò davvero di fumare”.
La partita sulle accise europee è appena cominciata. E promette di far discutere parecchio nei prossimi mesi.
