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L’IA e il futuro del lavoro: perché l’umano resta insostituibile nel terziario

L'IA e il futuro del lavoro: perché l'umano resta insostituibile nel terziario

L'IA e il futuro del lavoro: perché l'umano resta insostituibile nel terziario

Milano, 6 giugno 2024 – L’intelligenza artificiale non prenderà il posto del lavoro umano nel terziario. È questo il messaggio che emerge dall’ultima indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, presentata oggi nel capoluogo lombardo. Dai dati raccolti tra oltre mille partecipanti – 569 imprese e 437 privati – spicca un dato chiaro: il 59% degli imprenditori vede l’IA come un aiuto, non una minaccia per l’occupazione. Un segnale importante, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti digitali, che racconta la visione di chi ogni giorno guida attività commerciali e servizi.

Imprese e lavoratori: l’IA è un alleato, non un rivale

La ricerca dell’Ufficio Studi di Confcommercio mostra che la maggior parte degli intervistati considera l’intelligenza artificiale uno strumento che “affianca il lavoro delle persone”, capace di supportare e non sostituire. Solo l’8% dei titolari pensa che l’IA possa rimpiazzare il personale, con il rischio di tagli nelle mansioni. Il 33%, invece, vede un po’ entrambe le cose: la tecnologia può alleggerire certi compiti, ma anche spingere a rivedere i ruoli in azienda.

“L’IA generativa è un’opportunità senza precedenti, ma porta con sé rischi importanti”, ha detto Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. “Per questo, la maggior parte delle imprese del terziario qui da noi chiede più controlli e regole chiare, sia a livello nazionale che europeo”, ha aggiunto Barbieri durante la presentazione dei dati.

Regole e formazione: le richieste degli imprenditori

Il tema della regolamentazione è centrale: il 91% degli intervistati vuole norme più precise sull’uso dell’intelligenza artificiale. Il 90% insiste che ogni tecnologia debba essere sempre controllata dall’uomo. Altro punto caldo è la formazione: l’87% degli imprenditori segnala la mancanza di competenze come uno degli ostacoli principali per l’introduzione dell’IA nelle aziende.

Nonostante qualche preoccupazione, l’aria è positiva. Il 55% delle imprese si sente “abbastanza o molto informata” sull’argomento e la stessa percentuale guarda con ottimismo all’espansione dell’IA nei prossimi anni. Per l’82% degli intervistati, queste tecnologie possono davvero migliorare l’efficienza e la produttività.

Come si aggiornano gli imprenditori: tra IA e media tradizionali

Interessante anche capire dove cercano informazioni. Gli assistenti virtuali basati su intelligenza artificiale – come ChatGPT, Gemini, Claude e Copilot – sono usati dal 26% degli imprenditori per restare aggiornati. Ma i media tradizionali tengono ancora banco: quotidiani online e tv sono la fonte principale per il 42%, mentre i social network seguono con il 36%.

“C’è ancora molto da fare per aumentare la consapevolezza”, racconta un commerciante di via Torino, a Milano, che ha partecipato all’indagine. “Molti colleghi sono curiosi dell’intelligenza artificiale, ma temono di non avere le competenze giuste per usarla davvero”.

Il futuro del lavoro nel terziario: tra innovazione e prudenza

Dallo studio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza emerge un quadro chiaro: il settore vuole sfruttare le opportunità della tecnologia, ma senza correre rischi. La richiesta di regole più chiare e di formazione specifica diventa sempre più urgente. Solo così, dicono gli imprenditori, l’intelligenza artificiale potrà diventare un vero alleato del lavoro umano, senza far nascere paure o resistenze.

Nel frattempo si attende l’arrivo di nuove norme europee e nazionali. E nel cuore di Milano, tra vetrine illuminate e insegne storiche, la sfida della digitalizzazione si gioca giorno dopo giorno. Con lo sguardo rivolto al futuro, ma con i piedi ben saldi nella realtà di oggi.