Putin e Trump: il vertice che potrebbe cambiare le sorti dell’Ucraina
Putin e Trump: il vertice che potrebbe cambiare le sorti dell'Ucraina
Mosca, 14 giugno 2024 – L’ipotesi di un incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump resta sul tavolo, ma per ora non è considerata una priorità. A dirlo è stato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, durante un punto stampa nella capitale russa, rispondendo alle domande dei giornalisti. La questione, che riguarda il futuro delle relazioni tra Russia e Stati Uniti e il delicato dossier ucraino, è tornata a galla dopo alcune indiscrezioni filtrate tra diplomatici occidentali.
Putin-Trump, nessun vertice all’orizzonte
“Un incontro tra il presidente Putin e il suo omologo statunitense Donald Trump è possibile, ma al momento non serve”, ha detto Peskov ai microfoni dell’agenzia TASS con tono deciso. Le sue parole hanno subito fatto il giro delle redazioni internazionali. Per il portavoce del Cremlino, la priorità resta “lavorare con grande attenzione sulle questioni legate all’accordo ucraino”, non organizzare un vertice tra i due leader.
Mosca sembra muoversi con prudenza. Non chiude la porta del tutto, ma non dà neppure segnali di una apertura immediata a un faccia a faccia. “Non è il momento per un vertice”, ha ribadito Peskov, lasciando intendere che le condizioni per un incontro non ci sono ancora. In questi giorni, tra i corridoi del potere russo si respira cautela: la guerra in Ucraina va avanti, le sanzioni occidentali restano e il clima internazionale rimane teso.
Ucraina, il nodo che tiene banco
Al centro delle preoccupazioni di Mosca c’è soprattutto la questione ucraina. “Serve un lavoro molto accurato”, ha sottolineato Peskov, ricordando che le trattative richiedono tempo e discrezione. Fonti diplomatiche russe confermano che la posizione di Mosca non è cambiata: ogni soluzione deve passare da negoziati diretti con Kiev e dal rispetto degli interessi russi nella regione.
Negli ultimi mesi la diplomazia internazionale ha intensificato gli sforzi per trovare una via d’uscita al conflitto. Ma i contatti tra Mosca e Washington restano limitati. “Non ci sono segnali concreti di riavvicinamento”, ha confidato un funzionario del Ministero degli Esteri russo, che ha chiesto l’anonimato. Eppure, l’ipotesi di un incontro tra Putin e Trump – soprattutto in vista delle prossime elezioni americane – continua a girare tra gli analisti.
Trump e Mosca: aspettative e dubbi
Il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca è un’incognita per la diplomazia russa. L’ex presidente repubblicano ha spesso detto di voler “ristabilire rapporti pragmatici” con Mosca, ma non sono mancati momenti di tensione anche nel suo primo mandato. “Con Trump si può parlare, ma non è detto che sia più semplice”, ha commentato un ex ambasciatore russo a Washington.
Per ora, però, il Cremlino preferisce non correre. “Non ci servono incontri simbolici – ha spiegato Peskov – ma risultati concreti”. È la linea adottata da Mosca negli ultimi mesi: mantenere aperti i canali diplomatici senza esporsi troppo alle pressioni internazionali.
Le reazioni dall’estero e cosa aspettarsi
Le parole di Peskov hanno attirato l’attenzione sia a Washington che nelle capitali europee. A Bruxelles, alcuni diplomatici hanno letto il messaggio come un’apertura al dialogo, ma solo a certe condizioni. “Mosca vuole garanzie prima di sedersi al tavolo”, ha spiegato una fonte della Commissione europea.
Intanto, sul fronte ucraino la tensione non si allenta. Nelle ultime 24 ore ci sono stati nuovi scontri nella regione di Kharkiv e lungo la linea del fronte nel Donbass. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a chiedere sostegno militare e diplomatico all’Occidente. “Non possiamo permetterci pause nei negoziati”, ha detto ieri sera, parlando al Parlamento europeo in collegamento video.
Nessuna svolta all’orizzonte
Insomma, l’idea di un vertice Putin-Trump resta per ora sullo sfondo. Il Cremlino punta su una diplomazia paziente e su trattative riservate, mentre Washington osserva con cautela ogni mossa russa. Solo nei prossimi mesi – forse dopo le elezioni americane – si capirà se ci saranno le condizioni per un incontro diretto. Per ora, come ha detto Peskov, “serve lavorare con attenzione sui dossier più delicati”. Solo allora si potrà parlare di vertici al massimo livello.
