Home » Caccia ai dispersi: alpinisti italiani nel mirino delle montagne nepalesi

Caccia ai dispersi: alpinisti italiani nel mirino delle montagne nepalesi

Caccia ai dispersi: alpinisti italiani nel mirino delle montagne nepalesi

Caccia ai dispersi: alpinisti italiani nel mirino delle montagne nepalesi

Katmandu, 3 novembre 2025 – Sono due alpinisti italiani, Stefano Farronato e Alessandro Caputo, dispersi sull’Himalaya da sabato scorso durante una spedizione sul Monte Panbari, una vetta di 6.887 metri nel nord del Nepal. Le ricerche sono partite subito e proseguono incessanti, coordinate dal Dipartimento del Turismo nepalese, che ha confermato la notizia questa mattina. Il maltempo, con forti nevicate negli ultimi giorni, ha reso complicate le operazioni di soccorso e ha interrotto ogni contatto con i due scalatori.

Maltempo e silenzio: la situazione sull’Himalaya

Il portavoce del Dipartimento del Turismo, Himal Gautam, ha spiegato che i due erano bloccati al Campo 1 del Panbari, a circa 5.600 metri, e da sabato non si hanno più loro notizie. “Le comunicazioni si sono interrotte all’improvviso”, ha detto Gautam, “e il tempo brutto ha impedito ogni tentativo di recupero”. Solo domenica un elicottero ha potuto raggiungere il campo base, dove ha soccorso il capo spedizione, rimasto illeso ma provato dalla situazione.

A causare il maltempo è il ciclone Montha, nato nel Golfo del Bengala la settimana scorsa. Pioggia intensa e nevicate hanno bloccato diversi escursionisti e reso impraticabili molti sentieri in quota. “Non ci aspettavamo un peggioramento così veloce”, ha raccontato una guida locale, “ma qui basta poco perché tutto cambi in fretta”.

Ricerca difficile, rischio valanghe e neve alta

Le squadre di soccorso lavorano senza tregua, ma la situazione è dura. Il Dipartimento del Turismo ha mobilitato elicotteri e squadre a terra con l’obiettivo di raggiungere il Campo 1 nelle prossime ore. Però, visibilità quasi nulla e rischio di valanghe rallentano ogni mossa. “Stiamo facendo tutto il possibile”, ha detto Gautam, “ma la sicurezza dei soccorritori viene prima di tutto”.

Negli ultimi tre giorni nella zona sono caduti più di 80 centimetri di neve fresca. Di notte le temperature scendono facilmente sotto i -15 gradi. In queste condizioni, anche poco tempo all’aperto può essere fatale. “Ogni ora che passa rende tutto più complicato”, ha ammesso un soccorritore.

Chi sono Farronato e Caputo

Stefano Farronato e Alessandro Caputo sono alpinisti esperti, con diverse spedizioni alle spalle in Himalaya e Alpi. Farronato è di Padova, Caputo di Roma. Sono arrivati in Nepal a metà ottobre, con l’obiettivo di salire il Panbari lungo una via poco frequentata. Amici e familiari raccontano che avevano pianificato tutto con cura, affidandosi a guide locali e controllando costantemente le previsioni del tempo.

“Stefano è sempre stato molto prudente”, ha detto un amico d’infanzia, “non avrebbe mai rischiato senza motivo”. Anche Caputo era abituato a gestire situazioni difficili in montagna. Ma questa volta qualcosa è andato storto.

Famiglie in ansia, la comunità in apprensione

A Padova e Roma l’attesa è tesa. Le famiglie sono in contatto continuo con la Farnesina e le autorità nepalesi. “Speriamo che tornino presto sani e salvi”, ha detto il fratello di Farronato. Anche il Club Alpino Italiano segue con attenzione la vicenda: “Siamo vicini alle famiglie e pronti a dare ogni aiuto”, ha dichiarato il presidente Antonio Montani.

Nel frattempo, sui social si moltiplicano i messaggi di solidarietà e sostegno. Molti amanti della montagna ricordano le imprese dei due e sottolineano quanto siano dure le condizioni sull’Himalaya in questo periodo.

Himalaya: sogno e pericolo

Il Monte Panbari, meno famoso rispetto a giganti come Everest o Annapurna, ogni anno attira decine di alpinisti in cerca di percorsi meno battuti. Ma l’isolamento della zona rende più difficili i soccorsi in caso di emergenza. Quest’anno, poi, la stagione autunnale è stata segnata da un tempo molto instabile su tutto l’arco himalayano.

Le autorità nepalesi lanciano un monito: “La montagna non perdona errori”, ha ricordato Gautam. Eppure, per molti appassionati l’Himalaya resta un sogno da inseguire, anche se significa affrontare rischi molto seri.

Le ricerche continuano senza sosta. In attesa di notizie, la speranza resta accesa tra le famiglie e la comunità degli alpinisti italiani.