Hamas si prepara a trasferire il potere a un comitato palestinese in Turchia
 Hamas si prepara a trasferire il potere a un comitato palestinese in Turchia
Istanbul, 3 novembre 2025 – Hamas sarebbe pronta a lasciare la gestione della Striscia di Gaza a un comitato palestinese, ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. L’annuncio è arrivato al termine di una conferenza stampa trasmessa dalla tv di Stato Trt, dopo una riunione internazionale sulla crisi in corso nella regione, tenutasi proprio a Istanbul. Al tavolo c’erano anche i ministri degli Esteri di Giordania, Arabia Saudita, Indonesia e Pakistan, oltre a rappresentanti di Emirati Arabi Uniti e Qatar.
Hamas pronta a fare un passo indietro: la proposta dalla Turchia
Nel corso dell’incontro, che si è svolto questa mattina al Palazzo Dolmabahçe, Fidan ha spiegato: “Abbiamo parlato anche di sicurezza e amministrazione di Gaza. Hamas è disposta a cedere il controllo a un comitato di palestinesi”. Il ministro ha aggiunto che questa proposta è arrivata direttamente dalla leadership del movimento islamista, con cui si è incontrato sabato scorso sempre a Istanbul. “Abbiamo ascoltato la loro posizione – ha detto – e ci hanno confermato la volontà di un passaggio di consegne”.
Fonti diplomatiche presenti alla riunione riferiscono che il comitato dovrebbe essere formato da figure palestinesi indipendenti o rappresentanti delle principali fazioni politiche. L’idea è quella di garantire una gestione condivisa della Striscia durante questa fase di transizione. Al momento non ci sono dettagli sulla composizione né sulle modalità operative del nuovo organismo.
Tra tensioni e diplomazia: Istanbul prova a fare da ponte
L’annuncio arriva in un momento di forte pressione internazionale su Hamas, dopo settimane di scontri e bombardamenti che hanno colpito duramente la popolazione civile di Gaza. La Turchia, che negli ultimi mesi ha intensificato i contatti con tutte le parti in causa, si propone come mediatore per spingere verso una soluzione politica. “Serve una nuova gestione per Gaza – ha ribadito Fidan – che sia riconosciuta dai palestinesi e accettata dalla comunità internazionale”.
Alla riunione hanno partecipato anche i ministri degli Esteri di Giordania, Arabia Saudita, Indonesia e Pakistan, mentre Emirati Arabi Uniti e Qatar hanno inviato delegazioni diplomatiche. Un segnale, secondo gli osservatori, della volontà dei principali Paesi musulmani di trovare insieme una via d’uscita dalla crisi.
Reazioni al momento caute tra le cancellerie arabe
Le prime risposte dei partecipanti sono state prudenti. Il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, ha sottolineato la necessità di “un processo che includa tutte le voci e tenga conto delle aspirazioni del popolo palestinese”. Da Riad, il collega saudita Faisal bin Farhan ha parlato di “un passo importante”, ma ha chiesto “garanzie sulla reale rappresentanza del comitato”.
Anche l’Indonesia, attraverso la ministra Retno Marsudi, ha espresso “apprezzamento per ogni iniziativa che possa portare stabilità”, pur chiedendo un cessate il fuoco immediato. Il Pakistan, rappresentato da Jalil Abbas Jilani, ha invitato tutte le fazioni palestinesi a “collaborare senza condizioni”.
Un nodo difficile: la rappresentanza palestinese ancora incerta
Resta da capire quale sarà la posizione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che negli ultimi anni ha perso terreno nella Striscia di Gaza. Secondo fonti diplomatiche ad Ankara, il presidente Mahmoud Abbas sarebbe stato informato della proposta turca, ma non ha ancora preso una posizione ufficiale.
Intanto, sul campo la situazione resta tesa. Nella notte tra domenica e lunedì i raid aerei israeliani hanno colpito diverse zone di Gaza City e Khan Yunis. Secondo il ministero della Sanità locale, sono oltre 9.000 le vittime civili dall’inizio delle ostilità.
La Turchia punta a un ruolo da protagonista nella crisi
La Turchia cerca di rafforzare la sua posizione di mediatore nella regione. Sabato scorso, Hakan Fidan ha incontrato a Istanbul una delegazione di Hamas guidata da Ismail Haniyeh. “Abbiamo chiesto responsabilità e apertura al dialogo”, ha detto il ministro ai giornalisti.
Il prossimo passo potrebbe essere una nuova riunione multilaterale nelle settimane a venire. “Siamo pronti a sostenere ogni iniziativa che porti pace e sicurezza”, ha concluso Fidan. Ma la strada verso una soluzione condivisa resta lunga e piena di ostacoli.
