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Tajani svela il lato politico dei magistrati: una nuova era in arrivo?

Tajani svela il lato politico dei magistrati: una nuova era in arrivo?

Tajani svela il lato politico dei magistrati: una nuova era in arrivo?

Roma, 3 novembre 2025 – Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, ha lanciato un avvertimento sulla separazione dei poteri durante la trasmissione “Ping Pong” su Rai Radio1 questa mattina. Tajani ha messo in guardia contro il rischio che una parte della magistratura – contabile, civile o penale – possa oltrepassare il limite tra i poteri dello Stato. “La democrazia si regge sulla divisione tra potere giudiziario, legislativo ed esecutivo”, ha detto il ministro. “Eppure a volte ci sono magistrati che sembrano voler fare i politici, i legislatori”.

Tajani: “Basta invasioni di campo tra poteri”

Durante l’intervista, Tajani ha ribadito la linea del governo. “Non vogliamo mettere le mani sulla magistratura”, ha risposto a chi lo accusa di volerla controllare. Il riferimento è chiaro: le recenti sentenze della Corte dei Conti e alcune decisioni giudiziarie che, secondo l’esecutivo, hanno invaso terreni politici. “Se volessimo comandare sui pubblici accusatori, li avremmo fatti nominare dal governo. Non è così. Noi crediamo nell’indipendenza e nella separazione dei poteri”.

Un passaggio importante, che arriva in un momento di tensione evidente tra governo e alcuni settori della magistratura. Tajani ha insistito: “Come non vogliamo che il governo superi il confine tra poteri, non vogliamo nemmeno che lo faccia la magistratura”. Parole che raccontano bene l’atmosfera tesa di questi giorni a Palazzo Chigi e in Parlamento.

Il Ponte sullo Stretto: “Una scelta politica, non giudiziaria”

La questione della separazione dei poteri si intreccia con il caso del Ponte sullo Stretto di Messina, tornato sotto i riflettori dopo lo stop della Corte dei Conti. Alla domanda se il governo intenda chiedere il visto con riserva per partire con i lavori, Tajani ha risposto con prudenza: “Aspettiamo di capire quali saranno le motivazioni”, ha detto a Radio1. “Stiamo andando avanti con serietà e cautela. È solo un mese in più di attesa”.

Il ministro ha poi rimarcato che la decisione finale sulla costruzione del ponte è una “scelta politica” che spetta all’esecutivo, non ai giudici. Un chiaro richiamo alle tensioni emerse nelle ultime settimane tra governo e magistratura contabile. Per Tajani, dunque, la palla deve restare nelle mani della politica.

Tensione tra governo e magistratura: un clima di diffidenza

Le parole di Tajani arrivano in un momento in cui il rapporto tra magistratura e governo è segnato da una certa freddezza. Negli ultimi mesi, vari esponenti dell’esecutivo hanno denunciato quella che chiamano “invasione di campo” da parte dei giudici su temi politici o amministrativi. Il caso del Ponte sullo Stretto è solo l’ultimo episodio di una lunga serie: dalle sentenze sui decreti sicurezza alle norme su appalti e infrastrutture.

Fonti di Palazzo Chigi raccontano di una crescente preoccupazione per un possibile blocco nelle decisioni. “Serve rispetto dei ruoli”, confida un sottosegretario sotto anonimato. Dall’altra parte, le associazioni dei magistrati difendono con forza la loro autonomia e respingono ogni accusa di ingerenza.

Separazione dei poteri: il dibattito resta acceso

Il tema della separazione dei poteri resta al centro del confronto politico italiano. Le parole di Tajani, arrivate in diretta radiofonica, hanno riacceso la discussione su limiti e compiti dei diversi poteri dello Stato. Nei prossimi giorni sono attese nuove prese di posizione sia dal governo sia dalla magistratura.

Intanto, il dossier sul Ponte sullo Stretto resta aperto. La decisione della Corte dei Conti è prevista entro fine mese. Solo allora si capirà se la tensione tra i poteri salirà ancora o se si troverà un’intesa. Nel frattempo, la politica osserva e aspetta.