Home » Cinque-sei italiani ancora dispersi in Nepal: la speranza continua

Cinque-sei italiani ancora dispersi in Nepal: la speranza continua

Cinque-sei italiani ancora dispersi in Nepal: la speranza continua

Cinque-sei italiani ancora dispersi in Nepal: la speranza continua

Kathmandu, 4 novembre 2025 – Sono almeno cinque o sei gli italiani ancora dispersi sulle montagne del Nepal, secondo fonti vicine ai soccorsi. La Farnesina ha confermato questa mattina la morte di due alpinisti italiani, Stefano Farronato e Alessandro Caputo, sul picco Panbari. Resta invece senza riscontro ufficiale la notizia del decesso di un terzo connazionale al campo base di Yalung Ri, diffusa ieri da alcuni media locali.

Cinque o sei italiani dispersi in Nepal: la situazione sul campo

Da giorni, le autorità italiane e nepalesi cercano di ricostruire gli spostamenti e le ultime comunicazioni dei gruppi impegnati nelle spedizioni. Tra i dispersi ci sono due abruzzesi, un fotografo e una guida alpina, partiti a fine ottobre con la spedizione “Dolma Khang Mountain of Light Expedition”. Il loro obiettivo era la scalata al Dolma Khang, una vetta poco frequentata vicino al campo base dello Yalung Ri.

La zona è stata colpita da una valanga che ha travolto parte degli accampamenti. “Abbiamo perso i contatti con il gruppo dopo l’ultima comunicazione radio, verso le 16 di sabato”, ha spiegato un portavoce della spedizione. Da allora, nessuna notizia. I soccorritori nepalesi e i volontari locali stanno perlustrando l’area, ma la fitta neve e il vento forte rendono ogni tentativo molto difficile.

Due vittime confermate, ricerche ancora in corso

La Farnesina ha ufficializzato la morte di Stefano Farronato e Alessandro Caputo, impegnati nella salita al Panbari, una vetta di 6.900 metri nella regione del Manaslu. “Siamo vicini alle famiglie”, ha detto un funzionario del Ministero degli Esteri, sottolineando che si segue con attenzione anche la situazione degli altri connazionali.

Sul possibile decesso di un terzo italiano al campo base dello Yalung Ri – a circa 200 chilometri da Panbari – non ci sono ancora conferme ufficiali. Le autorità nepalesi hanno riferito che il corpo recuperato non è stato identificato con certezza. “Stiamo cercando di capire chi sia la persona trovata senza vita”, ha spiegato un ufficiale della polizia locale.

Spedizioni italiane e il pericolo valanghe

Ottobre e novembre sono mesi tradizionali per tentare le grandi vette dell’Himalaya, approfittando delle finestre di bel tempo. Ma quest’anno il meteo è cambiato in fretta. Il Dipartimento meteorologico nepalese segnala nevicate intense e improvvisi cali di temperatura nelle ultime settimane.

La “Dolma Khang Mountain of Light Expedition” contava una decina di persone, tra cui diversi italiani. Il gruppo si era fermato vicino allo Yalung Ri, a oltre 5.600 metri. “Abbiamo scelto quella zona perché meno frequentata rispetto ai classici ottomila”, aveva detto un partecipante prima della partenza. Ma proprio l’isolamento sta rendendo più complicate le operazioni di soccorso.

Famiglie in ansia, appelli alla prudenza

A Pescara e L’Aquila, città di origine dei due abruzzesi dispersi, amici e parenti si sono radunati nelle ultime ore in attesa di notizie. “Non ci resta che sperare”, ha detto il fratello di uno dei due, raggiunto al telefono. La Farnesina ha attivato un’unità di crisi e resta in contatto costante con le autorità nepalesi.

Il Club Alpino Italiano ha lanciato un appello a tutti gli alpinisti: “Valutate bene i rischi quando si affrontano spedizioni in Himalaya. Il tempo può cambiare in pochi istanti”. Intanto, le ricerche non si fermano: squadre miste stanno cercando di raggiungere i punti più isolati, ma la neve alta rallenta ogni movimento.

Un bilancio ancora incerto

Per ora, il bilancio ufficiale parla di due italiani morti e almeno cinque-sei dispersi tra Panbari e Dolma Khang. Le autorità non escludono che il numero possa variare nelle prossime ore, man mano che i soccorritori riescono a raggiungere le zone colpite dalla valanga. In attesa di aggiornamenti, la comunità italiana in Nepal resta in allarme, mentre cresce la preoccupazione in Italia per i connazionali ancora irraggiungibili.