Coloni israeliani invadono i cortili della Moschea Al-Aqsa: 465 presenze segnalate
Coloni israeliani invadono i cortili della Moschea Al-Aqsa: 465 presenze segnalate
Gerusalemme, 4 novembre 2025 – Questa mattina, poco dopo le 8, quattrocentosessantacinque coloni israeliani hanno varcato l’ingresso del complesso della Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme Est, scortati da un imponente schieramento di polizia israeliana. La notizia, riportata dall’agenzia palestinese Wafa e confermata dal Governatorato di Gerusalemme, ha subito riacceso la tensione in una delle zone più delicate della città, cuore di antiche dispute religiose e politiche tra israeliani e palestinesi.
Coloni e polizia: tensione alle porte della Città Vecchia
Le autorità palestinesi raccontano che i coloni sono entrati nella Spianata delle Moschee – chiamata Monte del Tempio dagli ebrei – intorno alle 8:15. La polizia, in assetto antisommossa, era già schierata dalle prime luci dell’alba lungo via Al-Wad e vicino alla Porta dei Maghrebini. “Si muovevano in gruppi ordinati, guidati da leader religiosi”, ha raccontato un negoziante di via Bab al-Silsila, che ha preferito rimanere anonimo. “Poliziotti erano ovunque, anche sui tetti”.
Visite guidate e rituali talmudici nei cortili
Durante la loro permanenza, i coloni hanno partecipato a visite guidate e, secondo il Governatorato, hanno eseguito “rituali talmudici” in alcune parti del complesso. Le autorità palestinesi parlano di “provocazione intenzionale”, sottolineando che l’ingresso è avvenuto proprio in concomitanza con alcune festività ebraiche minori. “Non è la prima volta che succede – spiega un funzionario del Waqf islamico – ma oggi il numero di persone era più alto rispetto alla media degli ultimi mesi”.
Le reazioni: cori di protesta e blocchi ai cancelli
La notizia ha subito scatenato reazioni tra i fedeli musulmani presenti. Alcuni testimoni riferiscono di slogan e cori di protesta, mentre la polizia israeliana avrebbe impedito a diversi giovani palestinesi di avvicinarsi. “Ci hanno fermati ai cancelli”, racconta Ahmed, studente ventenne di Silwan. “Abbiamo visto i gruppi entrare, protetti dagli agenti. Nessuno poteva avvicinarsi”.
Al-Aqsa: un nodo irrisolto di Gerusalemme Est
Il complesso di Al-Aqsa, terzo luogo sacro per l’Islam, è da decenni uno dei punti più caldi di Gerusalemme. Per gli ebrei è il sito più sacro, dove si trovavano il Primo e il Secondo Tempio. La gestione è affidata al Waqf giordano, ma la sicurezza resta nelle mani israeliane. Negli ultimi anni, le visite di gruppi ebraici – spesso accompagnate da preghiere non autorizzate – hanno scatenato proteste e scontri.
Le parti in campo: polizia e Governatorato
Interpellata dalla stampa locale, la polizia israeliana ha confermato la presenza degli agenti “per garantire l’ordine pubblico” durante le visite autorizzate, senza però commentare le accuse di provocazione. Il Governatorato di Gerusalemme ha invece parlato di “violazione dello status quo” e ha chiesto un intervento della comunità internazionale. “Queste azioni rischiano di far esplodere ancora di più la situazione”, si legge in una nota diffusa alle 11:30.
Il rischio di un’escalation continua
Non è la prima volta che accadono episodi simili. A settembre, sempre secondo il Waqf, oltre 300 coloni erano entrati in modo analogo durante le festività del Capodanno ebraico. Ogni volta la tensione aumenta: bastano pochi minuti perché la notizia si sparga nei vicoli stretti della Città Vecchia, dove la convivenza è sempre fragile. “Viviamo con la paura che qualcosa possa scoppiare da un momento all’altro”, confida una residente di Bab Hutta.
Cosa succederà adesso
Al momento non si registrano scontri violenti o feriti, ma la tensione resta alta. Le autorità palestinesi hanno annunciato nuove proteste nei prossimi giorni. Sullo sfondo c’è sempre la questione irrisolta dello status di Gerusalemme Est e della gestione dei luoghi sacri, un nodo che nessun accordo finora è riuscito a sciogliere davvero.
