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Gaza in crisi: 4 morti in 24 ore, il bilancio sale a 240 da inizio tregua

Gaza in crisi: 4 morti in 24 ore, il bilancio sale a 240 da inizio tregua

Gaza in crisi: 4 morti in 24 ore, il bilancio sale a 240 da inizio tregua

Gaza, 4 novembre 2025 – Nelle ultime 24 ore, il Ministero della Salute palestinese controllato da Hamas ha segnalato che i corpi di quattro palestinesi sono stati portati negli ospedali della Striscia di Gaza. Tra questi, una vittima è stata tirata fuori dalle macerie di un edificio colpito. Il bilancio, aggiornato questa mattina, arriva in un momento delicato, segnato dal fragile cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre. Nonostante l’accordo, però, le violenze non si sono mai davvero fermate, secondo i dati delle autorità locali.

Cessate il fuoco in bilico

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, annunciato quasi un mese fa, avrebbe dovuto portare un po’ di tregua dopo settimane di scontri. Ma il Ministero della Salute di Gaza parla di almeno 240 morti e più di 600 feriti da allora, causati da nuovi attacchi israeliani. Questi numeri sono stati diffusi tramite una nota ufficiale e ripresi dai media locali. Contatti con fonti ospedaliere, raggiunte telefonicamente nella notte, confermano l’arrivo dei corpi e il continuo afflusso di feriti, soprattutto negli ospedali di Shifa e Nasser.

Vittime e ospedali sotto pressione

Uno dei corpi recuperati nelle ultime ore, raccontano i soccorritori della Mezzaluna Rossa Palestinese, è stato estratto dalle macerie nel quartiere di Shejaiya, a est di Gaza città. “Abbiamo scavato per ore, usando le mani e pale improvvisate”, spiega un volontario. “Solo alle tre del mattino siamo riusciti a tirarlo fuori”. Negli ospedali la situazione è critica: i reparti di emergenza sono pieni, mancano medicine e molti feriti vengono curati nei corridoi o su lettighe di fortuna.

Accuse e silenzi

Le autorità israeliane non hanno commentato gli ultimi eventi. Ma fonti militari citate dalla stampa di Tel Aviv hanno ribadito che “ogni operazione mira a neutralizzare minacce reali”. Dal lato palestinese, invece, si parla di “continui abusi” del cessate il fuoco. “Nonostante gli accordi, i raid non si sono mai fermati del tutto”, ha detto un portavoce del governo di Gaza. La tensione è alta anche tra la gente comune: molti abitanti delle zone colpite hanno passato la notte all’aperto, temendo nuovi bombardamenti.

Un bilancio che pesa

Dal via al cessate il fuoco, il Ministero della Salute palestinese conta almeno 240 morti e oltre 600 feriti. Numeri difficili da verificare per le organizzazioni internazionali, bloccate dall’impossibilità di raggiungere le zone più colpite. L’ONU ha più volte chiesto corridoi umanitari sicuri e un rapido invio di aiuti medici. “A pagare il prezzo più alto è la popolazione civile”, ha detto Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite.

Gaza tra paura e attesa

A Gaza City la vita va avanti a fatica. I negozi aprono solo per poche ore, molte scuole restano chiuse e i blackout sono all’ordine del giorno. “Non sappiamo cosa succederà domani”, racconta Ahmed, insegnante nel quartiere di Zeitoun. “Ogni notte si sentono esplosioni lontane, nessuno si sente davvero al sicuro”. Nel frattempo, le famiglie delle vittime si raccolgono negli ospedali per l’ultimo saluto. Piccoli cortei funebri attraversano vicoli polverosi, tra sguardi bassi e silenzi spezzati solo dal richiamo del muezzin.

Una tregua fragile

La comunità internazionale segue con crescente preoccupazione quello che succede nella Striscia di Gaza. Le richieste di rispettare il cessate il fuoco si moltiplicano, ma sul terreno la situazione resta tesa. Le prime ricostruzioni delle ONG sul posto confermano che la tregua è fragile e ogni giorno porta nuovi rischi per i civili. Nel frattempo, la vita a Gaza resta sospesa, in bilico tra paura e speranza.