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La rivoluzione verde: come l’Italia sta abbracciando la mobilità e l’economia circolare

La rivoluzione verde: come l'Italia sta abbracciando la mobilità e l'economia circolare

La rivoluzione verde: come l'Italia sta abbracciando la mobilità e l'economia circolare

Rimini, 4 novembre 2025 – La green economy in Italia fa passi avanti, ma non senza intoppi. È quanto emerge dalla Relazione 2025 presentata oggi all’apertura degli Stati Generali della Green Economy, alla Fiera di Rimini. Il rapporto, promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, disegna un quadro a doppia velocità: si avanza su alcuni fronti, come energie rinnovabili, economia circolare e agricoltura biologica, mentre restano evidenti ritardi su emissioni di gas serra, consumi energetici e mobilità sostenibile.

Emissioni e consumi: la strada è ancora lunga

Nel 2024, le emissioni di gas serra in Italia sono calate di poco più di 7 milioni di tonnellate, meno del 2% rispetto all’anno precedente. Un risultato che vale solo un quarto di quanto fatto nel 2023. Dal 1990 a oggi la riduzione totale è stata del 28%, ma per raggiungere l’obiettivo europeo del -43% entro il 2030 bisognerà fare molto di più, tagliando un altro 15% in sei anni. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha detto chiaro: “L’Italia ha le carte in regola per guidare la transizione europea, ma servono investimenti concreti in innovazione e sicurezza energetica”.

I consumi finali di energia invece sono saliti dell’1,5% nel 2024, spinti soprattutto da edifici e trasporti. L’Italia resta uno dei Paesi europei più dipendenti dall’energia estera. La dipendenza energetica dall’importazione rimane alta, mentre la riduzione dell’intensità energetica dal 2005 al 2024 si ferma al 28%, meno della media europea che si attesta al 35%.

Rinnovabili: crescono, ma si frena

Il 2024 segna un dato importante per la produzione di energia da fonti rinnovabili: quasi la metà dell’elettricità italiana (49%) arriva da rinnovabili, con oltre 130 miliardi di kWh prodotti. L’Italia si muove così verso l’obiettivo Pniec del 70% entro il 2030. Però, i numeri del primo semestre 2025 mostrano un rallentamento del 17% nelle nuove installazioni di impianti eolici e fotovoltaici rispetto all’anno precedente. Dietro questa frenata ci sono la fine del superbonus 110% e alcune restrizioni regionali, dicono gli analisti.

Il rapporto insiste su un punto chiave: “Più efficienza e più rinnovabili non sono solo una questione ambientale, ma anche un modo per abbassare i costi dell’energia e rendere l’Italia più competitiva”.

Economia circolare: avanti, ma non senza problemi

L’Italia resta la prima in Europa per economia circolare. La produttività delle risorse è cresciuta del 32% tra il 2020 e il 2024, passando da 3,6 a 4,7 euro per chilogrammo, e il riciclo copre l’86% dei rifiuti totali. Nel 2023, il tasso di materiali riutilizzati ha raggiunto il 20,8%. Tuttavia, il mercato delle materie prime seconde – soprattutto la plastica riciclata – attraversa una crisi. Senza sbocchi stabili, avverte il rapporto, rischia di rallentare anche la raccolta differenziata.

Mobilità: troppe auto, poche elettriche

Nel 2024 l’Italia ha toccato un record poco invidiabile: 701 auto ogni mille abitanti, ben sopra la media europea di 571. Nel frattempo, la produzione nazionale di auto è scesa a 310mila unità, appena il 2,1% di quella europea. La quota di auto elettriche è calata, passando dall’8,6% al 7,6%, lontanissima dalla media UE del 22,7%. Ancora oggi, ben l’82,5% delle auto italiane va a benzina o diesel, e l’età media del parco auto ha raggiunto i 12,8 anni.

Agricoltura biologica: cresce, ma il clima mette in crisi

L’agricoltura biologica continua a espandersi. Nel 2024 le superfici certificate o in conversione hanno superato i 2,5 milioni di ettari, con un aumento del 2,4% rispetto al 2023 e dell’81% rispetto al 2014. Sicilia, Puglia e Toscana insieme coprono il 38% delle aree bio nazionali. Ma tra il 1980 e il 2023, i danni all’agricoltura causati da eventi estremi hanno superato i 135 miliardi di euro, il dato più alto in Europa. La relazione sottolinea: “È fondamentale coinvolgere di più l’agricoltura nella lotta ai cambiamenti climatici”.

Consumo di suolo e città: una sfida urgente

Il consumo di suolo resta alto: tra il 2022 e il 2023 sono spariti 64,4 km², circa 17,6 ettari al giorno. Napoli (34,7%) e Milano (31,8%) sono in cima alla lista per impermeabilizzazione tra le grandi città. L’estate 2024 ha fatto sentire la sua morsa: il 90,6% della popolazione urbana ha vissuto temperature medie sopra i 40°C.

Grazie ai fondi del Pnrr, molte città hanno avviato progetti per la svolta ecologica: impianti innovativi per i rifiuti, nuove piste ciclabili, rinnovo delle flotte di autobus e più verde urbano. Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha detto: “Senza il Pnrr il Pil sarebbe rimasto fermo o addirittura in recessione. Ora serve che i finanziamenti non si fermino”.

La relazione chiude con un avvertimento: dal 2026, quando i fondi Pnrr finiranno, serviranno nuove risorse per mantenere vivo il ritmo delle iniziative urbane sulla transizione ecologica. Solo così l’Italia potrà continuare a giocare un ruolo da protagonista nella green economy europea.