Home » Mamdani: un allerta per la comunità ebraica di New York

Mamdani: un allerta per la comunità ebraica di New York

Mamdani: un allerta per la comunità ebraica di New York

Mamdani: un allerta per la comunità ebraica di New York

New York, 4 novembre 2025 – Nel giorno delle elezioni municipali a New York, il console generale di Israele in città, Ofir Akunis, ha lanciato un attacco senza mezzi termini contro Zohran Mamdani, il principale candidato democratico alla poltrona di sindaco. Akunis, ex ministro del Likud, ha definito Mamdani “un pericolo chiaro e immediato per la comunità ebraica” della metropoli, puntando il dito contro il suo appoggio alle recenti manifestazioni pro-palestinesi che nelle ultime settimane hanno attraversato Manhattan e Brooklyn.

Comunità ebraica in allarme: tensioni con i candidati progressisti

Il quotidiano israeliano Haaretz riporta le parole di Akunis, che ha detto di temere per la sicurezza delle istituzioni ebraiche e delle sinagoghe newyorkesi, molte già sotto stretta sorveglianza del Dipartimento di Polizia di New York. “Se Mamdani venisse eletto, sarebbe una minaccia concreta e immediata”, ha detto il console, sottolineando come il linguaggio usato dal candidato democratico stia alimentando paura e tensioni soprattutto in quartieri come Williamsburg e Crown Heights, storici centri della presenza ebraica in città.

Il suo intervento è arrivato in una mattinata già carica di tensione, con i seggi aperti dalle 7 e lunghe file davanti alle scuole pubbliche di Harlem, Astoria e Lower East Side. All’uscita dal seggio PS 321 di Park Slope, alcuni elettori hanno raccontato di aver avvertito “un’atmosfera diversa dal solito”, con più agenti in divisa e volontari delle comunità religiose impegnati a tenere sotto controllo la situazione.

Zohran Mamdani: chi è il candidato al centro della polemica

Zohran Mamdani, 33 anni, nato a Kampala e cresciuto nel Queens, è figlio della regista Mira Nair. Negli ultimi anni si è fatto notare come uno dei volti più in vista dell’ala progressista democratica a New York. Come consigliere comunale, ha portato avanti iniziative per i diritti dei migranti e la giustizia sociale. Ma il suo sostegno alle manifestazioni pro-palestinesi — spesso numerose e ben visibili lungo la Fifth Avenue — ha scatenato le critiche delle comunità ebraiche locali.

“Non è solo una questione politica”, ha spiegato ieri sera David Greenblatt, presidente del Jewish Community Relations Council di New York. “C’è una preoccupazione concreta per la sicurezza delle nostre famiglie e dei luoghi di culto”. Mamdani, però, ha respinto le accuse, parlando di “strumentalizzazione politica” e ha ribadito il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo: “Difendere i diritti dei palestinesi non significa mettere a rischio la sicurezza degli ebrei newyorkesi”, ha detto durante un comizio a Jackson Heights.

Sicurezza al massimo nei quartieri sensibili

Negli ultimi due giorni il NYPD ha aumentato la presenza vicino alle principali sinagoghe di Manhattan e Brooklyn. Fonti della polizia dicono che, finora, non ci sono stati incidenti gravi legati alle proteste, ma l’allerta resta alta. “Stiamo seguendo la situazione minuto per minuto”, ha detto il portavoce John Miller. In quartieri come Borough Park sono stati messi in funzione nuovi sistemi di videosorveglianza temporanei.

La sicurezza è diventata un tema centrale nelle elezioni. Alcuni candidati repubblicani chiedono misure ancora più rigide, mentre gruppi civici hanno organizzato incontri pubblici per discutere di convivenza tra le diverse comunità religiose della città.

Un voto che mette a nudo le divisioni di New York

Le elezioni di oggi a New York arrivano in un momento delicato per i rapporti tra le diverse anime della città. Da una parte c’è chi chiede più attenzione ai diritti civili, dall’altra cresce il timore che le tensioni internazionali si riflettano sulla vita di tutti i giorni. “New York è sempre stata un mosaico complicato”, racconta Rachel Steinberg, insegnante a Forest Hills. “Ma mai come ora si sente il bisogno di trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà di espressione”.

I risultati saranno noti nelle prossime ore. Intanto, lo scontro tra Akunis e Mamdani rischia di lasciare un segno profondo nel dibattito pubblico newyorkese. Le comunità aspettano risposte chiare dalle istituzioni, per garantire serenità e rispetto reciproco.