Mercati in calo: l’Europa segna il passo, Milano perde il 1,2% mentre i future Usa restano incerti
Mercati in calo: l'Europa segna il passo, Milano perde il 1,2% mentre i future Usa restano incerti
Milano, 4 novembre 2025 – Le borse europee hanno chiuso la giornata in netto calo. Le principali piazze finanziarie hanno ceduto terreno, spinte al ribasso da una miscela di fattori internazionali e dall’assenza di dati macroeconomici dagli Stati Uniti, bloccati dallo shut down federale. L’incertezza ha inciso anche sui mercati valutari e sulle materie prime, mentre lo spread tra Btp e Bund tedeschi è rimasto stabile.
Borse europee in rosso: Milano perde l’1,2%
Nel dettaglio, Madrid, Parigi e Francoforte hanno lasciato sul terreno circa l’1,3%, mentre Piazza Affari ha chiuso in calo dell’1,2%. Più contenuta la flessione di Londra, che ha perso lo 0,8%. Gli operatori hanno mostrato prudenza, soprattutto per l’assenza di nuovi dati dagli Stati Uniti. Il blocco delle attività federali non essenziali, dovuto al mancato accordo sul budget a Washington, ha lasciato i mercati senza punti di riferimento.
Dalle sale operative di Milano arriva la conferma di un clima “teso”, con volumi bassi e scambi concentrati sui titoli più liquidi. “Al momento manca una bussola americana”, ha detto un trader di una grande banca d’affari. Nel pomeriggio c’è stato un timido recupero, subito però annullato dalle vendite in chiusura.
Spread stabile, rendimenti in lieve calo
Sul fronte obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi si è fermato a 74,9 punti base, praticamente invariato rispetto a ieri. Il rendimento del titolo italiano è sceso al 3,4%, in calo di 0,9 punti base. Il Bund tedesco ha visto il proprio rendimento calare al 2,65% (-1,6 punti), mentre l’Oat francese è sceso al 3,43% (-1 punto).
Gli analisti sottolineano come la stabilità dello spread segnali una certa fiducia degli investitori nei titoli di Stato dell’Eurozona, nonostante il quadro internazionale resti fragile. “Il mercato guarda con attenzione alle prossime mosse della Bce”, ha commentato un gestore obbligazionario di Francoforte.
Timori globali e prese di beneficio frenano i mercati
A pesare sulle borse europee sono stati anche i timori di prese di beneficio a livello globale. Lo hanno sottolineato sia Ted Pick, numero uno di Morgan Stanley, sia David Solomon, Ceo di Goldman Sachs, che nelle ultime ore hanno invitato alla prudenza dopo i recenti rialzi. Anche i vertici di Wall Street hanno ribadito l’importanza di tenere d’occhio l’evoluzione del quadro macroeconomico.
In questo scenario, i future Usa sono rimasti deboli per tutta la giornata. “Il mercato americano è il grande assente”, ha confidato un operatore di Londra. Solo quando riprenderanno le attività federali si potranno avere indicazioni più precise sulla direzione dei mercati globali.
Valute e materie prime: dollaro in recupero, oro stabile
Sul mercato valutario, il dollaro si è rafforzato sia sull’euro (86,92 centesimi) sia sulla sterlina (76,52 penny). Gli operatori spiegano il movimento con una crescente ricerca di asset rifugio in un clima di volatilità.
L’oro è rimasto stabile poco sotto i 4mila dollari l’oncia. Il petrolio Wti ha chiuso in calo dell’1,61% a 60,07 dollari al barile, mentre il gas naturale è salito dell’1,2% a 32,12 euro al MWh, riportandosi sopra quota 32 euro. “Il mercato energetico resta molto sensibile alle notizie geopolitiche”, ha detto un analista di Parigi.
Titoli sotto pressione: semiconduttori e telecom in calo
Sul fronte azionario, giornata difficile per i produttori di semiconduttori: Nordic ha perso il 2,4%, Stm l’1,9%, Infineon l’1,6% e Be l’1,5%. In forte ribasso anche Telefonica (-11,25%), che ha annunciato il dimezzamento del dividendo 2025 da 30 a 15 centesimi. Deboli Vodafone e Tim (entrambe -2%), Deutsche Telekom (-1,95%) e Bt (-1,8%).
Ancora in attesa la portoghese Impresa, sospesa in attesa di una nota sulle voci di un possibile interesse di Mfe per una quota di minoranza. Le azioni A e B di Mfe hanno chiuso in calo dello 0,9%.
La seduta conferma così un clima di prudenza diffusa sui mercati europei. Gli investitori restano alla finestra, in attesa di novità dagli Stati Uniti e dalle principali banche centrali.
