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Milano in calo: Buzzi, Prysmian e Stm trascinano il mercato verso il basso

Milano in calo: Buzzi, Prysmian e Stm trascinano il mercato verso il basso

Milano in calo: Buzzi, Prysmian e Stm trascinano il mercato verso il basso

Milano, 4 novembre 2025 – Piazza Affari chiude con un calo netto, perdendo l’1,6% sull’indice Ftse Mib, che si ferma a 42.538 punti. Una giornata difficile per i mercati italiani, in un clima europeo segnato da tensioni sui titoli di Stato e da una generale prudenza tra gli investitori. Intanto lo spread tra Btp e Bund si è alzato a 75,3 punti base, segnalando una pressione più forte sui titoli italiani rispetto a quelli tedeschi.

Spread in rialzo, rendimenti giù: l’Europa resta in bilico

Il rendimento del Btp decennale scende di 1,2 punti base, portandosi al 3,39%. Nonostante la giornata di vendite diffuse, anche i titoli di Stato tedeschi e francesi si muovono al ribasso: il Bund perde 2,3 punti base, scendendo al 2,64%, mentre l’Oat francese cede 1,1 punti base, fermandosi al 3,43%. Alcuni operatori sentiti stamattina a Porta Nuova confermano: “Il clima è ancora incerto, tutti guardano alle prossime mosse della Bce e ai dati macro che arriveranno”.

Pochi titoli in verde, la maggior parte in rosso

Quasi tutto il paniere delle blue chip chiude in rosso. Qualche eccezione c’è: Campari (+1,1%) recupera dopo il tonfo di ieri legato al sequestro di azioni Lagfin deciso dalla magistratura. “Ieri il mercato ha reagito con nervosismo, oggi si è visto un rimbalzo tecnico”, spiega un analista di una primaria sim milanese. In positivo anche Lottomatica (+0,55%), sostenuta dai dati trimestrali usciti in mattinata, e Terna (+0,02%), che resta praticamente stabile.

Industria e banche sotto pressione

I titoli industriali e tecnologici sono tra i più penalizzati: Buzzi Unicem lascia sul terreno il 4,1%, seguita da Prysmian (-3,28%) e StMicroelectronics (-3,2%). Male anche Stellantis (-2,5%) e Leonardo (-2,3%), con il settore auto e difesa in affanno. “C’è preoccupazione per la domanda globale e per le tensioni geopolitiche”, commenta un gestore di fondi a Piazza Affari.

Non va meglio per le banche: Banco Bpm perde il 2%, Mediobanca l’1,98%, poi a seguire Bper (-1,87%), Unicredit (-1,8%), Intesa Sanpaolo (-1,35%) e Mps (-1,2%). Vendite anche sui titoli energetici come Eni (-1,5%) e Saipem (-1,4%), e su quelli farmaceutici, tra cui Recordati (-1,2%) e Diasorin (-1,15%). Perdite più contenute per Enel (-0,7%), Italgas (-0,65%), Amplifon (-0,6%) e Iveco Group (-0,27%).

Mid e small cap: qualche segnale di vita

Nel segmento delle società a minore capitalizzazione, il mercato è stato più vivace. Spiccano i rialzi di Pininfarina (+2,5%) e della Lazio (+1,4%). In difficoltà invece Cementir (-2,75%) e Fincantieri (-2,32%). “Sui titoli più piccoli si notano ancora acquisti selettivi”, racconta un trader di una boutique finanziaria romana.

Mfe ancora in rosso, in attesa da Lisbona

In fondo al listino restano le azioni di Mfe, con la classe A che perde l’1,75% e la B l’1,9%, appesantite dall’attesa per un comunicato ufficiale del gruppo. Il titolo è fermo dagli scambi di venerdì scorso a Lisbona, su ordine dell’Autorità portoghese, dopo nuove indiscrezioni di stampa sulle attività del gruppo.

Mercati in stand-by: occhi puntati su Bce e dati macro

La giornata si chiude con volumi nella media e prudenza tra gli operatori. “Il mercato aspetta segnali più chiari dalla politica monetaria europea”, confida un broker nel pomeriggio. Nei prossimi giorni saranno i dati sull’inflazione e le decisioni della Bce a guidare le mosse degli investitori. Per ora, Piazza Affari resta sotto pressione.