Scart: l’arte che nasce dai rifiuti Lamborghini per un futuro sostenibile
Scart: l'arte che nasce dai rifiuti Lamborghini per un futuro sostenibile
Bologna, 4 novembre 2025 – L’arte del riciclo ha trovato spazio tra i padiglioni di Ecomondo 2025. Questa mattina, il Gruppo Hera e Automobili Lamborghini hanno presentato il progetto “Scart – L’arte recuperata“. Un’idea che, come ha spiegato Maurizio Giani, direttore marketing di Herambiente, nasce da una domanda semplice: “Come può la sostenibilità trasformarsi in linguaggio creativo?”. La risposta si è materializzata in sette robot costruiti interamente con materiali di recupero provenienti dalle linee produttive Lamborghini.
Robot e materiali: quando l’industria diventa arte
Sette robot, ognuno con una sua storia da raccontare. Sono stati svelati poco dopo le 11, nello stand di Hera, davanti a studenti, addetti ai lavori e semplici curiosi. “Abbiamo lavorato per un anno intero – ha detto Giani – insieme a tre istituti d’eccellenza: l’Accademia di Belle Arti di Firenze, quella di Ravenna e il Polidesign di Milano”. Il risultato? Sculture alte fino a un metro e mezzo, assemblate con pezzi di carrozzeria, cavi elettrici, sedili dismessi e altri componenti destinati ai rifiuti industriali.
Dietro le sagome dei robot c’è la mano del fumettista Giuseppe Camuncoli, famoso per il suo lavoro con Marvel e DC Comics. Camuncoli ha disegnato i bozzetti originali: “Volevamo che ogni robot avesse una personalità”, ha spiegato. Così sono nati i “paladini” dell’ambiente: uno per la tutela dell’acqua e dei mari, uno per le foreste e la terra, un altro per l’aria. Gli altri quattro completano la squadra, rappresentando energia, riciclo, biodiversità e innovazione.
Sostenibilità come valore da raccontare
“Con Scart – ha sottolineato Giani – vogliamo dimostrare che la sostenibilità può essere bellezza, creatività e cultura”. L’obiettivo è chiaro: portare l’economia circolare fuori dal giro degli addetti ai lavori. “Dare nuova vita ai materiali significa creare valore non solo economico, ma anche sociale e educativo”, ha aggiunto il direttore marketing di Herambiente.
Il progetto non si limita a questa esposizione. I robot partiranno per una mostra itinerante, che toccherà scuole, musei e spazi pubblici in Emilia-Romagna e Lombardia nei prossimi mesi. “L’arte è uno strumento potente per raccontare l’economia circolare: ogni scarto, come ogni idea, può trasformarsi in qualcosa di unico e duraturo”, ha ribadito Giani davanti agli studenti dell’Istituto Aldini Valeriani di Bologna, presenti all’inaugurazione.
Industria e formazione: un legame che funziona
La collaborazione tra Hera, Lamborghini e le accademie d’arte non è casuale. “Abbiamo voluto coinvolgere studenti e giovani creativi”, ha spiegato Silvia Bassi, responsabile comunicazione Hera. “Per loro è stata un’occasione concreta per lavorare con materiali industriali veri, imparando a vedere il potenziale nascosto in oggetti che normalmente consideriamo solo rifiuti”.
I dati di Herambiente parlano chiaro: nel 2024 il gruppo ha gestito più di 2 milioni di tonnellate di rifiuti industriali, con un tasso di recupero superiore al 70%. “Ma la vera sfida – ha ammesso Bassi – è di cambiare mentalità, non solo i processi produttivi”.
Tra pubblico e futuro: entusiasmo e nuovi passi
Tra i visitatori di Ecomondo, la curiosità non è mancata. Molti si sono fermati a fotografare i dettagli delle sculture: una ruota che diventa un braccio, un fanale che si trasforma in un occhio. “Non pensavo che pezzi di auto potessero diventare arte”, ha detto Marco, 19 anni, studente di design. Altri hanno chiesto come sono stati assemblati i robot e se il progetto potrebbe replicarsi in altre città.
“Scart” guarda già avanti. Dopo Ecomondo, i robot saranno esposti a Milano durante la Design Week 2026. “L’obiettivo – ha concluso Giani – è continuare a coinvolgere scuole e comunità locali. Solo così il riciclo può diventare davvero parte della nostra vita di tutti i giorni”.
In un padiglione pieno di tecnologie e numeri, oggi a Rimini si è parlato anche di creatività. Forse è questo il segno che l’economia circolare sta davvero cambiando passo: non più solo processi industriali, ma anche storie da raccontare.
