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Trump lancia un appello ai cittadini ebrei di New York: unitevi contro Mamdani!

Trump lancia un appello ai cittadini ebrei di New York: unitevi contro Mamdani!

Trump lancia un appello ai cittadini ebrei di New York: unitevi contro Mamdani!

New York, 4 novembre 2025 – Nel pieno delle elezioni per il sindaco di New York, Donald Trump ha rivolto un appello diretto alla comunità ebraica della città, invitando a non votare per Zohran Mamdani, il candidato che, se eletto, sarebbe il primo sindaco musulmano nella storia della metropoli. L’ex presidente, intervenuto lunedì mattina durante un comizio a Brooklyn, non ha usato mezze misure: “Un ebreo che vota per Mamdani, che odia gli ebrei, è uno stupido”, ha detto davanti a una folla di sostenitori e giornalisti.

Trump vs Mamdani: la tensione cresce nel voto di New York

La campagna per guidare la Grande Mela si è accesa proprio nelle ultime ore, mentre i seggi restano aperti fino alle 21. Le prime stime parlano di una partecipazione in aumento rispetto al 2021. Il nome di Zohran Mamdani — 33 anni, deputato statale con origini ugandesi e indiane — è diventato il cuore del dibattito, soprattutto per le sue posizioni sulla convivenza religiosa e i rapporti con la comunità ebraica.

Trump, che segue da mesi la politica newyorkese, ha deciso di entrare direttamente nel vivo della partita. “Non possiamo permettere che chi prova odio verso Israele e gli ebrei guidi questa città”, ha detto l’ex presidente, parlando con alcuni leader religiosi locali. Le sue parole hanno subito scatenato reazioni contrastanti: c’è chi applaude la sua chiarezza e chi invece vede in quelle frasi una svolta discriminatoria.

La comunità ebraica di New York nel mirino del dibattito

New York ospita la più grande popolazione ebraica fuori da Israele: secondo il Jewish Community Study of New York, nella zona metropolitana vivono più di 1,1 milioni di persone di origine ebraica. Nei quartieri come Williamsburg, Borough Park e Crown Heights il clima è teso. “Non ci sentiamo rappresentati da chi non prende una posizione chiara su Israele”, racconta David Rosenberg, commerciante di Flatbush. Ma non tutti la pensano così: “Mamdani ha sempre dialogato con noi”, risponde Miriam Goldstein, insegnante a Manhattan.

Il candidato democratico, noto per le sue idee progressiste e per l’impegno nei movimenti per i diritti civili, ha negato più volte le accuse di antisemitismo. In una nota diffusa nel pomeriggio ha detto: “Rifiuto ogni forma di odio religioso. La mia storia personale e politica parla da sola”. Il suo staff ricorda anche che ha preso parte a molti eventi interreligiosi negli ultimi mesi.

Parole pesanti nella corsa al Comune

Le dichiarazioni di Trump arrivano in un momento delicato. Negli ultimi giorni la campagna si era già polarizzata su temi legati all’identità e alla sicurezza. Secondo fonti vicine a Mamdani, l’intervento dell’ex presidente potrebbe “alimentare divisioni” e spostare il confronto su un piano personale. “Non è questo il dibattito che serve a New York”, ha detto un portavoce del candidato.

Dall’altra parte, alcuni leader repubblicani hanno rilanciato l’appello di Trump. “La sicurezza della nostra comunità viene prima di tutto”, ha dichiarato il consigliere comunale Joseph Feldman. Intanto, a Brooklyn e nel Queens, le code ai seggi si formano fin dalle prime ore: segno che la posta in gioco è alta.

Un voto che può cambiare la città

Il risultato delle urne arriverà solo tra martedì notte e mercoledì. Ma già ora è chiaro che queste elezioni segnano una svolta per New York. Se Mamdani vincerà, sarà il primo sindaco musulmano nella storia della Grande Mela — un evento che molti osservatori vedono come simbolo del cambiamento demografico e culturale in corso.

Nel frattempo, la città resta in sospeso tra attese e tensioni. “Qui si decide molto più che un nome”, racconta Rachel Levine, studentessa alla NYU, appena uscita dal seggio di Union Square. “Si decide che tipo di città vogliamo essere”. E forse solo allora si capirà davvero il peso delle parole pronunciate in questi giorni.