Il 52% degli italiani considera il benvenuto enogastronomico la vera ospitalità
Il 52% degli italiani considera il benvenuto enogastronomico la vera ospitalità
Roma, 5 novembre 2025 – In Italia, la vera ospitalità non si misura con le stelle degli hotel o con servizi extra, ma si riconosce dal benvenuto enogastronomico. Lo rivela una ricerca di YouGov per Airbnb, che ha coinvolto un campione rappresentativo di italiani e ha accompagnato per la prima volta il riconoscimento de I Maestri dell’Accoglienza: sei host scelti dalla piattaforma in località diverse, da Marino nel Lazio al Lago di Como, passando per Cisternino in Puglia, Moena in Trentino, Montelupo Fiorentino in Toscana e Scopello in Sicilia.
L’accoglienza italiana si gusta a tavola
Dai dati raccolti emerge che il 52% degli italiani vede nel benvenuto enogastronomico – un assaggio di prodotti tipici, un bicchiere di vino locale, una fetta di torta fatta in casa – il vero segno distintivo dell’ospitalità. Non contano tanto le tecnologie o le stelle, ma la capacità di far sentire l’ospite accolto attraverso i sapori del territorio. “Quando arrivo e trovo una bottiglia di olio locale o una marmellata fatta in casa, mi sento subito a casa”, ha raccontato Francesca, viaggiatrice milanese intervistata.
Gesti semplici che fanno la differenza
La classifica dei gesti più apprezzati dagli italiani mette al primo posto la stretta di mano (63%), seguita da un’atmosfera familiare (58%) e dal profumo del caffè appena fatto (46%). Sono dettagli che, secondo YouGov, trasformano un soggiorno anonimo in un’esperienza vera. “Il caffè appena fatto è un rito che rompe il ghiaccio”, spiega Marco, host a Montelupo Fiorentino. “Non serve molto altro: basta un sorriso e qualcosa di buono da condividere”.
I borghi battono le grandi città nell’accoglienza
Un dato interessante riguarda le località più accoglienti: per il 47% degli intervistati sono i piccoli borghi a rappresentare meglio il senso del benvenuto italiano, mentre le grandi città si fermano al 9%. In Puglia questa preferenza arriva al 60%. “Nei paesi ci si conosce tutti, l’ospite è davvero uno di famiglia”, racconta Anna, host a Cisternino. Certo, anche nelle città non mancano esempi di accoglienza calorosa, ma i borghi offrono un’atmosfera più raccolta e relazioni più autentiche.
Nord e Sud, mille modi di accogliere
Lo studio evidenzia come l’ospitalità italiana cambi da regione a regione. Da Roma in giù domina la convivialità: il 68% degli intervistati nel Centro-Sud associa l’accoglienza ai momenti condivisi e all’odore del sugo che cuoce (51%, rispetto al 42% nazionale). In Sicilia e Puglia è molto apprezzata la frase “Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure”, che invita a sentirsi parte della famiglia. Al Nord, invece, si punta più sulla discrezione: in Lombardia si preferisce il “Fai come fossi a casa tua” (16%), mentre in Trentino-Alto Adige si predilige autonomia e rispetto della privacy (“Ti lascio tutto pronto, goditi il soggiorno”, circa 10%).
I Maestri dell’Accoglienza: storie di ospitalità vera
La ricerca accompagna la prima edizione de I Maestri dell’Accoglienza, un premio che Airbnb ha assegnato a sei host italiani che incarnano questi valori. Ci sono chi accoglie con una cena tipica di famiglia, chi organizza degustazioni di vini locali o passeggiate tra gli ulivi. “L’importante è ascoltare chi arriva e capire cosa cerca”, spiega Giuseppe, host a Scopello. “Non tutti vogliono lo stesso tipo di attenzione: c’è chi desidera compagnia e chi preferisce la tranquillità”.
Ospitalità, un valore che unisce
In fondo, la ricerca conferma che per gli italiani l’ospitalità resta un valore fondamentale, fatto di piccoli gesti quotidiani e di attenzione sincera verso chi arriva da fuori. Non bastano comfort e servizi: conta soprattutto sentirsi accolti come persone, non come clienti. Un modello che – secondo Airbnb – può diventare un esempio per altre realtà turistiche europee.
