Italia leader nel riciclo, ma con disuguaglianze territoriali da affrontare
Italia leader nel riciclo, ma con disuguaglianze territoriali da affrontare
Rimini, 5 novembre 2025 – L’Italia si fa notare per la sua capacità di riciclo, ma resta un Paese diviso a metà quando si parla di rifiuti urbani. È il quadro emerso oggi a Rimini, alla prima giornata di Ecomondo, dove Stefano Besseghini, presidente di Arera, ha aperto il convegno “Il consolidamento della regolazione del ciclo dei rifiuti: i nuovi provvedimenti di Arera”. Un momento importante per fare il punto su successi e criticità di un settore che cambia in fretta, ma che ancora mostra profonde differenze tra Nord e Sud.
Riciclo, l’Italia fa la sua parte ma le disparità restano
“Quando si parla di riciclo, soprattutto di alcune materie, l’Italia si distingue davvero”, ha detto Besseghini davanti a una platea di operatori e amministratori locali. Il presidente di Arera ha ricordato come questo successo sia legato anche alla storia industriale del Paese: “Forse ci siamo fatti valere anche per necessità. Essendo poveri di materie prime, abbiamo imparato a riciclare e a chiudere il cerchio in modo efficace”.
I dati di Arera mostrano un sistema ormai ben strutturato, fatto di impianti consolidati, una logistica efficiente e una gestione più attenta dei rifiuti. Un modello che si sta allargando anche al mondo dei rifiuti urbani, grazie alla crescita del biometano e all’uso energetico dei rifiuti. “Il biometano e l’energia ricavata dai rifiuti dimostrano che possiamo migliorare ancora e fare passi avanti concreti”, ha aggiunto Besseghini.
Nord e Sud, un divario che pesa
Ma dietro questi numeri positivi c’è una realtà meno omogenea. “Il vero problema – ha ammesso Besseghini – è la distanza enorme tra chi conferisce in discarica meno del 5% dei rifiuti e chi invece sta ancora sopra il 70%”. Un divario che si traduce in costi più alti per cittadini e imprese, oltre a un impatto ambientale pesante.
Le regioni del Nord – Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in prima fila – hanno quasi azzerato lo smaltimento in discarica. Al Sud, la situazione è ben diversa: in Campania, Calabria e Sicilia oltre il 60% dei rifiuti finisce ancora in discarica. “Questa disparità va affrontata seriamente – ha sottolineato Besseghini – perché un sistema circolare deve funzionare ovunque, senza lasciare indietro nessuno”.
Regole più chiare per spingere il cambiamento
Il convegno di Rimini è servito anche a fare il punto sul lavoro di Arera negli ultimi anni. “Il settore dei rifiuti è una novità per la regolazione”, ha spiegato Besseghini, “ma in pochi anni abbiamo fatto passi importanti grazie al confronto con operatori e associazioni”.
Le norme approvate prima dell’estate hanno fissato nuovi standard per la trasparenza delle tariffe e la qualità del servizio, con l’obiettivo di ridurre le differenze tra le diverse zone del Paese. Il lavoro però non è finito: “Dobbiamo continuare a dialogare per trasformare queste regole in risultati concreti per le persone”.
Le sfide che restano sul tavolo
Resta aperto il tema dei nuovi impianti al Sud, della raccolta differenziata nelle zone più in difficoltà e della gestione dei fondi tra regioni. Questioni che richiedono investimenti mirati e una collaborazione più stretta tra enti locali e governo.
Besseghini ha chiuso l’intervento con un appello a mantenere alta l’attenzione: “Il nostro compito è guidare il settore verso una gestione più efficiente e sostenibile. Solo così potremo davvero parlare di economia circolare”. Nel frattempo, Ecomondo continua con incontri e tavole rotonde sulle nuove tecnologie per i rifiuti. Rimini si conferma, ancora una volta, il punto di riferimento nazionale per chi lavora nella transizione ecologica.
