La sinistra conquista New York: il trionfo di Schlein tra parole e programmi incisivi
La sinistra conquista New York: il trionfo di Schlein tra parole e programmi incisivi
New York, 5 novembre 2025 – Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York. La sua vittoria, arrivata nella notte tra il 4 e il 5 novembre, segna una svolta netta: una città che vuole tornare a essere accessibile a tutti. Mamdani, 34 anni, attivista e già deputato statale, ha vinto con una campagna tutta incentrata sulla lotta al caro vita e la promessa di una città “che tutte e tutti si possano permettere”. Un messaggio che ha colpito soprattutto nei quartieri più colpiti dalla crisi degli ultimi anni.
La campagna dal basso che ha cambiato le regole
Secondo i dati ufficiali diffusi alle 3 di notte, Mamdani ha raccolto il 53% dei voti. Un risultato costruito con fatica, giorno dopo giorno, grazie a una mobilitazione senza precedenti: più di centomila volontari hanno animato la sua corsa, da Brooklyn al Queens fino al Bronx. “Abbiamo dimostrato che la politica può essere fatta dalle persone comuni”, ha detto Mamdani davanti ai suoi sostenitori, radunati in un centro sociale di Astoria. Dall’altra parte, i suoi avversari – appoggiati da finanziamenti milionari e da una campagna denigratoria guidata da Donald Trump – non sono riusciti a fermarlo.
Casa, sanità e trasporti: le promesse di Mamdani
Al centro del programma di Mamdani ci sono parole semplici ma forti: stipendi dignitosi, sanità universale, diritto alla casa. Temi che hanno acceso il dibattito pubblico nelle ultime settimane. “Non possiamo più accettare che New York sia solo per chi se la può permettere”, ha detto il nuovo sindaco nel suo primo discorso ufficiale. Tra le prime misure annunciate ci sono i trasporti pubblici gratis per le fasce più deboli, asili nido senza costi per le famiglie in difficoltà e un piano straordinario per l’edilizia popolare.
L’Italia applaude
La vittoria di Mamdani ha avuto eco anche in Italia. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha commentato stamattina: “Congratulazioni al nuovo sindaco di New York! La politica della speranza batte quella della paura, che cerca solo nemici e capri espiatori”. Schlein ha sottolineato come la sinistra americana sia riuscita a parlare chiaro su temi come lavoro e servizi pubblici. “Un bel segnale dagli Stati Uniti”, ha aggiunto la leader dem.
L’onda progressista che attraversa gli Usa
Ma la notte elettorale americana non si è fermata a New York. In New Jersey, la democratica Mikie Sherrill si è confermata alla Camera dei Rappresentanti. In Virginia, Alice Spanberger ha vinto una battaglia che sembrava incerta fino all’ultimo. In California, il referendum voluto dal governatore Gavin Newsom – che punta a rafforzare le tutele sociali – ha ottenuto il 58% dei voti. Per gli analisti locali, sono segnali chiari: una parte degli elettori chiede risposte concrete su salari, sanità e casa.
L’entusiasmo e le aspettative a New York
Per le strade di Manhattan e Brooklyn la notizia della vittoria di Mamdani è stata accolta con feste spontanee. Davanti al municipio, all’alba, decine di giovani hanno srotolato striscioni con la scritta “A city for all”. Tra i passanti, qualcuno ha detto: “Era ora che qualcuno si occupasse davvero dei nostri problemi”. Altri restano più cauti: “Vediamo se riuscirà a mantenere le promesse”, ha commentato un tassista di origini portoricane fermo su Lafayette Street.
Le sfide che aspettano il nuovo sindaco
Il mandato di Mamdani parte con il vento contro. La città si trova ad affrontare una crisi abitativa senza precedenti: secondo i dati del Department of Housing Preservation and Development, più di 80mila persone sono senza casa. Gli affitti continuano a salire – in media 3.500 dollari al mese per un bilocale a Manhattan – e cresce la domanda di assistenza sanitaria pubblica. Mamdani dovrà anche fare i conti con un consiglio comunale diviso e l’opposizione dei grandi gruppi immobiliari.
Lo sguardo verso il futuro
Per ora, la vittoria di Zohran Mamdani è vista come un segnale di cambiamento. “Abbiamo scelto la speranza”, ha ripetuto più volte durante la notte elettorale. Nei prossimi mesi si capirà se New York potrà davvero diventare una città più inclusiva. Ma la partita, almeno per ora, sembra riaperta.
