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Rifiuti tessili: il nuovo manuale di Unirau e Ariu per una raccolta efficace

Rifiuti tessili: il nuovo manuale di Unirau e Ariu per una raccolta efficace

Rifiuti tessili: il nuovo manuale di Unirau e Ariu per una raccolta efficace

Rimini, 5 novembre 2025 – Unirau e Ariu hanno presentato oggi, allo stand di Assoambiente durante Ecomondo, il nuovo “Manuale per la buona raccolta dei rifiuti tessili urbani”. Un testo pensato per guidare stazioni appaltanti e consorzi di produttori nell’affrontare l’obbligo ormai inderogabile della raccolta differenziata dei rifiuti tessili. L’iniziativa arriva in un momento cruciale: dal 2022, infatti, la legge italiana impone la raccolta separata di abbigliamento, scarpe e tessili per la casa, rivoluzionando il modo di lavorare per enti pubblici e aziende del settore.

Manuale rifiuti tessili: cosa c’è dentro

Il documento, presentato nel cuore della fiera dedicata alla green e circular economy, riassume in modo chiaro e diretto la normativa di riferimento, le definizioni tecniche, le caratteristiche del servizio e dei contenitori, e le modalità di raccolta e trasporto. Non mancano dettagli sugli impianti di stoccaggio e una panoramica su cosa succede ai rifiuti tessili dopo la raccolta differenziata. “Abbiamo voluto mettere nero su bianco l’esperienza di anni – ha detto Andrea Fluttero, presidente di Unirau – per dare uno strumento concreto a chi dovrà gestire questa nuova fase”.

Per Fluttero, la raccolta dei rifiuti tessili urbani è una sfida che coinvolge cooperative sociali, aziende private e amministrazioni locali. “Dal 2022 – ha ricordato – l’obbligo di raccolta ha reso ancora più preziosa l’esperienza di chi lavora nel settore. Con questo manuale vogliamo condividere consigli pratici per migliorare la raccolta, il riuso e il riciclo”.

Un settore in cambiamento: da volontariato a obbligo di legge

Fino a pochi anni fa, la raccolta dei rifiuti tessili era affidata quasi solo a iniziative volontarie o progetti pilota. Solo dal 2022, con l’entrata in vigore della nuova norma, è diventata un compito obbligatorio per i Comuni italiani. Questo ha chiesto agli operatori di adeguarsi in fretta, garantendo standard alti sia nella gestione logistica sia nella qualità del materiale raccolto.

Joseph Valletti, presidente di Ariu, ha sottolineato come i prodotti a fine vita – abbigliamento, scarpe, accessori e tessili per la casa – abbiano spinto la filiera a specializzarsi soprattutto nel preparare il materiale per il riuso. “Le nostre aziende – ha spiegato Valletti – puntano a ricavare valore dalla selezione accurata degli indumenti usati. Per questo è fondamentale che la raccolta sia fatta con cura: solo così si evita di rovinare ciò che i cittadini mettono nei contenitori”.

Dalla teoria ai fatti: contenitori, trasporto e stoccaggio

Il manuale si sofferma sulle procedure pratiche: dalla scelta dei contenitori – che devono essere resistenti, facilmente accessibili ma anche sicuri contro vandalismi e furti – fino alle modalità di trasporto verso gli impianti di stoccaggio. Ogni fase è descritta con attenzione ai dettagli tecnici e alle esigenze dei diversi territori. “Non esiste una soluzione valida per tutti – ha ammesso Fluttero – ma ci sono buone pratiche da adattare alle situazioni locali”.

Dopo la raccolta, i rifiuti tessili vengono portati in impianti specializzati dove vengono selezionati, igienizzati e preparati per il riuso o il riciclo. Solo una piccola parte finisce in discarica o viene usata per produrre energia. Il resto torna sul mercato come abiti usati o materie prime seconde.

Obiettivi e sfide per il futuro

L’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili è solo il primo passo verso una gestione più sostenibile della moda e dell’abbigliamento. Secondo gli ideatori del manuale, sarà fondamentale investire nella sensibilizzazione dei cittadini e nella formazione degli operatori. “La qualità della raccolta dipende anche dall’informazione – ha concluso Valletti – perché solo cittadini consapevoli possono davvero far funzionare il sistema”.

Ecomondo si conferma così non solo come vetrina delle tecnologie verdi, ma anche come luogo di confronto tra istituzioni, imprese e associazioni impegnate nella transizione verso un’economia circolare. Il manuale appena presentato punta a diventare uno strumento di riferimento per chi dovrà affrontare le nuove sfide della gestione dei rifiuti tessili urbani nei prossimi anni.