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Ue stabilisce obiettivo ambizioso: riduzione del 90% delle emissioni di CO2 entro il 2040 con flessibilità

Ue stabilisce obiettivo ambizioso: riduzione del 90% delle emissioni di CO2 entro il 2040 con flessibilità

Ue stabilisce obiettivo ambizioso: riduzione del 90% delle emissioni di CO2 entro il 2040 con flessibilità

Bruxelles, 5 novembre 2025 – Dopo più di ventiquattro ore di trattative serrate, i ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno trovato un’intesa, approvata a maggioranza qualificata, per ridurre le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040. L’accordo, raggiunto nella notte al Consiglio europeo, introduce anche alcune flessibilità per rendere meno rigido il percorso verso la neutralità climatica.

Taglio delle emissioni: cosa prevede l’accordo

Dal testo ufficiale emerge che gli Stati membri potranno contare fino al 5% di crediti internazionali di carbonio extra Ue nel loro bilancio delle emissioni. In più, ogni Paese potrà acquistare un ulteriore 5% di crediti per coprire i propri sforzi, spiegano fonti diplomatiche presenti ai negoziati. Questa misura è pensata soprattutto per aiutare i governi più in difficoltà con la riconversione industriale.

Il documento, approvato poco dopo le 7 di mattina, conferma anche una clausola di revisione ogni due anni. Ogni biennio, la Commissione europea dovrà valutare come sta andando la legge sul clima e proporre eventuali modifiche. “Vogliamo un percorso flessibile, che segua i progressi della scienza e della tecnologia”, ha detto il ministro spagnolo Teresa Ribera, presidente di turno del Consiglio Ambiente.

L’impegno europeo per il 2035

Oltre all’accordo per il 2040, i ministri hanno messo nero su bianco anche il contributo dell’Unione al taglio delle emissioni entro il 2035, nell’ambito degli impegni della Cop30 di Belém, in Brasile.

L’intesa fissa un taglio tra il 66,25% e il 72,5% rispetto ai livelli del 1990 entro quella data. Un intervallo, dicono i tecnici della Commissione, che lascia margine per valutare le diverse condizioni economiche e sociali dei Paesi Ue. “Non possiamo ignorare le differenze tra le economie europee”, ha sottolineato il ministro tedesco Steffi Lemke in conferenza stampa.

Le reazioni e le prossime mosse

L’accordo non ha convinto tutti. Alcuni Paesi dell’Est Europa hanno espresso dubbi sui tempi e sui costi della transizione. “Serve più aiuto finanziario per chi rischia di pagare di più”, ha detto la ministra polacca Anna Moskwa. Altri, come l’Italia, hanno chiesto garanzie sugli investimenti e sulla tutela del lavoro nei settori più colpiti.

La presidenza spagnola ha definito il risultato “un passo avanti concreto”, pur riconoscendo che la strada per la neutralità resta dura. Nei prossimi mesi, la Commissione dovrà presentare atti delegati per dettagliare come usare i crediti internazionali e i criteri della revisione biennale.

Economia e società: nodi ancora da sciogliere

Le prime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente dicono che per raggiungere gli obiettivi serviranno investimenti extra per circa 350 miliardi di euro all’anno fino al 2040. Una cifra che apre dubbi su dove trovare i soldi e su come evitare effetti negativi sull’occupazione.

Le associazioni ambientaliste hanno accolto l’accordo con prudenza. Greenpeace Europa parla di “passo necessario, ma non abbastanza”, mentre il WWF chiede “più coraggio e meno deroghe”. Il mondo industriale, rappresentato da BusinessEurope, chiede invece tempi certi e regole chiare per non creare squilibri tra imprese.

Verso la Cop30: l’Europa si prepara al confronto globale

L’intesa di Bruxelles sarà la base con cui l’Unione Europea arriverà alla Cop30 di Belém, dove si discuteranno i nuovi impegni globali sul clima. La partita resta aperta: Stati Uniti, Cina e India non hanno ancora fissato i loro obiettivi al 2040. Solo allora si capirà se la strada scelta dall’Europa potrà davvero fare la differenza a livello internazionale.

Intanto, i governi dovranno tradurre questi obiettivi in azioni concrete: piani di decarbonizzazione nazionali, incentivi per le energie rinnovabili, aiuti alle famiglie e alle imprese più in difficoltà. Un cammino che – come ha ricordato la commissaria europea Kadri Simson – “chiederà scelte difficili, ma indispensabili per garantire un futuro sostenibile alle nuove generazioni”.