Bankitalia: l’evasione fiscale frena il recupero nonostante la rottamazione
Bankitalia: l'evasione fiscale frena il recupero nonostante la rottamazione
Roma, 6 novembre 2025 – L’evasione fiscale resta un grande freno per la crescita economica e una spina nel fianco per chi rispetta le regole. Lo ha messo in chiaro oggi Fabrizio Balassone, Vice Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, durante l’audizione sulla manovra finanziaria davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Il tema, già al centro del dibattito politico nelle ultime settimane, torna sotto i riflettori con la proposta di una nuova “rottamazione” delle cartelle esattoriali.
La nuova rottamazione: rischio concreto di minori entrate
Secondo Balassone, la misura di definizione agevolata prevista dalla manovra farà perdere allo Stato circa 1,5 miliardi di euro nel 2026, con un calo di circa 500 milioni all’anno nei due anni successivi. “La nuova definizione agevolata comporta una perdita di gettito di 1,5 miliardi nel 2026 e 0,5 miliardi in media nei due anni dopo”, ha spiegato il dirigente di via Nazionale, citando le stime ufficiali. Un dato importante, che secondo la Banca d’Italia va tenuto d’occhio, soprattutto alla luce di come sono andate le passate rottamazioni.
I numeri delle rottamazioni passate: si incassa solo metà
Balassone ha richiamato i dati dell’Agenzia delle Entrate: fino a marzo di quest’anno, i pagamenti dai contribuenti per le precedenti definizioni agevolate sono stati “circa la metà di quanto sarebbe dovuto”. In pratica, solo il 50% delle somme previste è entrato davvero nelle casse pubbliche. Un segnale che mette in dubbio l’efficacia di questo strumento per recuperare l’evasione fiscale. “Problemi simili potrebbero presentarsi anche con la nuova definizione agevolata”, ha avvertito Balassone, lasciando intendere che il rischio di mancati incassi è concreto.
Chi paga regolarmente rischia di pagare il conto più salato
Durante l’audizione, il rappresentante della Banca d’Italia ha ricordato come l’evasione fiscale danneggi la crescita e crei disuguaglianze. “È una beffa per le imprese e i cittadini onesti”, ha detto Balassone, sottolineando che ogni volta che si riduce la pressione fiscale solo per chi non ha pagato prima, si finisce per penalizzare chi invece ha sempre rispettato le regole. Un tema che, secondo molti, aumenta il senso di ingiustizia fiscale e mina la fiducia nel sistema.
Scontro in Parlamento sulla rottamazione
Le parole di Balassone sono arrivate mentre il dibattito sulla legge di bilancio infiamma il Parlamento. Nei corridoi di Montecitorio, alcuni deputati della maggioranza difendono la nuova rottamazione come “un aiuto concreto a famiglie e imprese in difficoltà”. Dall’opposizione, invece, arrivano critiche sulla reale efficacia della misura. “Non si può continuare a premiare chi non paga”, ha commentato un esponente del Partito Democratico. Il governo, dal canto suo, insiste che la definizione agevolata è una risposta necessaria alle difficoltà economiche degli ultimi anni, aggravate dalla pandemia e dall’inflazione.
Quale futuro per le casse dello Stato?
Resta da vedere se la nuova rottamazione porterà davvero i soldi sperati o se si ripeterà il copione già visto in passato. Per Balassone, “solo un rafforzamento degli strumenti ordinari di riscossione” può garantire risultati più solidi nel tempo. Nel frattempo, il governo dovrà fare i conti con una perdita di gettito che rischia di pesare sui conti pubblici, già messi sotto pressione dalle spese sociali e dagli investimenti del PNRR.
Il dibattito è aperto. E mentre le commissioni Bilancio si preparano a votare gli emendamenti alla manovra, la questione dell’evasione fiscale e delle sue ripercussioni su cittadini e imprese continua a dividere politica ed esperti.
