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Crescita del Pil: l’Ocse avverte, aumentano le emissioni di CO2 nel mondo

Crescita del Pil: l'Ocse avverte, aumentano le emissioni di CO2 nel mondo

Crescita del Pil: l'Ocse avverte, aumentano le emissioni di CO2 nel mondo

Parigi, 6 novembre 2025 – La crescita economica nei Paesi emergenti resta il vero motore dietro l’aumento delle emissioni globali di gas serra. A dirlo è il nuovo rapporto sull’Osservazione dell’azione climatica 2025 pubblicato oggi dall’Ocse. I dati, diffusi questa mattina dalla sede parigina, confermano una tendenza già nota, ma ora con numeri ancora più chiari. Nel documento si legge: “La crescita economica è il motore delle emissioni nei Paesi partner dell’Ocse”, con un’attenzione particolare alle grandi economie emergenti.

Crescita economica e il peso delle emissioni

Secondo l’Ocse, tra i cosiddetti Paesi partner – cioè quei Paesi fuori dall’organizzazione ma seguiti per la loro influenza globale – le emissioni di gas serra non si fermano più. In cima alla lista ci sono Cina, India e Arabia Saudita, dove lo sviluppo è stato rapido e la domanda di energia è cresciuta senza sosta. Tra il 2015 e il 2023, le emissioni in questi Stati sono aumentate del 19,3%, mentre il Pil ha spinto le emissioni di CO2 a salire del 29,5%.

Il rapporto mette in evidenza come in queste realtà “la crescita della popolazione e quella economica superano i miglioramenti sull’efficienza energetica”. In parole semplici, i progressi tecnologici e le politiche per risparmiare energia non bastano ancora a fermare l’aumento della domanda.

Non tutti i Paesi partner sono uguali

Non tutti i Paesi partner però vanno nella stessa direzione. Se Cina, India e Arabia Saudita vedono salire le emissioni senza sosta, altri come Brasile, Indonesia e Sudafrica mostrano segnali diversi. Qui le emissioni calano leggermente, anche se la tendenza generale resta quella di un aumento legato allo sviluppo economico.

Il rapporto non si limita ai numeri. Prende in esame casi concreti: in Brasile, per esempio, la deforestazione rimane un problema aperto. In Indonesia, invece, la transizione verso le energie rinnovabili procede a passo lento. In Sudafrica, poi, la dipendenza dal carbone pesa ancora molto sull’ambiente.

Efficienza energetica: i limiti delle politiche attuali

Nonostante alcuni governi stiano puntando sull’efficienza energetica, il rapporto sottolinea che gli sforzi fatti finora non bastano. “Gli effetti positivi delle nuove tecnologie vengono superati dalla crescita della domanda”, si legge. Un funzionario Ocse, contattato nel primo pomeriggio, ha chiarito: “Nei Paesi emergenti la priorità è lo sviluppo economico, l’ambiente viene dopo”.

Gli esperti avvertono che le politiche climatiche attuali rischiano di essere troppo deboli rispetto alla velocità con cui economia e popolazione crescono. Il rapporto invita quindi a rafforzare la collaborazione internazionale e a puntare su investimenti più decisi nelle energie pulite.

Un nodo globale e cosa ci aspetta

Le conclusioni del rapporto arrivano in un momento delicato per la diplomazia climatica. A meno di un mese dalla Cop30 di Belém, la conferenza Onu sul clima, i dati pubblicati oggi rischiano di complicare i negoziati tra Paesi industrializzati ed economie emergenti. “Serve uno sforzo collettivo”, ha detto un portavoce Ocse durante la presentazione a Parigi.

Il documento avverte: senza un cambio netto di rotta, gli obiettivi dell’Accordo di Parigi resteranno lontani. Eppure, come ricordano gli autori, “la crescita economica nei Paesi emergenti continuerà”. Solo allora si capirà davvero se sviluppo e lotta al cambiamento climatico potranno andare d’accordo.