Dbeibah: Nessuno è sopra la legge nel nuovo governo libico
Dbeibah: Nessuno è sopra la legge nel nuovo governo libico
Tripoli, 6 novembre 2025 – Il primo ministro del governo di unità nazionale libico, Abdelhamid Dbeibah, ha commentato oggi l’arresto di Osama Almasri, figura di spicco tra le milizie locali, definendolo un passo decisivo per rafforzare le istituzioni statali. “Nessuno è sopra la legge”, ha detto Dbeibah, parlando tramite la piattaforma ufficiale Hakomitna. La notizia è arrivata nelle prime ore del mattino, mentre a Tripoli cominciava a diffondersi tra i quartieri amministrativi e intorno al Ministero dell’Interno.
Almasri in manette: il governo lancia un messaggio alle milizie
Fonti governative raccontano che Osama Almasri è stato fermato nella tarda serata di ieri, al termine di un’operazione congiunta tra forze di sicurezza e esercito. Il suo nome era da tempo legato a diverse milizie attive nell’ovest del Paese. L’arresto, spiegano fonti vicine al governo, è frutto di indagini coordinate e di una nuova collaborazione tra polizia e magistratura.
Dbeibah ha voluto sottolineare che “il futuro della Libia passa attraverso polizia, esercito e istituzioni della legge”, e non più dalle armi delle milizie. Un messaggio chiaro ai gruppi che, dal 2011, hanno spesso fatto da potere parallelo rispetto allo Stato. “Per la prima volta dal 2011 non c’è nessun detenuto fuori dall’autorità giudiziaria”, ha aggiunto il premier, parlando di “un traguardo importante per tutto il Paese”.
Un equilibrio fragile dopo anni di guerra
La Libia è in crisi da più di dieci anni. Dopo la caduta di Gheddafi nel 2011, il Paese è stato diviso da scontri tra fazioni e milizie armate. Solo negli ultimi anni, con il governo di unità nazionale sostenuto dall’Onu, si sono visti i primi timidi segnali di ripresa.
L’arresto di Almasri arriva in un momento delicato: nelle ultime settimane, alcune zone di Tripoli hanno vissuto tensioni tra gruppi armati rivali. Secondo osservatori internazionali, questa mossa del governo vuole riaffermare il controllo dello Stato sulle forze di sicurezza e ridurre il potere delle milizie. “È un segnale chiaro”, spiega un funzionario del Ministero dell’Interno, “nessuno può più agire al di fuori della legge”.
Reazioni tra la gente e la comunità internazionale
Per le strade di Tripoli, la notizia ha suscitato cautela. Alcuni abitanti del quartiere Abu Salim raccontano che la presenza delle forze dell’ordine era aumentata già dalla sera prima. “Abbiamo visto molte pattuglie”, dice un commerciante, “ma nessuno sapeva cosa stava succedendo”. Sui social, molti sperano che questa sia la fine dell’impunità per i capi delle milizie.
Anche la comunità internazionale segue con attenzione. Un portavoce della Missione Onu in Libia (UNSMIL) ha detto che “rafforzare lo Stato di diritto è essenziale per la stabilità”. Fonti europee sottolineano che ora sarà fondamentale rispettare le procedure giudiziarie per riconquistare la fiducia nelle istituzioni libiche.
Il futuro delle istituzioni libiche resta in bilico
Dbeibah ha ribadito che il governo continuerà a far rispettare le regole per tutti. “Solo con la legge si può costruire una Libia stabile”, ha detto in una breve conferenza stampa al palazzo del governo. Per gli analisti locali, la vera sfida sarà mantenere questo equilibrio fragile nei mesi a venire.
Il caso Almasri potrebbe segnare una svolta nella sicurezza interna. Ma restano molte incognite: come reagiranno le altre milizie? Quale sarà il ruolo dei tribunali? E lo Stato riuscirà a garantire processi equi? Per ora, come sottolinea Dbeibah, “la priorità è rafforzare le istituzioni”. Un obiettivo che, in Libia, non è mai stato così urgente.
