Kiev celebra la liberazione del palazzo del consiglio di Pokrovsk con l’innalzamento della bandiera
Kiev celebra la liberazione del palazzo del consiglio di Pokrovsk con l'innalzamento della bandiera
Kiev, 6 novembre 2025 – Ieri a Pokrovsk, nell’oblast di Donetsk, il 425° reggimento d’assalto “Skelya” ha ripreso il controllo del palazzo del consiglio comunale, cacciando le truppe russe e issando la bandiera ucraina sul tetto. La notizia, confermata dall’ufficio stampa del reggimento e rilanciata dai media ucraini, segna uno dei momenti più importanti degli ultimi scontri nel Donbass.
Pokrovsk, la battaglia nel cuore della città
Secondo le fonti ucraine, i combattimenti più duri si sono svolti nelle prime ore del mattino, tra le 5 e le 7. Il municipio – un edificio in mattoni rossi, ormai segnato da colpi d’artiglieria – è stato il fulcro di un attacco ben coordinato delle truppe di Kiev. “Chi non è scappato o si è arreso è stato eliminato”, ha detto senza giri di parole un portavoce del 425° reggimento, contattato da un’emittente locale. Sul campo sarebbero rimasti diversi mezzi corazzati distrutti e almeno una decina di caduti.
La bandiera ucraina torna a sventolare sul municipio
Poco dopo le 8 è arrivato il momento simbolico: tre soldati, con i volti sporchi di polvere e le uniformi strappate, hanno issato il tricolore blu e giallo sulla facciata principale. Un video, diffuso sui social, ha immortalato la scena. “Volevamo far vedere che Pokrovsk non è perduta”, ha spiegato uno dei militari, che si è presentato solo come “Serhiy”. Nei rifugi della città, molti abitanti hanno assistito all’evento dalle finestre degli scantinati, con applausi e lacrime.
La situazione sul campo resta incerta
La riconquista del municipio arriva dopo settimane di duri scontri casa per casa. Pokrovsk, nodo ferroviario strategico a circa 60 chilometri da Donetsk, è stata teatro di continui attacchi e contrattacchi. L’amministrazione militare regionale parla di una situazione ancora “fluida”. Il governatore Vadym Filashkin ha ammesso in una nota diffusa alle 11 che “i russi tengono ancora posizioni nella periferia est”. Ma ha aggiunto che “la resistenza ucraina non si ferma”. Dal lato russo, nessun commento ufficiale sull’accaduto.
Pokrovsk, la città sotto assedio
Prima della guerra, Pokrovsk contava circa 60mila abitanti. Oggi, secondo l’ONU, meno di un terzo è rimasto. Le strade sono piene di macerie; i negozi chiusi da mesi. “Viviamo tra esplosioni e paura”, racconta Olena, insegnante di 42 anni che ha scelto di restare vicino alla stazione. “Ma vedere di nuovo la nostra bandiera ci dà speranza”. Le organizzazioni umanitarie segnalano sempre più difficoltà nell’evacuare i civili e portare aiuti: l’ultimo convoglio della Croce Rossa è arrivato sabato scorso, scortato dai militari.
Cosa aspettarsi nei prossimi giorni
Gli esperti militari a Kiev invitano a non abbassare la guardia. “La riconquista del municipio è un segnale importante, ma la battaglia per Pokrovsk è tutt’altro che finita”, ha detto il colonnello in pensione Andriy Zhdanov in un’intervista a Radio Svoboda. Le forze russe potrebbero lanciare nuovi attacchi nelle ore a venire. Intanto, l’esercito ucraino ha rafforzato le difese attorno agli edifici pubblici e alle infrastrutture più importanti.
Un simbolo che pesa sulla guerra
La bandiera issata sul municipio non cambia l’equilibrio militare in modo decisivo, ma ha un forte valore simbolico per entrambe le parti. Per Kiev, è la dimostrazione della tenacia delle truppe e della volontà di resistere nei momenti più difficili. Per Mosca, invece, è un segnale che il controllo sulle città occupate resta fragile. In serata, il presidente Zelensky ha elogiato pubblicamente i soldati del 425° reggimento “Skelya”, definendo la loro azione “un esempio di coraggio per tutto il Paese”.
Sul terreno, però, la guerra non si ferma. A Pokrovsk, tra sirene antiaeree e finestre sbarrate, la normalità sembra ancora lontana.
