Saviola rivoluziona la sostenibilità con un pannello ecologico al 100% in legno riciclato
Saviola rivoluziona la sostenibilità con un pannello ecologico al 100% in legno riciclato
Rimini, 6 novembre 2025 – Tra il brusio degli stand e il via vai di visitatori al padiglione centrale di Ecomondo, Stefano Saviola ha raccontato ieri la storia del Gruppo Saviola, un’azienda che ha trasformato un’idea nata oltre vent’anni fa in un modello industriale riconosciuto in tutta Europa. “Il pannello ecologico è un pannello di legno fatto al 100% con rifiuti legnosi: siamo stati i primi al mondo a inventare questa tecnologia e oggi tutta la nostra produzione si basa esclusivamente su scarti di legno”, ha spiegato il consigliere delegato davanti a una platea di operatori e studenti. Una dichiarazione che, in una fiera dedicata alla green economy, ha suscitato parecchie domande tra gli addetti ai lavori.
Pannello ecologico, la rivoluzione nasce dagli scarti
Per Saviola, la vera innovazione sta nell’uso esclusivo di rifiuti legnosi. “Produciamo oltre 1,1 milioni di metri cubi in Italia”, ha detto, sottolineando come la filiera sia ormai consolidata anche all’estero. Il sito produttivo tedesco del gruppo, a Duisburg, sta infatti completando il passaggio totale alla produzione con scarti, un processo che l’azienda conta di chiudere entro il prossimo anno.
L’Italia è oggi il primo produttore mondiale di pannelli da rifiuti legnosi. Un primato nato da più fattori: la scarsità di materie prime vergini in Europa e l’attenzione crescente alla sostenibilità ambientale. “L’innovazione non è solo sostenibile, ma ha anche un valore estetico importante”, ha aggiunto mostrando alcuni campioni di pannelli con texture e colori che richiamano legni pregiati.
Economia circolare e industria, una sfida concreta
Il modello Saviola è ormai un caso di studio per chi si occupa di economia circolare. La filiera parte dalla raccolta di rifiuti legnosi – mobili vecchi, imballaggi, scarti industriali – che vengono selezionati e trattati per togliere vernici e impurità. Solo dopo il materiale viene trasformato in truciolato e pressato in pannelli per arredamento o edilizia.
Secondo i dati del gruppo, ogni anno si recuperano oltre 1,5 milioni di tonnellate di legno post-consumo. Un ciclo virtuoso che limita il taglio degli alberi e riduce le emissioni di CO2. “La sensibilità verso la sostenibilità è cresciuta molto”, ha osservato Saviola, “non solo tra i giovani, ma anche nelle aziende”. Un cambiamento che spinge molte imprese a rivedere i loro processi produttivi.
Innovazione e sostenibilità, la chiave per il futuro
In Europa, dove le risorse forestali sono scarse e la domanda di materiali per l’edilizia resta alta, saper adottare nuove tecnologie è una leva strategica. “In un continente povero di materie prime – ha detto Saviola – la capacità di innovare è fondamentale per una transizione concreta: oggi le scelte sostenibili e responsabili sono davvero possibili”.
Il gruppo Saviola investe ogni anno circa il 4% del fatturato in ricerca e sviluppo. Gli ingegneri lavorano su nuovi metodi per pulire il legno riciclato e su colle a basso impatto ambientale. “Non si tratta solo di rispettare le regole”, ha spiegato un tecnico dello stabilimento mantovano, “ma di anticipare le richieste del mercato”.
Un settore in crescita tra sfide e opportunità
Secondo FederlegnoArredo, il settore dei pannelli ecologici in Italia ha segnato nel 2024 una crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Un trend spinto anche dagli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici e dalla domanda crescente di materiali riciclati da parte delle grandi catene di arredamento.
Rimangono però alcune criticità. La raccolta differenziata del legno non è uniforme su tutto il territorio nazionale e la qualità del materiale recuperato può variare molto. “Serve più collaborazione tra pubblico e privato”, ha ammesso Saviola, “solo così si può garantire una filiera davvero efficiente”.
Il futuro del pannello ecologico passa dall’Europa
Guardando al futuro, il gruppo punta a rafforzare la presenza all’estero. In Germania e Francia sono già partiti progetti pilota per la raccolta capillare del legno usato. L’obiettivo – ha detto chiaramente – è esportare il modello italiano di economia circolare anche in Paesi dove la cultura del riciclo è meno diffusa.
“Non basta produrre bene”, ha concluso Saviola davanti ai cronisti, “bisogna anche saper raccontare il valore sociale ed economico della sostenibilità”. Una sfida che riguarda le scelte quotidiane dei consumatori, ma anche la capacità delle imprese di innovare senza perdere di vista l’impatto ambientale.
