Cic e Legambiente uniscono le forze per rivoluzionare il riciclo organico
Cic e Legambiente uniscono le forze per rivoluzionare il riciclo organico
Rimini, 7 novembre 2025 – Il Consorzio Italiano Compostatori (Cic) e Legambiente hanno stretto oggi un accordo importante durante la 28esima edizione di Ecomondo, la fiera dedicata alla transizione ecologica. Un protocollo d’intesa che punta a rafforzare la collaborazione sul fronte del riciclo organico e a spingere l’economia circolare in Italia. L’intesa nasce per unire le forze di associazioni, imprese e istituzioni, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei rifiuti organici e coinvolgere cittadini e territori.
Riciclo organico e compost: una risorsa da non sottovalutare
“Oggi diamo forza a un’alleanza strategica per diffondere la cultura del riciclo organico e la qualità del compost”, ha spiegato Gianpaolo Vallardi, presidente del Cic, subito dopo la firma. Per Vallardi, la frazione organica è una risorsa fondamentale per l’economia circolare: da qui si ricavano compost, biometano e anidride carbonica, elementi chiave per l’ambiente. “Con Legambiente siamo convinti che sia indispensabile puntare sulla qualità della raccolta, sull’efficienza degli impianti e su una corretta informazione ai cittadini”, ha aggiunto. Solo così, ha sottolineato, si potrà davvero “chiudere il cerchio del riciclo organico”.
Obiettivi concreti: più raccolta e impianti all’avanguardia
Il protocollo d’intesa mette sul tavolo una collaborazione su più fronti: studi, campagne informative, progetti locali e confronti pubblici. L’obiettivo è chiaro: migliorare la gestione dei rifiuti organici e diffondere buone pratiche di economia circolare. In particolare, Cic e Legambiente si impegnano a sostenere gli impianti dedicati al riciclo organico, con processi che uniscono produzione di energia rinnovabile e recupero di materia. L’attenzione è rivolta soprattutto a biometano e fertilizzanti organici.
Tra i punti chiave dell’accordo c’è il potenziamento della raccolta differenziata di umido e verde nelle zone dove funziona meno. Un altro obiettivo è migliorare la qualità dei rifiuti organici che arrivano agli impianti, anche promuovendo il corretto conferimento dei materiali biodegradabili e compostabili certificati. “La qualità del riciclo parte dai comportamenti quotidiani di tutti noi”, hanno ribadito in una nota congiunta. Solo separando bene umido e materiali compostabili si può ottenere un compost di alta qualità e ridurre gli scarti.
Educazione ambientale: coinvolgere tutti, dal basso
Per ottenere risultati, Cic e Legambiente rafforzeranno le attività di informazione, educazione ambientale e sensibilizzazione. “Accelerare verso un’economia sempre più circolare è un’opportunità strategica per il Paese”, ha detto Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. Secondo lui, questa strada è fondamentale per ridurre le emissioni nocive, valorizzare le economie locali e restituire risorse all’agricoltura.
“In questo senso – ha aggiunto Ciafani – il riciclo della frazione organica e la produzione di biometano sono strumenti chiave, ma devono andare di pari passo con la conoscenza e la partecipazione consapevole dal basso”. La sfida, insomma, non riguarda solo le tecnologie o gli impianti, ma la capacità di coinvolgere cittadini, amministrazioni e imprese in un percorso comune.
Dati, esempi concreti e il futuro dell’economia circolare
Il protocollo prevede anche la diffusione di dati aggiornati e buone pratiche, oltre all’organizzazione di incontri rivolti a cittadini e istituzioni. La valorizzazione dei fertilizzanti organici come risorsa per i terreni agricoli e urbani è un altro punto importante dell’intesa. Cic e Legambiente puntano anche a rafforzare impianti innovativi che sappiano unire produzione di energia e recupero di materia.
La firma di oggi a Rimini è un passo avanti verso una filiera del riciclo organico più efficiente e sostenibile. Un percorso che, come ricordano i promotori, passa anche da piccoli gesti quotidiani: separare bene i rifiuti in cucina, fare attenzione ai materiali compostabili, partecipare alle campagne di sensibilizzazione. Solo così il cerchio dell’economia circolare potrà davvero chiudersi.
